Larry Massino is back, dispartito, tornato at home. Un caloroso abbraccio a tutto il suo pubblico, Floarea, Davide, Rita, Francesco: meno dei 25 lettori che immaginava di avere Alessandro Manzoni, ma senz'altro più qualificati.

sabato 26 febbraio 2011

Sono tutti contenti perché a Sanremo avrebbe vinto la poesia: Enzo del Re




Parliamo oggi di poesia e canzonette. Era tanto che volevo parlare di Enzo del Re. Al contrario, Roberto Vecchioni non lo classificherei tra i poeti, semmai, senza volere offendere,  tra gli insegnanti di scuola media di poesia, assolutamente  deleteri, in tutti i sensi, perché  in un primo momento allontanano i ragazzi da un pratica tra le più antiche e nobili, sia a causa della poca severità con la quale la insegnano sia  a causa dell’abbassamento del valore poetico alla propria quasi sempre moderata  intelligenza di professori-poeti. Più o meno.

Per non mandarla  a dire, a Sanremo non ha vinto la poesia, ma un professore di poesia, che è diverso, molto diverso. Vecchioni, che sappiamo tutti ha scritto canzonette belle come  Luci a San Siro,  non è Leonard Cohen, e se è per questo  non è nemmeno Tricarico, che se proprio volevano far vincere la poesia stava lì a portata di mano, pur con una delle sue canzoni meno riuscite  (se volevano far vincere la più  bella canzone, cosa  che non succede mai, facevano invece vincere i La Crus).

Hanno  voluto far vincere Roberto Vecchioni, ritengo,  perché rappresenta la poesia controllabile, affidabile, strumentalizzabile. Non per caso  il cantante professore si è affrettato a dedicare la vittoria alle donne e alla società civile.

Da tempo penso e in qualche modo so che lo show business italiano è tutto in mano a poteri che cercano di orientare la pubblica opinione  a favore di valori che sottostanno ai loro interessi, anche quelli poco trasparenti (tutti sanno che la cosiddetta camorra sta dietro al successo di alcuni artisti napoletani, essendo che ne hanno finanziato la nascita e, in alcuni casi, siamo venuti addirittura a sapere che piccoli boss sono autori di canzoni degli stessi artisti oramai di fama internazionale). Il mio dubbio è che la canzonetta  di Vecchioni non sia solo una canzonetta, che nasconda infatti  contenuti noti solo in certi circoli, contenuti prodotti e diffusi a fini propagandistici. In questo senso,  secondo me, uno dei  capi mandamento  della canzonetta italiana, Mario Luzzatto Fegiz, sul corrierone dei poteri a posto che non se ne può parlar male, semmai parlar male  del  capitalismo puzzone... classificò primo Vecchioni il giorno dopo il debutto sanremese. Dico contenuto criptico nel senso che la canzone probabilmente dice a chi deve ascoltare, immagino a fin di bene,   cose che a noi comuni immortali sfuggono. Un po’ come il Viva Verdi del periodo insurrezionale, che voleva dire, come  sappiamo tutti, viva vittorio emanuele re d’italia. Già ieri si cominciava  a scrivere che non si sa a chi è riferito il bastardo che sta sempre al sole  contenuto nel mediocre testo avvolto nella parola AMORE. Anche Benigni, il re dello show business embedded,  parla sempre di amore, facendo stranamente finta di ignorare, da praticante  di Dante Alighieri, ciò che diceva un secolo fa lo studioso Luigi Valli nel suo “ Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore “, cioè che quando Dante e i poeti dello stil novo parlano di amore, è alla loro difficile militanza politica che si riferiscono, non certo alle belle donne di cui da sempre si innamorano vano o invano i poeti medesimi.

Passiamo alle canzonette-poesie. Quando vedo e leggo questi poeti di ora lamentarsi che  i loro libri vendono poco perché, adducono, la poesia non interessa più a nessuno, mi irrito. Qualche volta dico loro pazientemente che non è possibile togliere la  poesia al popolo, nemmeno l'arte, purché sia stata prodotta per loro, come una qualunque cattedrale. Infatti, i ragazzi si ripigliano ciò che gli viene maldestramente tolto dalla porta scuola, rientrando dalla finestra  canzonetta, ascoltando di brutto i cantanti poeti, nostrani e foresti,  primo fra tutti Fabrizio De André.


