i fratelli della Valle in una vecchia foto di repertorio, mentre trattano con un fotografo che vuole immortalare una delle loro prime imprese artistiche avute in custodia, la fontana di Emanuele Trevi (clic per vedere filmato)
Avvertenza ai turisti: non vi fate fregare, il Colosseo non è di Totò e Nino Taranto. Infatti, dicheno che a Roma si è fatto l'accordo: il Colosseo è stato " concesso a Diego della Valle, in cambio di un finanziamento di 25 milioni Iva inclusa, l'esclusiva per 15 anni sul logo del monumento più amato e più visitato d'Italia ". Vorrà dire che chi vorrà fotografare il Colosseo, d'ora in poi, dovrà trattare con Diego della Valle in persona? O va bene anche il fratello? Mica faranno come con la Fiorentina, che si vendono tutto?
Bertolaso al suo arrivo in Africa, mentre si fa aiutare a scegliere una massaggiatrice per farsi dare una ripassata
Dice Guido Bertolaso che è emigrato in Africa, che vuole essere lasciato in pace. Senzameno. Solo volevo chiedergli di salutarci Walter Veltroni, se lo incontra. Lo dice in questa intervista qui, rilasciata al bollettino politico dei bar sport di tutta Italia, dove è scritto chiaramente che è colpa del Presidente Giorgio Napolitano, e che se c'era l'unico Presidente onesto che l'Italia abbia mai avuto, Sandro Pertini - uno che ebbe la tempra di nominare Bettino Craxi PdC e di tenerlo quattro anni senza farlo mai sgarrare - nessun mascalzone di giornalista si sarebbe mai permesso di scrivere che Guido Bertolaso, da ministro e capo della protezione civile, si è comportato come un gangster; lo stesso, nessun magistrato si sarebbe mai permesso di metterlo sotto processo.
Amico di Bertolaso circondato da africani poco convinti dal promesso arrivo di un messia da Roma.
Amico di Bertolaso spiega a giovani africane che fare le massaggiatrici professioniste non è un lavoro immorale
recente ritratto di Roberto Savianarola
LA VERITÀ E' CHE questi comportamenti non sono altro che il segno tangibile della crisi istituzionale che ha caratterizzato la Seconda Repubblica sin dagli inizi, che si è consumata e manifestata in maniera evidente nella dialettica violenta, costante e sempre sotto traccia, tra Politica e Giustizia. Su questa tensione ha giustificato la propria esistenza politica Silvio Berlusconi, soggetto plurinquisito, pluri-sospettato, che ha avuto tutto l'interesse a sovvertire, con la sua stessa presenza in politica, il concetto di persecuzione. Concetto traviato e strumentalizzato nel corso degli anni, cui prima o poi dovremmo restituire dignità. (Dalla rubrica L'Antitaliano sull'Espresso di questa settimana clic)
Invece LA VERITA' E' CHE se uno scrittore scrive in un articolo che vuol restituire dignità alla persecuzione, o è poco preparato o non sa scrivere. Secondo me ambedue le cose. Però, nel suo caso di scrittore, la seconda è più grave, perché la scrittura non è proprio il suo campo. Niente di male, è giovane. Potrebbe provare con la musica, con la pittura, con la scultura o con la frodografia...
