Larry Massino is back, dispartito, tornato at home. Un caloroso abbraccio a tutto il suo pubblico, Floarea, Davide, Rita, Francesco: meno dei 25 lettori che immaginava di avere Alessandro Manzoni, ma senz'altro più qualificati.

sabato 29 gennaio 2011

Nineddoche 17



Apprendo che Jaques Vaché fu promosso maestro nell'arte "di attribuire pochissima importanza a tutte le cose". Di lui sapevo che una sera del '17, indossando gli abiti di  ufficiale inglese,  interruppe una recita avanguardista, brandendo la pistola contro il palco. C'è chi dice che sparò proprio.

giovedì 27 gennaio 2011

Nineddoche 9


Si dice tante volte non vedo nulla, per esempio quando siamo al buio, ma ciò non vuol mica dire che non c’è nulla!

martedì 25 gennaio 2011

Epistola quarta agli editori



Cari editori, primaditutto vorrei avvertirvi di non fare i furbi. Infatti  ho testé depositato all’ufficio brevetti, dove mi hanno fatto i complimenti tutti gli astanti,  perché la ritengono l’invenzione dell’anno,  la fascetta seguente da applicare ai pocovenduti: “ Libro presente nella lista di proscrizione dell’ Assessore naziberlusconiano Speranzon “. Quindi mi spettano i regolari diritti di copyright.

Veniamo a noi. Il paese tutto sta trattenendo il respiro: passa o non passa? Passa tutto o solo in parte? Passa con lo spirito ma  lascia il corpo? Passa ‘a nuttata, ma aropp' rresta?

E poi l’altra quistione, editori, ancora più fregnante: scende in campo o non scende in campo, come lo zozzo genitore? Ché quelli come il babbo di Roberto Benigni scendevano in campo per povertà! Datosi  che non potevano permettersi il lusso  della casa con il bagno erano giustificati nell’arretratezza, che scatenava a sua volta una certa comprensibile reazionarietà popolare. Ma loro della realcasa di bagni ce n’hanno una caterva, e, sfidando sempre di più la morale comune, che reazionari non sembrano, lo fanno solo per schiribizzo. A proposito, il cavaliere, quando scende in campo, è notorio che si pulisce coi giornali filogovernativi, ma  Marina, che è  imprenditorialmente  più moderna e aggressiva, si pulirà strappando rabbiosamente le pagine dai libri degli autori Mondadori antigovernativi?

Insomma, editori cari, in questo momento di rimescolamento delle carte, giornalistiche o librarie, c’è necessità di fare uno scatto, bisogna finalmente diventare industriosi fino in fondo, come indica la guida suprema Wu Ming, convergere con il mondo capitalistico reale e smettere di farsi le seghe scrittor-rivoluzionarie. Convergere per esempio con il mondo del  calcio, fondere i bisness, amalgamarli.

Eh sì, si rivitalizzerebbe tutto e si smetterebbe di essere più scrittori che lettori. Il calcio è più serio, mica si fa con  22 spettatori seduti sugli spalti e 50.000 giocatori che scendono in campo (che poi, vorrei vedere con cosa si pulirebbero!): non s’è mai visto, bisogna ricominciare a rispettare le proporzioni!

Aldo Busi diventa il  nuovo fantasista dell’Inter, che a Moratti  gli è piaciuto subito quando l’ha visto ballare dalla raffinata Barbara D’Urso canticchiando la filastricca per bambini Cazzo in culo non fa figli ma brodo per conigli. Uno come Busi potrebbe tornare utile anche per  tenere unito lo spogliatoio. In cambio alla Mondadori passa il portiere dell’Inter, quello che domenica scorsa li ha fatti perdere a Udine. Sarà addetto principalmente al respingimento dei pressanti scrittori inediti: fa qualche paperella, ma para quanto necessario.

Si sa già che per fare spregio a i’ Sinda’o novativo Renzi,  che non gli fa costruire la cittadella, i Della Valle compreranno per la Fiorentina solo  scrittori bolliti, ormai passati d’epoca, di ieri:  ieratici, ierofanti, ierogami e ieropositivi.