Ma se di poesia nelle canzonette vogliamo parlare, bisogna parlare dei più bei dieci minuti della tv nel 2010. Mi riferisco alla partecipazione di Enzo del Re al concertone del primo maggio. Solo in scena, cantando a cappella,  accompagnandosi col battito delle mani su una sedia, il vecchio ragazzino riuscì a emozionare centinaia di migliaia di persone in piazza e non so quante davanti al teleschermo, io tra questi che  ignoravo l’esistenza dell’artista pugliese. Mi pensavo che i giornali di sinistra, nonché i programmi tv attribuiti alla sinistra culturale, si affrettassero a recuperare il tempo perso per far diventare Enzo del Re, in poche settimane,  un poeta conosciuto da tutti come evidentemente merita, del resto chissà da quanti anni. Invece no, miserabili come  e peggio di sempre, hanno taciuto, a dimostrazione ancora una volta che sono prima di tutto loro ad affossare la cultura, oscurando qualunque gesto artistico contenga naturale vitalità, magari collegabile a immaginari e bisogni popolari. Perché?




lunedì 21 febbraio 2011

Arrivederci, Presidente (omaggio a Massimo Troisi)



Benigni o non Benigni,  a me l’inno di Mameli mi sta proprio sul cazzo. Anche il concetto di patria, indeclinabile ovunque, a maggior ragione in questa familistica terra, che se davvero volessimo riscattarci dovremmo chiamare matria, questa sciocca Italia. Che sarà  pure bella, ma anche la bellezza, da un certo punto in poi... stroppia, soprattutto quando la usano i servi per nasconderci sotto le nocive polveri prodotte dai loro panciosi padroni. Comunque non era Benigni, quello di Sanremo, era un clone. Lo so di sicuro: quello vero, che chissà dove lo detengono, non reciterebbe mai come un guitto di provincia, non gli riesce, facendo  le pause per la risata o per l’applauso del pubblico. 

Vabbè, lasciamo perdere il pippone propagandistico con i SSavoiardi bòni e gli angiolini cattivi... sono cose che capitano,  che gli showmen servili  in questo disperato paese debbono fare. Ma, mettiamo, che ci sia la libertà di rinascere e torna  uno che non era servo,  Massimo Troisi, in tempo anche lui per parlare a una celebrazione davanti alle autorità, davanti al Presidente stesso. Che direbbe? Penso qualcosa del genere, nel suo  quasi italiano tipico,  ma marcando bene sui  suoni della sua antica lingua d’origine:

L’Italia? È... bella l’Italia. L’Italia è proprio... bella... ME-MO-RA-BI-LE. Evvero, Presidente, che l’Italia è bella? Ma chi la governa no, Presidente, mica è così bello?! Evvero presidente? Ma come mai?  Come mai Presidente l’italia è così bella, ma chi la governa...   mica è la colpa vostra, pe’ carità, Presidente! Voi mi sembrate una brava persona che pure, non vi mettete scuorno se ve  lo riferisco, llà fuori dicono che non contate niente. No, quello è che chiunque la governi è così, da sempre, Presidente. E mica solo il governo, nossignore: pure le opposizioni!  L’Italia è bella, però. Ma il popolo, Presidente? Lo vogliamo dire o no che  il popolo non è tanto bello?! Facesse pur’isso, lu popolo, nu tantino schifo! ‘o peggio d’o peggio popolo d’Europa, na munnezza ‘e popolo, Presidente. Veramente... Presidente,  bisogna dirlo onestamente: sempre ha fatto.. una ... ...zza ME-MO-RA-BI-LE. Però l’Italia, quello l’ITALIA è bella, Presidente: ME-MO-RA-BI-LE. Al centro!!! Al centro, Presidente... Il centro delle città, per esempio,  è bello dappertutto, ma il resto è una ... ME-MO-RA-BI-LE. Come  mai, Presidente? Come mai tutta questa ...zza ME-MO-RA-BI-LE? Che devo dire, Presidente? Che devo dire? Sarà il destino della bellezza che attorno attorno ci cresce la munnezza, Presidente... io infatti quando che vedo magari 'na femmina bella sapete che faccio, Presidente? Me ne scappo... ma no pe' issa, quello le femmine belle so’ criature diddio che mi piacciono assai. No, me ne scappo perché non mi fido mai di quello che c’è tutt’attorno a 'na femmina bella. Sbaglio qualcosa, Presidente? Mò me ne vado, Presidente,   permettetemi   solo di vi dare un  consiglio: se non volete avere a che fare con la munnezza, Presidente, tenetevi più che potete alla larga dalla bellezza! Pur’io faccio così e mi trovo bbuono. Arrivederci, Presidente.