Da un frodografo a un altro. Paul Coelho su James Joyce: «Oggi gli autori scrivono per impressionare i loro colleghi. Uno dei libri che ha causato questo male all’umanità è stato l’Ulisse, che è soltanto stile. Non c’è nulla, lì dentro» (qui l'articolo di Ida Bozzi sul Corriere). Benedetto il cielo: se io ignobile pedatore dicessi che Maradona ha giocato a calcio solo per impressionare i suoi colleghi, che è stato sopravvalutato, non mi piglierebbero tutti a sputazza? Nel letterativo, al contrario, un modestissimo penninmano come Coelho può dire che Joyce... Che dire? Tante persone impreparate hanno scritto un inutile romanzo - o vorrebbero scriverne uno, senza peraltro possedere neanche un briciolo del necessario temperamento artistico. Tra queste, quelle che ho incontrato io personalmente, tutte leggono robaccia come Coelho o Livingston o Tamaro o Baricco. In effetti questa è la funzione di questi scrittori qua: parificare chi scrive a chi legge, mandare il messaggio che tutti possono scrivere, che tutti siamo artisti ecc ecc. Marketing, nient'altro che marketing: sembrano dire, questi penninmano, che intanto i futuri artisti comprino i romanzi che loro fornisce l'industria editoriale (i loro medesimi...), ché prima o poi essa si occuperà anche dei testi degli aspiranti, e li renderà ricchi e felici, e li metterà al centro dell'attenzione come meritano... Ma così non è, e non può essere... Insomma, come sempre gli editori stanno fregando i lettori, con la complicità di un po' di penninmano. E poi dice che la gente segue il calcio invece di leggere...
Ps: ad ogni modo è vero che Joyce ha scritto più che altro per i suoi colleghi (pochi). Ma se qualche penninmano lo vuol leggere, così come qualche lettore, non c'è nulla di male, anche saltando le pagine che trova faticose. Però una domanda mi sorge spontanea: in Dedalus, Gente di Dublino, gran parte dei capitoli di Ulisse, cosa c'è di così faticoso? E se per assurdo il merito di Joyce fosse solo quello di aver scoperto Italo Svevo, non sarebbe già solo per questo almeno 500 volte più importante di Coelho, per la storia della letteratura?
Coelho e segretaria mentre mettono in ordine la produzione letteraria di un mattino
Da un frodografo a un altro. Paul Coelho su James Joyce: «Oggi gli autori scrivono per impressionare i loro colleghi. Uno dei libri che ha causato questo male all’umanità è stato l’Ulisse, che è soltanto stile. Non c’è nulla, lì dentro» (qui l'articolo di Ida Bozzi sul Corriere). Benedetto il cielo: se io ignobile pedatore dicessi che Maradona ha giocato a calcio solo per impressionare i suoi colleghi, che è stato sopravvalutato, non mi piglierebbero tutti a sputazza? Nel letterativo, al contrario, un modestissimo penninmano come Coelho può dire che Joyce... Che dire? Tante persone impreparate hanno scritto un inutile romanzo - o vorrebbero scriverne uno, senza peraltro possedere neanche un briciolo del necessario temperamento artistico. Tra queste, quelle che ho incontrato io personalmente, tutte leggono robaccia come Coelho o Livingston o Tamaro o Baricco. In effetti questa è la funzione di questi scrittori qua: parificare chi scrive a chi legge, mandare il messaggio che tutti possono scrivere, che tutti siamo artisti ecc ecc. Marketing, nient'altro che marketing: sembrano dire, questi penninmano, che intanto i futuri artisti comprino i romanzi che loro fornisce l'industria editoriale (i loro medesimi...), ché prima o poi essa si occuperà anche dei testi degli aspiranti, e li renderà ricchi e felici, e li metterà al centro dell'attenzione come meritano... Ma così non è, e non può essere... Insomma, come sempre gli editori stanno fregando i lettori, con la complicità di un po' di penninmano. E poi dice che la gente segue il calcio invece di leggere...
Ps: ad ogni modo è vero che Joyce ha scritto più che altro per i suoi colleghi (pochi). Ma se qualche penninmano lo vuol leggere, così come qualche lettore, non c'è nulla di male, anche saltando le pagine che trova faticose. Però una domanda mi sorge spontanea: in Dedalus, Gente di Dublino, gran parte dei capitoli di Ulisse, cosa c'è di così faticoso? E se per assurdo il merito di Joyce fosse solo quello di aver scoperto Italo Svevo, non sarebbe già solo per questo almeno 500 volte più importante di Coelho, per la storia della letteratura?
Post a puntate di Larry Svizzero e Larry Francisco Romero de Santis Viendalumèr