Veronesi, coproprietario di Fandango, moderno anche lui,  approfitterà sicuramente  del parapiglia  per rinnovare la scuderia di gostiraiter di Veltroni  (per i non toscani, i gosti son quegli uomini rozzi di origine burina ma di cervello fino, che se in possesso del necessario suffisso raiter scrivon discorsi furbi per i politici). E con la geniale intuizione che lo caratterizza, lo scrittore di caos coi nervi a posto  comprerà due o tre calciatori di mezza tacca, che scrivono coi piedi, ma proprio per questo  peggio di quelli che scrivono attualmente i discorsi di Veltroni non possono essere. Per esempio l’ultimo, quello de paura  traggica dove dice che bisogna dimezzare il debito pubblico entro dieci anni, che vuol dire in pratica aumentare le tasse a tutti almeno del 10%, passare cioè da un prelievo medio del 43% al 53%, che fa immaginare file di cadaveri sui marciapiedi di tutte le città per decenni, glielo deve aver  scritto  lo scrittore pulp Niccolò Ammaniti.


Elido Fazi, non è che ci piglia Saviano e dopo  ci viene a significare che lo scrittore di paura internazionale non sa scrivere equielà come ha fatto con Melissa P con la quale si è arricchito?  (Melissa P che diventerà quasi certamente  la nuova capa di Mondadori, per me una bellissima novità, senza ironia davvero)

Elisabetta Sgarbi, anche lei, nu pazziamm! Non è che poi il parte nopeo e parte scrittore  ce lo consegna già incaprettato con la mela in bocca al suo famelico fratello?

Infine, non fate scherzi, editori democratici. Non è che una volta che vi pigliate i meglio scrittori Mondadori-Einaudi diventate economicamente appetibili e  con una scusa o quell’altra inquattroequattrotto rivendete tutto al satrapo  Berlusconi? Sennò risiamo daccapo!

PS: intanto io non mi son lasciato prendere dallo sgomento e mi son messo avanti. Ho infatti spedito il progetto del mio nuovo inedito per la collezione primavera estate di Mondadori, che dopo il fuggi fuggi dei rivoltosi sarà costretta a considerare qualunque proposta. Il titolo è azzeccato: “ Lo strano caso dello scrittore che trovava Rosy Bindi più bella di Marina Berlusconi “. Si tratta di una serie di foto grottesche con didascalie idealistico-crociane. Sono sicuro che a Segrate lo troveranno di loro gradimento. Sarà un sicuro best seller.


Testo e autore in fase di correzione.

sabato 22 gennaio 2011

Il difficile mestiere di showgirl, il finto mestiere più antico del mondo occidentale dopo quello di editore

Mae West: " Lei  che lavoro fa? Il politico?  Ah, nemmeno a me è mai piaciuto lavorare! "



Come tanti sanno, chi a proprio vantaggio chi meno, il finto mestiere più antico del mondo occidentale è quello di editore. Che si incrocia con quello  di showgirl, che invece è il mestiere più pericoloso, in modo specifico nella fase di apprendimento, e anche il più faticoso. Vediamo come.

Una showgirl deve  prepararsi tanto, fin da bambina, giorno per giorno, ore e ore, esercitarsi nel corpo e nella mente, essere meticolosa e paziente, quasi sovrumana,  non sbagliare mai, se non vuole essere esclusa durante il crudele tragitto delle fasi eliminatorie. Naturalmente, questo è l'imperativo che la scoraggia maggiormente,  deve nascondere meglio possibile tutte le qualità e abilità che andrà apprendendo, dietro le noiose pratiche della danza, del canto e della recitazione.

Il fine primario  del percorso pedagogico di una showgirl è quello di costruirsi una moralità granitica, a prova di monastero di clausura. Per Prima cosa dovrà imparare a combattere con tutte le armi, già dall’asilo, la morbosità sessuale degli adulti, in particolar modo dei nonnetti, laici o chierici, lotta per niente facile, nella quale tante bimbe soccombono (purtroppo la putrida società dimostra tante volte che  non scherzo).