Cantava il ragazzaccio Rimbaud prima di mettersi a commerciare armi e forse schiavi: ho preso la bellezza sulle ginocchia e l’ho trovata amara... o amareggiata, non ricordo...

http://www.youtube.com/watch?v=SbquOj7evrE&feature=related

domenica 20 febbraio 2011

In giro " sempre gli stessi cani e con gli stessi guinzagli... " (Miguel de Unamuno)


Leggete questo strepitoso articolo che il filosofo spagnolo Miguel de Unamuno, del quale mai lessi una riga invano, scrisse a fine '800, pubblicato dal quotidiano La Stampa (spero si possa linkare senza incorrere nella persecuzione dei gendarmi).

venerdì 18 febbraio 2011

Epistola ai seguaci della profeta Lipperini Loredana



Che impressione mi fece questa criticona le prime volte che praticavo la sua boutique centrale l’ho già detto qui. D’ora in poi, quando avrò da dire qualcosa alla giornalista adirata speciale LL. lo farò da casa mia, usando una vetrinetta della mia botteguccia di lucidaparole artigianale:  mi risulta più comodo. Infatti, mi sarei rotto i sottoposti di essere censurato.  

Lo so che non starebbe bene pigliarsela con le persone anziane, maccheccazzo, mica possono fare tutto quello che gli pare a loro perché son anziani! Mi spiego (MA NON MI SPIEZZO). Non c’avendo altro da fare, l’altro  pomeriggio mi sono recato alla boutique centrale della profeta della libertà, a ingresso libero. Lo so che si potrebbe anche fare a meno, lo dicono in tanti...   Ma lo dicon male, son ragazzacci  maldestri, son manigoldi, perché le buttano in negozio  i topi morti, le imbrattan le vetrine coi secchi di vernice e poi si lamentano se chiama la polizia. Io invece mi comporto educatamente, proprio senza nessuno sforzo perché lo naqui, modestamente lo naqui. Invece LL si vede che non lo naque, che comportarsi educatamente in società le costa fatica, tanta fatica. Del resto era tanto che non ci passavo, ma dopo la epifania femminista di domenica scorsa ero curioso di vedere la ripresa degli allenamenti di certi campioncini della pratica indignatoria, della quale  LL è in Italia uno degli allenatori più quotati  per quanto riguarda il letterativo, tantevvero che sarà quasi sicuramente chiamata ad allenare la squadra di indignazione acrobatica alle prossime olimpiadi. 

Dato che ce l’avevano anche con  il fatto che la signora Nicole Minetti osi avere una vetrina in un altro non sempre da frequentare  negozio centrale, nella quale esporre le sue tesi sul caso che la riguarda, mi sono permesso di domandare quanto segue:

Lipperini mi scusi, in base a quale concezione giuridica la ” strega ” Nicole Minetti non avrebbe diritto a difendersi e se vuole autoassolversi?
Postato lunedì, 14 febbraio 2011 alle 10:01 pm da Larry Massino

La risposta non pervenne, anzi, non so dopo quanto tempo, la deiezione dubitativa sparì dal novero dei commenti. Pazienza una sega! Si può?! Come si permette la signora  LL?! Come mai  questa funambola del luogo comune, dopo essersi battuta come un lenone, ancora pochi giorni fa,  contro la censura delle amministrazioni venete contro gli scrittori suoi protetti,  censura a sua volta? Come è tollerabile che uno dei più importanti e frequentati negozi   del centro che si autopropagandano come riserva delle libertà collettive, siano in realtà luoghi di barbara pratica censoria, dove si butta fuori chi urbanamente domanda  informazioni sulla merce senza comprare  sulla parola? Com’è possibile che  nessuno dica nulla, neanche i suoi frequentatori abituali, che vengono così gabbati dalla poco limpida tenutaria, o peggio, si metton sul piani degli ignavi? Possibile che i clienti non esigano tuttiquanti che i loro acquisti vengano incartati dalla famosa carta libertà?

Non la faccio tanto lunga, limitandomi a ribadire che non smetterò mai di combattere la pochezza comportamentale delle persone come LL, che d'altra parte fa a gara con la loro pochezza pensativa. Ma i discepoli di questi profeti? Il dubbio è che i più, tra i frequentatori di  questi negozi esclusivi del rete, lottino più per affermare la propria vanità che per  affermare la nostra libertà.

Infine ne faccio anche un fatto politico affettivo. A me piacerebbe essere cittadino di una nazione ben governata da persone sagge e preparate, che in questo preciso paese non possono essere che di sinistra, anche quando sono ideologicamente liberali, finanche della destra liberale.  Però, credo che finché la sinistra non si toglierà di dosso una a una le pulci come la Lipperini, maschili e femminili, senza distinzione di genere - le quali  purtroppo sono tante, direi troppe, non sempre innocue quanto una criticona radiofonica - sarà gioco facile per chiunque far credere che  è rimasta quella comunista sanguinaria, estranea ai principi basilari della democrazia e delle libertà individuali, incline a isolare i non ortodossi, a privarli di identità, a purgarli, recluderli, e,  allapeggioallapeggio, in nome di non meglio identificati ALTI VALORI, eliminarli, con la complicità dei suoi ignavi seguaci.


