Larry Massino is back, dispartito, tornato at home. Un caloroso abbraccio a tutto il suo pubblico, Floarea, Davide, Rita, Francesco: meno dei 25 lettori che immaginava di avere Alessandro Manzoni, ma senz'altro più qualificati.

lunedì 3 gennaio 2011

Farsi mantenere dai propri figli e nipoti con la scusa di istruirli non va bene


Vienghi a sapere, che le cose si vienghino sempre a sapere, che l’Italia spende in istruzione obbligata e mediana più di tanti altri, per esempio del Giappone, della Francia e della Germania.
http://mercatus.org/publication/k-12-spending-student-oecd
 
Penso che chi difende la scuola italiana così com’è è un conservatore della peggior specie, perché la scuola così com’è  danneggia il presente e il futuro degli stessi studenti. Penso anche peggio, cioè che chi difende la scuola così com’è difende il proprio stipendiuccio, che sarebbe messo in discussione se, per esempio,  si portasse la spesa a livello Giappone, Francia o Germania. Tutti sappiamo, infatti, che la scuola italiana spende quasi tutto in salari, e che riducendo la spesa, come prima o poi si dovrà fare, si dovrà ridurre il numero dei professori, a meno che non si decida di ridurre loro  la già miseria paga. Va infatti notato che le nazioni citate danno ai professori stipendi più alti. Va notato anche che nelle nazioni citate si spende assai di più in ricerca. Indovinate cosa porta più progresso e ricchezza tra la scuola obbligatorio-mediana e la ricerca scientifica.

1 commento:

  1. io al liceo già mi leggevo per conto mio Proust, Fedor, Beckett e Giacomino... insomma a difendere una scuola del genere, e i suoi sostenitori, non mi veniva proprio.
    Oggi i rivoluzionari pendono dai labbroni di travaglio, di pietro, saviano... mi trovi un modernista tra questi peones? Cagnare, piuttosto.
    Questo a livello teorico.
    sul piano pratico quello che scrivi è più che assodato, almeno per me, la difesa del posticino, dello stipendiuccio, del piccolo spazio che si è riusciti a conquistare. tutti gli ingredienti dei diplomifici. in entrata come in uscita...

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