Per fortuna una showgirl di talento impara fin dalla culla a tirare calci in faccia agli scocciatori: così   le verrà in seguito facilissimo  alzare le gambe al cielo, sempre più in alto, mettendo anche qui a rischio la propria integrità fisica, perché tante showgirls si rompono, e  come i cavalli debbono essere a volte soppresse, ancora  puledre.

A proposito di morbosità sessuale degli adulti, una   showgirl come si deve, anche a periglio della propria integrità polmonare - in particolar modo in inverno, nei mesi più promiscui, nei quali la famiglia  si stringe sul divano - si lava i capelli tutti   i giorni,  come abbiamo potuto osservare prima o poi tutti noi, considerandolo a torto un capriccio infantile o adolescenziale. Invece  le ragazze sospettano,  si può supporre a  ragione, che nelle mani dei nonnetti che le accarezzano affettuosamente di continuo potrebbe permanere  fisica traccia dell’affetto stesso, pur in senso solo molecolare. Si capisce perché per una showgirl, avere i capelli puliti e ben pettinati è un imperativo etico, che equivale alla divisa ben indossata da un ufficiale. Per questo si esercitano tanto anche sulle bambole, che non sono un gioco, ma un arcano metodo di apprendimento di una professione tra le più redditizie, che le showgirls si tramandano di madre in figlia.

Una showgirl di successo, una volta formata fisicamente,  imparerà sopraditutto a dire le bugie, tipo quella classica stasera no ci  ho mal di testa. Per contro, dato che tutta la loro carriera sarà imperniata sul  dire bugie, ben protette dalla sublime arte di essere ben pettinate con in alto una o l’altra  gamba, diverranno maestre insuperabili nel  far intendere che i loro accompagnatori chissà che fanno, mentre la loro prima vera qualità è quella di non farsi toccare mai nemmeno con un dito. Chiunque è sfidato a dimostrare di aver visto una showgirl brava toccata nella vita da chicche e sia diverso dai  truccatori giustamente omosessuali,  coi quali comunque si becchettano quasi tutto il tempo.
 
Una vera showgirl è una garanzia anche per la serenità familiare di tanti uomini, che se hanno mogli intelligenti non debbono più inventarsi le riunioni di lavoro, alle quali non crede più nessuno e che generano malumore nel focolare domestico: gli basterà dire con quale showgirl hanno passato la serata, cosa che verrà certamente confermata dai giornali nei giorni successivi. Insomma, le mogli  odierne, tra le quali molte aspiranti showgirls fallite, sanno  che niente è più amico della famiglia di una vera showgirl.

Una showgirl riuscita, arrivo a dire,  garantisce l’integrità dello Stato, come vediamo continuamente, scendendo in campo al  momento opportuno, per salvare i governanti dall’aggressione della sovversiva magistratura e dell’opinione pubblica, le quali magari a ragione chiedono conto circa reati di mafia o di sottrazione di pubbliche cornucopie. Per questo  una showgirl deve farsi pagare tanto, come dimostra l’inchiesta... altrimenti la prendono per  una prostituta, anche se, come abbiamo fatto ben capire,  è quasi impossibile che lo diventi, perché è fin da bambina  orripilata dai corpi altrui e perché sa dire solo bugie, al contrario delle sue più sfortunate colleghe, almeno nella scala sociale, che sanno dire solo la verità, che peraltro, ortodosse a  un ovvio  dovere di riservatezza professionale,  conservano stretta nell’intimo dei loro cuori.

Questo post per rispondere a tutti i disammirativi che negli ultimi tempi mi offendono e mi improperano proprio perché non tollerano che si metta in discussione la loro assoluta disponibilità a credere alle balle raccontate dalle showgirls, che invece ci mettono una vita a imparare a raccontare bugie ammodìno con tutti i necessari ornamenti, proprio perché sia  chiaro a tutti che son bugie, altrimenti casca tutto e si entra in un  altro ramo aziendale: la letteratura. Infatti, la showgirl seria, sappiatelo cari intellettuali, è poco da spregiare, perché al giorno di oggi è sostanzialmente collega degli scrittori,  ed è lei a tirare la carretta, essendo la  principale risorsa  economica degli editori, coi quali collabora alla fabbricazione di realtà sempre più incredibili e sempre più gradite al pubblico  pagante.