TESTO E AUTORE DEL TESTO NON CORRETTI

martedì 15 febbraio 2011

Epistola prima dal contadino della sua terra

Carissimo signore Larry, col permesso vostro, vi faccio una promessa e, cioè, che la premessa che c'ho in testa è corta; chè le parole, lo sapete, possono diventare lunghe e si sa quando s'incomincia e no quando si finisce. A costruire è più difficile che a sfasciare; pure quando non ti puoi  stare zitto, chè le cose che stanno costruendo so sbagliate e fanno schifo e lo vedono tutti quanti.


Voi ve lo ricordate a Totò che si voleva vendere la fontana importante che sta a Roma? Mo, proprio in questi giorni, ho sentito di dire che certi volevano vendere tanti palazzi importanti; e che sono stati scoperti e arrestati. Poi, si volevano vendere il Colosseo, m'hanno detto pure, ma questa cosa non so sicuro; non si capisce più chi è il padrone del canale più grande che sta in mezzo a Venezia. Ma, per voi, queste cose so normali? Che ci stanno certa gente che tiene tanta soldi e tanta fantasia che si vuole andare a comprare certe cose? Per me, no. Io mi ero sempre creduto che certe cose sono di tutti; se no che vuole significare che dicono patrimonio all'umanità?... Lo so, non vi credete, che il discorso è un poco più difficile; ma non voglio dire questo fatto.....E' proprio che non mi piace che ci stiamo rassegnando che tutte le cose ce le possiamo, anzi dobbiamo, comprare......Non è una bella cosa.


A Massimo e a Roberto pure ve li ricordate, è vero? " Chi siete, che volete, che facete...un fiorino! ". Pure questa cosa che doveva fare ridere sta succedendo veramente; solo, non si mettono d'accordo a quanti fiorini devono domandare ai stranieri che ci vengono a trovare. Dice che pure all'altre parti fanno così. Ma non significa, secondo me: se uno è antipatico, dobbiamo fare l'antipatici pure noi? E ci volevano sti sindaci moderni per questa bella pensata? N'amico mio, Ciccillo u sognatore, l'aveva detto 40 anni fa: " Questi, i villeggianti, so scemi: vengono qua in campagna e si pensano chissà che cosa li fai vedere. C'avessimo fare pagare l'aria buona che li facciamo respirare ". Mo no fa più il contadino; ha detto che lui lo sapeva come si facevano i soldi, senza buttare il sangue da un anno all'altro. Non lo so bene, chè non me ne importa, pure se mi voleva mettere in mezzo anche a me, ma ha avuto certi soldi che s'è aperto una specie di trattoria dove fa mangiare le cose e l'animali che ancora si cresce. Sotto a Natale so andato a mangiare da lui con tutta la famiglia mia; abbiamo parlato nu poco. Sempre che si lamenta: chè i soldi non s'avanza niente, sta sempre ficcato là dentro, pure a tutte le feste. Che li piaceva più assai la vita di prima e che avevo fatto bene che non l'avevo sentito. Mentre parlava, è passato nu cliente..." Per il posteggio, viene un fiorino ". Io l'ho guardato strano: si stava prendendo i soldi, senza fare niente. A lui non lo sentivo più, ma la terra mi ha guardato e m'ha detto che non era na bella cosa.


Voi la sapete, signore Larry, la storia che a Napoli si vendevano l'aria nei boccacci della salsa? Non lo so se hanno fatto un film o nu libro sopra a sto fatto, ma così dicevano. Non sapete ancora ch'è successo nella Regione dove si trova la terra mia e da dove vi sto parlando. Hanno fatto, da poco, na bella legge come a quella dei sindachi moderni. Mo, immaginatevi che uno si trova all'ospedale; che tutti i professori parlano l'uno co l'altro e chiamano tutti i parenti. Che dicono che tiene, massimo, due ore di tempo; che il tempo suo s'è finito e che è più meglio che lo finisce tutto quanto nel letto dove dormiva quando si sentiva bene. Mettiamo che uno, pure che nessuno se n'accorge, sente a capisce tutte cose....Ve l'immaginate...uno, può essere, pensa ai figli, ai nipoti. A tutte le cose che teneva ancora da fare e che non le può fare dentro a due ore. Pure se era n'animale, è capace che vuole dire che si scusa per quella volta, a qualcheduno. Si ricorda, tutt'insieme, che da molto tempo non dava un bel bacio, come i giovani, alla moglie. Che la voleva dire, dopo tanta tempo che non aveva trovato l'occasione, che la voleva bene e che non doveva stare preoccupata...Ma che non teneva la forza per fare niente più e l'orologio, che fino a mo na giornata non si finiva mai, tanto era pesante, correva sempre più svelto. Li manca l'aria, l'ossigeno. Il professore ha detto due ore e due ore devono essere.....Non ricapita quasi mai, ma mettete che uno ce la fa ad alzarsi in piedi; che non si mette a dire niente, chè vuole risparmiare un poco di fiato. Va alla speziaria dove tengono l'ossigeno che li serve; l'aria nei boccacci di ferro.....Non ce lo danno, se non tiene un fiorino.....