giovedì 20 gennaio 2011

Ci stanno a fa' fessi: Luciana Littizzetto e Che Tempio che fa


Qualche mese  fa, alla prima apparizione della nuova serie di CHE TEMPIO CHE FA, accolta da un enorme mazzo di ROSE ROSSE, del resto come sempre avvolta dalla grafica di apoteosiche  ROSE ROSSE, assai più grandi di lei nello schermo, Luciana Littizzetto si è esibita nel solito monolegotto statal-pedagogico-irriverente, anche godibile, come sempre. Al termine si è domandata perché le nostre showgirls, reali e aspiranti – soprattutto aspiranti aggiungo io  – quando le intervistano non dicano chiaramente che la danno per fare carriera. Secondo me perché tante di loro fanno davvero la showgirl, mestiere assolutamente infamante ma puritano, almeno se  praticato a livelli secondari, e periglioso assai, perché non garantisce nessuna valida etichettatura sociale e nessun futuro in caso di errori. Anzi, se non riesce in un buon matrimonio,  una showgirl finisce generalmente malissimo, assai peggio della escort o prostituta, sia in termini di considerazione sociale che di posizione economica. Infatti, nella morale comune, le showgirls hanno preso il posto delle vecchie attrici, le quali nei luoghi rispettabili fino a pochi decenni fa non avevano accesso, essendo considerate delle prostitute, le stesse che adesso sono diventate intoccabili per via della cultura. Lo so che il ragionamento è contorto, ma dato che debbono fare un buon matrimonio, se vogliono sopravvivere all’infamia sociale, le showgirls non si possono permettere errori e debbono farsi pagare copioso per le loro difficili prestazioni professionali.

Non so, forse... Ammetto anche io che sarebbe bello arrivasse una prostituta e dicesse: mica sono davvero una showgirl,  sono una troia, nel mio appartamento si girano a volte filmini all’insaputa dei notabili presenti, con i quali il capo della mia scuderia  deve fare affari d’oro, perché mi paga parecchio bene. Ma non succederà, non è successo mai, e del resto il punto non è questo. Il punto è che la supposta prostituzione non c’è, altrimenti le tariffe sarebbero radicalmente più basse. Il mondo, infatti, è pieno di belle e oneste venditrici di sesso che sanno prima di tutto stare al loro posto. Qui si scelgono le showgirls perché cì è bisogno di ballare, nel senso di dire balle, cantare, nel senso di confessare l’incoffessabile, recitare, nel senso di interpretare una parte in commedia.  Ci è bisogno, insomma,  di far sapere a tutti quanti  quello che non si sta facendo. Ma a che fine? 
 


Qui siete tutti grandi. Mica crederete davvero che il vecchio presidente del consiglio in condizioni di salute pietose e operato di prostata sia questo portento di uomo?  Dalle mie parti quando uno è così malmesso di salute si dice che lo tèngano 'n piedi co' filetti. Egli è invece, sapete tutti, il  primo fabbricante di showgirls del paese, l’uomo proprietario di uno dei più grandi imperi mediatici del mondo: non è un elettricista qualunque, volete  non sappia quando, come e perché si registrano delle telefonate? Dato che lo sa benissimo,  dato che gli show-writers non gli mancano nemmeno quelli chedebbonocamparepuroloro, essendo di sfuggita proprietario puro delle case editrici più importanti, fa scrivere una fiction, diciamo si modernizza anche politicamente e si mette anco lui a fare la nuova narrazione che dice Niki. Con il fine, secondo gli indizi più evidenti,  di confondere le acque, prima di tutto  mettere in cattiva luce la magistratura, qui, incroyablement, quasi da far pensare di essere allafineallafine collusa con il presidente del consiglio più fetente che ci sia mai stato,  neanche questa volta pare aver le prove di nulla. A meno che non vogliano incriminarlo per inquinamento di immaginario nazionale. Ma il reato ancora non c’è... Purtroppo,  aggiungo ancora io, perché se ne vedrebbero, eccome se se ne vedrebbero... Ma adesso, come sa chi ha letto il bel romanzo della foto di oggi, si può solo sperare che gli show-writers  impazziscano e perdano il controllo della realtà che stanno quotidianamente inventando.

D’altra parte, nommenevoglia la Littizzetto, non  è che si può essere  ipocriti fino al punto di non ammettere, neanche a sé stessi, che non è in base a logiche di merito che si ottengono i primi piani giornalistico-televisivi, le conduzioni e partecipazioni a programmi tv e nemmeno la partecipazione fissa da anni ai maggiori programmi. Per esempio, sa dirmi la Littizzetto - una  discreta attrice comica degli anni ’90, selezionata come aspirante showgirl proprio dalle tv del signore di cui si è parlato, magari proprio da lui, perché quando la signora debuttò a Italia 1 il tycoon ancora si occupava quotidianamente di casting, lo so per certo come fossi un testimone, metteva e levava, metteva e levava, metteva e levava, come pare faccia ora... - sa dirmi la Littizzetto perché io non abbia il diritto di vedere esprimersi comici della mia epoca nelle FUNZIONI di punta della tv, per esempio lo stesso Maurizio Milani che invece è stato cacciato da CHE TEMPIO CHE FA?  O anche genti magari più nuove. Sarà perché Milani, essendo un umorista del suo tempo, è davvero irriverente e indigesto ai veri SACERDOTI del TEMPIO, mentre  la Littizzetto è SUORA più controllabile, riverente e digestiva? Davvero crede la Littizzetto di occupare il  primo posto tra i comici italiani per meriti, e che nessun altro ha meriti paragonabili ai suoi? Non sarà che ella è funzionale e meno rischiosa di altri per i suoi datori di lavoro, la stessa ENDEMOL  di cui è casualmente proprietario il Presidente del Consiglio stesso - che magari andasse a puttane invece che a showgirls... -  che potrebbe sempre casualmente avvantaggiarsi dal diffondere atteggiamenti  anticlericali in tv, dei quali la nostra è MAESTRA? Non sarà che anche il mestiere di attore e comico, in questo PAPPONEPAESE, è un’etichetta di copertura? Non so, irriverenza per irriverenza,  ipotizzo.


Ps: (polizia di strato) secondo voi,  vista l’insistenza con la quale vengono esibite  rose, in particolare ROSE ROSSE, reali e grafiche,   in tanti programmi tv, a volte del tutto ingiustificatamente,  saranno  simbolo di qualcosa che ha a che fare con il potere? Si astenga il nommenevoglia abbastanza paranoico Paolo Franceschetti, compreso il cucuzzaro.

martedì 18 gennaio 2011

Lettera aperta a Pierluigi Bersani

Mario Pachi



Mi scuserà Bersani, al quale, lui lo sa, voglio bene e mando spesso messaggi dai Blog, anche per conto della meravigliosa Accademia di cui faccio parte, per esempio circa il concepimento di una BANCA DEI SALARIATI, o tipo fare il prossimo programma elettorale con un unico punto: ridurre del 15% pensioni e stipendi pubblici nella fascia più alta, quel 30% di privilegiati che se magnano il 60% del reddito disponibile, 'tacci loro. Elezioni vinte di sicuro e conti rimessi in ordine, anche per garantire un salario minimo a tutti i maggiorenni italiani.  Ma non è questo il punto. Il punto è l'azione politica.  Noi della nostra ACCADEMIA DEGLI INAFFIDABILI, che  siamo costretti ad agire nell'ombra per via della resistenza, sappiamo che dietro la sua faccia rassicurante, segretario,  c'è un vero leader che ha  un  bel progetto per salvare il paese, che solo per prudenza mostra in pubblico un modesto profilo. Sappiamo che dentro di lei c'è un combattente  forte e coraggioso che sta preparando la svolta immobilista. Infatti, nella nostra sede clandestina di via Ricasoli 4 a Firenze   ci prepariamo all'evento studiando tutti i possibili contraccolpi: si informi nei blog nei quali  do conto  quotidianamente da diversi mesi. Noi, segretario, siamo pronti e in armi, cervelli lucidati bene  e tutto, fermi come sassi. Il cambiamento è nell'aria, si sente: basta l'accensione dell'interruttore, che le ci dia i' via, basta le  ce lo urli dagli schermi tv, una sera quarsiasi al TG3: COMPAGNI, CONSERVAZIONE!!!  E noi si parte! Nel senso... si rimane fermi immobilizzati come siamo ora e i' governo è nostro!!! Siamo 'n tanti, Bersani, che s'aspetta i' momento.  Siamo io, i' Cioni, Bozzone, Buio, Renzone, i' Casaglieri, Morando, Mivio, Parisino, Vladimiro, Don Valdemaro, Gnorante, Ester, Marta, Wanda, i' Martini, Rina, Moreno, Fabiana e una sua amica, Furio, Silvia la trans, Rosadoni, Santino i' Playboy di Saint Moritz e quasi tutti gli stornellatori 'n ottava. Segretario... basta che le ci dia i' via, e noi si parte, nel senso che si riman fermi come statue: CONSERVAZIONE!!!