Questa, veramente, non è na bella cosa.............E so comunisti.........


Contadino della sua terra

P.S.: signore Larry, se, per una motivazione qualsiasi, pensate che è meglio a non pubblicare niente, non lo fate. Chè mi sento un poco emozionato.

lunedì 14 febbraio 2011

No giustizia no party (Riccardo Iacona)

Riccardo Iacona mi sembra proprio bellino. Non se la tira per niente, ma fa il   giornalismo come si deve, né più né meno, come si deve. La sua inchiesta sulla vergogna delle carceri italiane appena andata in onda mi è sembrata perfetta. A conferma che la società italiana fa schifo, le sue denunce cadranno purtroppo nel vuoto, come sempre.

giovedì 10 febbraio 2011

umorismo visionario innanzistico: la riforma prostituzionale

Come qualcheduno sa digià, ogni tanto ospito diagonali  umoristiche del mio cugino Larry Svizzero, il più indegno rappresentante della nostra famiglia di idioti.

Oggi, cari lettori,  ho fatto questa invenzione qui, a favore  dei poveri editori che non sanno più che inventarsi per andare in edicola tutti i santi giorni e gli tocca parlare sempre della stessa roba, di quanto è farabutto il presidente del consiglio e qui e là.

Ho deciso di mettermi innanzi, di lasciare al giudizio della storia  le vicende di questo straccione di  Presidente con le pazze al culo. E dunque, cercando di dare esempio a tutta la meglio stampa,  farò un  pippone editoriale visionario contro gli atti governativi  del  prossimo Premier, che è spiritosa, giovane e sana,  bizzarra quanto basta, e che potremo farci durare a lungo quanto vorremo, senza nemmeno dover far finta di alternarla con noiosi presidenti oppositivi.

Comincio. La legge a favore del sorriso obbligatorio, signora Premier, facente parte del pacco delle recenti riforme, è un obbrobrio orribile orripilante che non passerà al vaglio dei giudici dell’alta corte, perché palesemente antiprostituzionale. Già ci eravamo fortemente opposti all’introduzione della legge denominata dei 90 gradi, che permette a qualunque autorità  di sodomizzare i propri sottomessi, anche senza le 40 ore di preavviso previste dai diritti prostituzianali, che rifacendosi al noto detto popolare e con precisa preveggenza  dicono all’articolo uno: cosa c’entra il culo con le 40 ore?!  
Poi abbiamo deciso di darle fiducia, Presidente, di venirle incontro, di mostrarle che non abbiamo  preanogiudizi, e ci siamo piegati con responsabilità al sacrificio da lei richiesto per tentare di risollevare il paese e tutti i suoi membri, avendo capito la ratio della legge stessa, anche a seguito delle circo stronziate spieganazioni del misurato e paziente ministro Stracquad ano. Ma solo dopo, Presidente, noi e i nostri lettori, le abbiamo dato, fiducia, solo dopo che i nostri emendanomenti alla proposta di legge furono   accolti dal governo,  primi tra tutti la limitazione al possesso da parte dell’azienda del corpo di solo uno dei figli del dipendente, e  non a quelli di tutta i componenti della famiglia, com’era nell’impianto originario; nonché l’obbligo dell’uso di tutte le qualità di unguenti  per le prime 10 prestanazioni - dall’olio di oliva rigorosamente nazianale ai più esotici olii vegetanali, in opposizione ai burri e margarine origianaliamente previsti nel testo legislativo. Però, signor Presidente, in nome dei sacrosanti principi di sevizia sovrana, al sorriso obbligatorio ci opporremo con tutte le nostre forze, in parlanamento e se necessario in piazza, finanche nelle  duepiazze. Sappia fin d’ora, signora lesboarca,  che se il governo riuscirà a introdurre  la legge al paese, sarà solo dopo che verrà tolto l’articolo relativo all’obbligo di sorridere mentre si viene sodomizzati dalle autorità, meglio specificate in  datori di lavoro o equivalenti superiori e  pubblici ufficiali.

Che dire di più, cari lettori? Menomale  che c’è il Presidente  supremo Licio Gelli che vigila e tiene alta la bandiera dei valori laidi e democratici scritti nella Prostituzione della Repubblica Itali Ana, che se no chissà dove si andava a finire con questi cazzo di collusi Vatic Ani, oscurantisti  reazionari  che ora trovano ingiusto non comprendere il clero tra le autorità dello Stato,  escludendolo dall’introduzione del  progresso nel corpo sano del paese.