venerdì 14 gennaio 2011

Lautréamont Maldoror

L’enigme d’Isidore Ducasse, Man Ray (1920); ispirato dai versi di Isidore-Lucien Ducasse (Lautréamont):


Qualche giorno fa, conversando con un amico circa un certo scrittore, gli dicevo che egli, lo scrittore,  non sa tanto scrivere, e per questo, dicono, sarebbe tutelato da bravi curatori nella casa editrice e sarebbe la disperazione delle redazioni dei giornali sui quali pubblica; ma, ancora peggio, usa immagini ridicole, che nessuno, temo, gli può correggere, che invece di rafforzare la sua scrittura e il suo racconto, dal punto di vista artistico li indeboliscono.  L'amico mi ha chiesto cosa intendo per immagine letteraria. Lì per lì mi sono vergognato a dirgli questa è un'immagine letteraria che mi piace. Ma ora la metto qui un'immagine che mi piace, tanto il mio amico mica  mi legge: " bello come l'incontro fortuito su un tavolo di anatomia tra una macchina da cucire e un ombrello " da i canti di Maldoror di Isidore Ducasse Conte di Lautréamont

venerdì 7 gennaio 2011

Le genti le dimandano con ogni ragione delle buone e intelligibili scritture: legittima cosa, che il fratello attenda dal fratello una parola fraterna. Ma questa prepotenza del voler canonizzare l’uso-Cesira scopre di troppo il desiderio, e quasi l’intento, della Cesira medesima: il desiderio d’aver tutti inginocchiati al livello della sua zucca.
Carlo Emilio Gadda 1942

martedì 4 gennaio 2011

Fatevi adottare da un VIP: Simona Ventura

 Se a  te che sei proprietario dei diritti di questa foto ti sta sui coglioni che l'ho messa qui basta che lo dici e io la lèvo. Non facciamo i scemi!