Larry Svizzero

martedì 8 febbraio 2011

No giustizia no party (II)

Un pensiero dell’immenso Leonardo Sciascia:
" Quali garanzie offre questo Stato per quanto attiene all'applicazione del diritto della legge, della giustizia? Quali garanzie offre contro l'abuso di potere o contro l'ingiustizia? Nessuna. L'impunità che copre i delitti commessi contro la collettività e contro i beni pubblici è degna di un regime di tipo sudamericano. Neppure uno dei grandi scandali scoppiati in tanti anni ha avuto un chiarimento, nessuno dei responsabili è stato punito, in ogni città e in ogni villaggio è possibile compilare un lungo elenco di malversazioni, di casi di concussione e di abusi rimasti impuniti, i cittadini che fanno il proprio dovere, innanzitutto come semplici contribuenti, si vedono regolarmente presi in giro prima e ridicolizzati poi, perché quelli che frodano il fisco vengono poi premiati con le leggi di perdono fiscale che costituiscono un'esortazione e un incoraggiamento al non rispetto della legge, a essere un cattivo cittadino ".
Sciascia pensava così, io pure, penso anche molti di voi. Lo dico perché quello che sto per dire a molti farà storcere il naso, ma credo sarebbe piaciuto a Sciascia.
Scrivo a quanti si sentono al sicuro e dicono " intercettateci tutti! ". Si vede che non hanno mai avuto a che fare con l'inquietante sistema giudiziario italiano e che si sono fatti fregare dall'improposopea di un illetterato Di Pietro, sulla quale ingenutità si potrebbe pure soprassedere, al contrario di quella del letteratissimo Roberto Saviano. Le cose stanno peggio di come scrive qui Sciascia, perché il sistema della giustizia italiano è fatto su misura per ricchi e potenti. Per gli altri generalmente sono guai. A partire dalle vittime e dagli incolpevoli.
Immaginate una domenica qualunque. Il vostro numero è sull'elenco, vi chiamate Alberto Denaro. Suona il telefono:
Pronto
Pronto
Chi è? Pronto, pronto, non sento nulla!
Cuggino, minchia, io sono, sugno Mattia!
(avete tanti cugini che nemmeno conoscete, vi sforzate di elencarli) Mattia chi?
Compare che fai, sfotti?
Ma che sfotto, ma bada questo! (continuate a dargli spago, non c'avete un cazzo da fare, state sul divano con il cordless).
Alberto tu sei?
Alberto " sugno "!
Ma Alberto Alberto?
(alzate un po' la voce) Se le ho detto Alberto... Vedrà, se sono Alberto, sarò Alberto Alberto! Mattia Mattia ha detto che si chiama lei? (fate come calcolo mentale per farvi tornare la memoria) 3 x 2 = 6; 4 x 7 = 28. Macché, Mattia, non mi ricordo di lei.
Alberto non mi fare incazzare, minchia, 3 x 2 otto fece! (ridacchia). Come va la famigghia, Marina sta bene?
(avete un'amante che si chiama Marina, vostra moglie sta dormicchiando sulla poltrona, vi insospettite un po'. Vi viene spontaneo abbassare la voce) Marina?! Ma-rina, be-nino, via, diciamo benino...
La telefonata va avanti per 4 minuti, alla fine Mattia Denaro vi dice il numero che ha composto, voi gli dite che il vostro numero non è quello che ha detto lui.
Vabbene, cuggino, ma non c'è tanta differenza, numeri sugno! 3 x 2 sempre otto fece! Minchia! Buona giornata.
Clic.
Inutile dirvi che Mattia Messina Denaro è intercettato, che per chi vi ha ascoltato il vostro linguaggio era in codice, perché nessuno sta al telefono quasi 4 minuti con uno che ha sbagliato numero. Il magistrato dispone che i vostri telefoni vengano messi sotto controllo, se vuole anche quelli dei vostri vicini per via parentale o amicale.
Il giorno dopo vi telefona il vostro elettricista, che a vostra insaputa era stato in gioventù in galera, da innocente, accusato per traffico di droga. Casualmente e per vostra sfortuna il vostro elettricista è anche l'elettricista di un cugino vero di Mattia Denaro, al quale casualmente aveva telefonato poco prima di telefonare a voi. Siete nei guai! Guai seri. A complicare le cose ci si mette il fatto che il vostro elettricista vi parla di preventivo, di roba da andare a pigliare, di corrieri che ritardano, di ragazzi che hanno da finire un lavoro. Insomma, frasi così, come dicono gli elettricisti, frasi che però non infinocchiano né i magistrati né i letterati inquisitori, che capiranno benissimo il loro valore metaforico. Le intercettazioni vengono pubblicate dai giornali per dovere d’informazione. L’opinione pubblica si indigna.  Non cì è nulla da fare: venite arrestato per traffico di droga in combutta con l'elettricista. I giornali vi sputtanano. I vostri nemici aumentano le dosi. Lo scrittore principale va da Fabio Sazio a dire che ci sono le prove del vostro coinvolgimento, che già dell'elettricista si sapeva... Vostra moglie vi fa strane domande. Dopo poco scoprirà, dalle letture delle intercettazioni, della tresca sessuale che avete con  Marina, la sua migliore amica, e non vi vorrà più vedere, mollandovi in carcere.
Vi siete trovato un buon avvocato, e avete fatto bene. Ma sperate che non si accordi con il PM per un vecchio favore che gli deve: se non avete abbastanza soldi, è abbastanza probabile che questo avvenga. Il vostro avvocato, comunque sia, non riuscirà a tirarvi fuori di galera, neanche ricorrendo al tribunale della libertà. L'accusa è grave, associazione di stampo mafioso e traffico internazionale di droga. L'avvocato vi dirà scettico che lui vi crede, ma che le cose stanno messe male; parlandovi amareggiato del sistema giudiziario vi convincerà che la verità è una cosa, ma la verità giudiziaria non c'entra nulla con la verità. Dopo 6 mesi di carcere preventiva vi convincerà che dato come si sono svolti i fatti vi conviene patteggiare per associazione esterna, cinque anni... il giudice vi concederà la condizionale, non farete neanche un giorno di galera in più. Quando si svolgerà il processo all'organizzazione mafiosa vi avvarrete della facoltà di non rispondere. Però per il futuro state attenti, perché non avrete più sconti, farete la galera anche per un incidente automobilistico. Firmate la procura all'avvocato, gli dite di mandarvi il conto, lo ringraziate e ve ne andate.
Uscite di carcere. Non avete più casa, i vostri figli sono stati affidati alla madre e non vogliono nemmeno parlarvi al telefono. Al lavoro vi hanno licenziato, non si sa se per giusta causa o meno, si vedrà. Andate dal segretario di partito che è vostro amico, con il quale avete diviso le battaglie di una vita. Non vi riceve. Siete comprensivi. Allora cercate Marina, che vi dà appuntamento al parco. Viene trafelata, vi abbraccia, ma sentite che non è più come prima. Infatti dopo poco, piangendo, vi dice che aveva pensato di aiutarvi con vostra moglie, di togliersi di mezzo. Vi dice insomma di aver sposato in quattrequattrotto un suo storico corteggiatore che non ama, ma che rispetta profondamente ecc ecc.
Questo è un raccontino di fantasia. Nella realtà avviene molto di peggio, perché nel percorso verrete molto probabilmente stuprati dai vostri compagni di cella e picchiati da poliziotti e guardie carcerarie, che vi conviene non denunciare perché tanto non riuscirete a dimostrarlo. Dopo l'incontro con la vostra vecchia amante vi verrà voglia di suicidarvi. Se non ci riuscirete non troverete più nessuno disposto ad aiutarvi, a parte qualche organizzazione religiosa che vi tratterà con pietà, come fa con tutti gli ex detenuti. Passerete le giornate a bere nel vostro lurido miniappartamento, aspettando che finiscano i soldi. Quando troverete la forza per uscire puzzerete di alcool, povertà e solitudine, tutta roba che non piace a nessuno, tantomeno alle ragazze. Se trovate una crocerossina che si interessa a voi preoccupatevi, potrebbe essere una sacerdotessa di una setta satanica che durante la notte vi invita a un festino dove vi faranno letteralmente a fette durante una messa nera sotto forma di orgia sessuale. Nessuno si ricorderà di voi. La denuncia della vostra scomparsa la farà dopo qualche mese il vostro padrone di casa, un aguzzino che vuole libero il loculo  che vi aveva affittato a nero con caparra di 6 mesi, ma dichiarerà che eravate suo ospite. Alla questura vi schederanno al massimo fra gli scomparsi depressi, probabile suicida.