L’altro giorno è venuta a casa Simona Ventura, per l'appello a essere adottato che avevo lanciato in un  blog   ad alcuni personaggi famosi che notoriamente adottan volentieri. E' una persona a posto,  misurata, poco invasiva. S'è messa a sedere in cucina, modesta modesta. Vuoi qualcosa da bere?  Sì, secciai della coca cola in frigo!  Figurati, Simona, la tengo sempre.  Si è fatto subito amicizia. Insomma, quella cosa lì: Come va? Come stai? A casa tutti bene?  Il nonno si è ripreso? Il pannolone? La badante è tornata? La conversazione scorreva bene, ci siamo trovati subito simpatici. Mi ha ovviamente chiesto cosa ne penso di Roberto Saviano. Non ho risposto, tanto Simona lo sa che sono sfottente. Anche se non l’ha detto ho capito subito che si è affrettata a venire a casa solo quando ha saputo che stavo orientandomi sulla tradizionalissima  Maria De Filippi. Non poteva certo sapere che avevo fatto quel nome, nei giorni precedenti, in un altro blog ancora,  solo per far rabbia a un criticone. Invece, mi è sembrato di capire, del fatto che mi ero rivolto a suo tempo anche a Romina Power e Aldo Busi, in termini di gelosia non gliene importava  granché. Senza troppi formalismi siamo passati subito ai fatti. Lei  era arrivata coi fogli e tutto,  e li ha tirati fuori appena ha capito   che  come adottando gli andavo bene. A quel punto, però, visto che la tenevo per il manico,  ho cominciato a fare capricci, a mettere condizioni. Sicché, parla parla, alla fine si era trovato un compromesso su tutto: lei m'aveva concesso tanto, anche di agevolare un eventuale fidanzamento con la fantastica attrice  comica Francesca Macrì. Ma le ultime due clausole s'è messa male. Io mi sono impuntato: se voleva me doveva lasciarmi spazio libero per invitare a far casino tutti i mercoledì, tanto lei lavora, numerosi  individui per rimpatriata. Su Lino Banfi  ha avuto da ridire parecchio, perché gli avevano detto che è parecchio di destra politicamente. Ho  garantito io. Di Lunetta Savino, la Ventura, sciagurata,  non si ricordava nemmeno il nome.  Gli altri ne conosceva pochi: tanti sono roba da leggere, m'ha detto chiaro chiaro che non è il suo campo. Però va bene, ha detto, se non ci saranno proteste del condominio, che quando sente parlare di gente di cultura non la piglia tanto bene... Siamo passati alla seconda condizione:  interdire dalla sua casa le seguenti persone: Lele Mora e Fabrizio Corona, both, Flavio Briatore e moglie, both, qualunque moglie di giocatore che abbia militato nella Juventus, qualunque!, Luciano Moggi, Daniela Santanché,  Manuela Arcuri, Barbara D'urso Barbara Chiappini Barbara Palombelli Barbara Alberti Barbara De Rossi Barbara Mente, tutti i giornalisti di Libero e Giornale esclusi i collaboratori esterni, Dario Fo e Franca Rame,  Marina B e Letizia Moratti e altri nomi altisonanti che ora non mi ricordo perché li dicevo per capriccio. L'ho fatta ridere abbastanza.  Mi ha confessato che aveva temuto fossi un tipo da FazioDandini, che lei non ci ha tempo da perdere. Pazientemente ha preso una penna e s'è messa a spuntare. M'ha detto che non potrò ricevere in alcun modo la presentatrice Monica Setta. Le ho detto per chi mi hai preso brutta stronza. Su Luciano Moggi ho dovuto cedere io, ma non mi dispiace troppo, anzi l'ho messo tra gli invitati del mercoledì. Ma su un nome, su uno in particolare, ci siamo arenati: s'è discusso fino a mezzanotte, non c'è stato verso mettersi d'accordo. Siamo rimasti di prenderci una pausa di riflessione, se ne riparla tra una quindicina di  giorni. Vi terrò informati.

lunedì 3 gennaio 2011

Farsi mantenere dai propri figli e nipoti con la scusa di istruirli non va bene


Vienghi a sapere, che le cose si vienghino sempre a sapere, che l’Italia spende in istruzione obbligata e mediana più di tanti altri, per esempio del Giappone, della Francia e della Germania.
http://mercatus.org/publication/k-12-spending-student-oecd
 
Penso che chi difende la scuola italiana così com’è è un conservatore della peggior specie, perché la scuola così com’è  danneggia il presente e il futuro degli stessi studenti. Penso anche peggio, cioè che chi difende la scuola così com’è difende il proprio stipendiuccio, che sarebbe messo in discussione se, per esempio,  si portasse la spesa a livello Giappone, Francia o Germania. Tutti sappiamo, infatti, che la scuola italiana spende quasi tutto in salari, e che riducendo la spesa, come prima o poi si dovrà fare, si dovrà ridurre il numero dei professori, a meno che non si decida di ridurre loro  la già miseria paga. Va infatti notato che le nazioni citate danno ai professori stipendi più alti. Va notato anche che nelle nazioni citate si spende assai di più in ricerca. Indovinate cosa porta più progresso e ricchezza tra la scuola obbligatorio-mediana e la ricerca scientifica.