Testo e autore del testo in fase di correzione.

Fedor Dostoevskij

Questa si cita sempre, mi scuso per l'inoriginalità, ma ci sta parecchio bene:

    «Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni»

lunedì 7 febbraio 2011

No giustizia no party

La quistione moralistico-giudiziaria è scoppiata in Italia intorno agli anni '90. TUTTI DENTRO era lo slogan scaturito  dal sacrosanto desiderio popolare di vedere i governanti e i dirigenti delle grandi imprese pubbliche e private giudicati per le loro copiose malefatte. In effetti, in questi vent'anni, i giustizialisti qualche risultato l'hanno ottenuto, per esempio quello di vedere raddoppiata la popolazione delle carceri. Ma chi c'è in carcere? I Potenti si sono aggiunti ai poveracci? Manco per il cazzo! In carcere ci sono i soliti poveracci, a quelli nostrani si sono aggiunti  quelli immigrati, trattati peraltro in maniera disumana, ammassati nelle celle, spesso anche suicidati dal regime impauristico, a fare da spauracchio  ai poveracci provvisoriamente  fuori per poterli meglio sottomettere. Allora mi viene voglia di mandare di cuore affanculo i giustizialisti, quelli della prim'ora e quelli dell'ultima.

venerdì 4 febbraio 2011

La politica secondo Baudelaire


Insomma, davanti alla storia e davanti al popolo francese, la grande gloria di Napoleone III sarà stata di provare che il primo venuto può, impossessandosi del telegrafo e della Stampa nazionale, governare una grande nazione.
Imbecilli sono quelli che credono che simili cose possono compiersi senza il permesso del popolo - e che credono che la gloria non possa poggiarsi che sulla virtù!
I dittatori sono i domestici del popolo - niente di più, un ruolo fottuto d’altronde - e la gloria è il risultato dell’adattamento di uno spirito alla stupidità nazionale.

giovedì 3 febbraio 2011

Munnezza mezza ricchezza (emergenza rifiuti a Napoli)

Sarà stupido, incivile  e superato  al giorno di oggi guardare alle cose dal punto dei vista dei soldi invece che dal punto di vista della società civile più aggarbata, ma i soldi contano, a volte contano solo i soldi.  Si dice che per l’emergenza rifiuti a Napoli, che ha più o meno un milione di abitanti,  si sono spesi negli ultimi 15  anni 8 miliardi di euro. Secondo me molto di più. Ma anche fossero solo 8, essi sono andati a sostenere il reddito di una città che alla luce dei fatti  ha più inventiva di altre. Si tratterebbe di 8.000 euro a cittadino, che in un modo o nell’altro sono circolati nell’economia regolare, hanno copiosamente contribuito al formarsi del reddito di ogni famiglia napoletana, attraverso posti di lavoro o commesse aziendali. La cifra,  in un sistema di smaltimento rifiuti razionale, si ridurrebbe forse a un quinto. Questo è il motivo, secondo me, per cui quello che si vede in tv non è altro che un furfantesco  spot pubblicitario di un’azienda che produce ricchezza dalla munnezza, ricchezza ridistribuita più di quanto si voglia far credere, sicuramente ridistribuita più di quanto fa l’Impregilo  inceneritoria di cui voleva forse parlare San Saviano a vienghi via con me, perché chiunque abbia un po’ di cervello, quando Saviano, appena dopo una drammatica pausa, disse  camorra, si stava aspettando che dicesse Impregilo, Impregilo, non camorra, oppure camorra e Impregilo, che sono loro che ci guadagnano di più, camorra e Impregilo, o l'una o l'altra, oppure, sia l'una che l'altra.

Che la camorra è quello che è, economicamente parlando  un sistema criminale di produzione  e distribuzione di ricchezza. E anche l’Impregilo  è  quello che è,  uno dei gruppi industriali più potenti d’Europa, con rispetto parlando. La stessa Impregilo  che pare, pare - magari secondo gli allarmi del sindaco di Salerno De Luca, che vuole sì l’inceneritore, ma con tecnologie di ora, le migliori sul mercato,  del quale vuole lui stessa e la sua amministrazione commissionare la costruzione - costruisca inceneritori cosiddetti termovalorizzatori ma che inceneriscono e buttano tossine nell’aere con tecnologie superate, tecnologie che non riuscirebbe mai a piazzare nel resto d’Europa,  trattando la Campania da terzo mondo, con la complicità del suo maggior agente di commercio, Berlusconi. Invece quell’altra ditta che chiamano camorra agisce  con la complicità del popolo, che quando c’è da fare schifezze non si tira mai indietro. Sembra dire il popolo ai governanti:  sfaccimm, nu cacat 'u cazz, ratec ‘ ddànari, l’nceneritur e ‘a raccòrt differenziàt facitel’ a ‘u nord vustr!

martedì 1 febbraio 2011

SCOOP MONDADORI

La casa editrice Mondadori, per far fronte all’emorragia di scrittori di coscienza primaria,  sta per lanciare un nuovo genere letterario che si chiamerà INTERCETT FICTION FANTASY HARD. Verranno pubblicati romanzi fabbricati con gli scarti dei  testi ben recitati nelle intercettazioni, scritti appositamente per le attrici in ascesa dai romanzieri Mondadori in declino. Il primo tomo della collana sarà una biografia dell’attrice e Miss Entomale Patrizia D’Addario, insuperabile nella parte dell’indignata, dal titolo PRESIDENTE NON MI PRENDA PER IL CULO.