Larry Massino is back, dispartito, tornato at home. Un caloroso abbraccio a tutto il suo pubblico, Floarea, Davide, Rita, Francesco: meno dei 25 lettori che immaginava di avere Alessandro Manzoni, ma senz'altro più qualificati.

martedì 27 settembre 2011

Ora di religione


In fondo il Dio a cui  pensano i secolarizzati cattolici italiani è un tipo che a un certo punto, per infinita bontà, si manifesta a dare loro   quello che gli serve: cibo, un buon riparo,  considerazione sociale, affetto,  case che si puliscono da sole, auto di grossa cilindrata, calcio a go go, sesso quando uno ne ha voglia, mogli e mariti che non rompono, figli che si drogano solo il minimo indispensabile, programmi tv meglio di quelli di ora. E, sopra di tutto,  pensano assurdamente a un Dio che dia loro ragione (un ossimoro).

sabato 24 settembre 2011

Nietzsche e i guidatori di bolidi


un bel libro

Nel popolo italiano quelli della cultura sono pochi pochi, lo sappiamo tutti. Esso  è formato da incolti, da appena appena alfabetizzati che se va bene leggono i libri di barzellette (quelli mediocri, intendiamoci). Nel mezzo a minoranza colta e maggioranza  gnorante resiste  un'esigua rappresentanza  di scettici, li componenti della quale vorrebbero tanto ci fosse più cultura, almeno nel senso dell'amore per l'arte e l'espressione, ma non si fidano della minoranza mercantile che praticando la cultura ne vuole ottenere il massimo di beneficio, anche in termini di diritto a condurre la società; di quella minoranza che prima cerca di imporre alle maggioranze il principio che debbono comandare i colti (l'illuminismo pragmatico scalfariano), poi si descrive e si fa descrivere, in genere  da propri dipendenti o fiancheggiatori,  come massimamente colta...

Sappiamo tutti che fra quelli della cultura non c'è alcun accordo, che anzi, la tendenza è quella di dividersi per visione del mondo, capacità intellettuale, corrente artistica, relazioni importanti, età, esperienza, titoli, opere prodotte, risultati di pubblico, appartenenza a logge, loggette e porticati. Quelli accusano quegli altri, e si tolgono il saluto, e te vendi perché fai schifo, e te sei invidioso, e io mi rivolgo alle masse, e il mio pubblico... sono abbastanza patetici... Non a caso, per trovarne uno intellettualmente onesto, tra quelli della cultura, bisogna farsi spazio tra miriadi di teste di cazzo che tendono a proteggere la propria o perina o l'appartenenza a uno o l'altro dei branchi in campo.

Ora, i considerati analfabeti, sapessero quello che sanno certi scettici, avessero visto quello che hanno  visto
certi scettici, la prosopopea di quelli della cultura la farebbero letteralmente sparire, presi dalla furia ne farebbero sparire anche tante testimonianze (fu il terrore di Nietzsche alla notizia falsa che circolò in Europa circa la distruzione del Louvre da parte dei comunardi; rispetto alla quale falsità giornalistica il filosofo baffuto si rifiutava di incolpare la povera gente per l'eventuale atto iconoclasta, e si domandava: sono o no colpevole quando godo della cultura di cui la classe povera è priva?). Ma non lo sanno... ancora, non lo sanno... altrimenti gli analfabeti si incazzerebbero parecchio, e brandirebbero contro i sedicenti colti qualcosa di più pesante dei libri di barzellette... Possibile che i componenti la minoranza colta  questo non lo capiscono? Possibile  non capiscano che possedere la cosiddetta cultura, peraltro  quasi sempre in senso narcisistico, è al giorno di oggi soltanto una questione di gusto, che in nulla supera il gusto di chi sa giocare a pallone o nuotare o guidare un bolide? Possibile che i sedicenti colti vogliano acquisire il diritto definitivo al comando inducendo i barbari analfabeti alla distruzione di qualche opera di cultura, in modo da accusarli per sempre di essere colpevoli del crimine contro la cultura e poterli governare quali esseri inferiori?

I guidatori di bolidi, appunto: prendiamo loro come esempio, questi individui particolari, questi tipi singoli  che penso piacerebbero allo stesso Nietzsche. Essi sono forse  gli individui con più autorevolezza riconosciuta dalla maggioranza dei cittadini,  maggioranza  che sarebbe meglio definire stramaggioranza, la quale  fino ad oggi mantiene il diritto al voto... Mettiamo che i guidatori di bolidi, avendo preso il posto dei guerrieri di una volta, intendessero occupare il centro della società e governarla coi propri principi: noi più intellettivi non avremmo il diritto di essere scettici, nonostante le loro indiscutibili capacità e nonostante  il consenso dal quale sarebbero circondati?  E sì che nella visione del mondo dei guidatori di bolidi non mancherebbe nulla, né in termini scientifici né in termini umanistici, per organizzare la società in modo efficace e forse anche bello. Infatti,  un guidatore di bolidi deve avere doti umane non comuni e sfruttare tutte le proprie capacità per avere successo, psicologiche e fisiche (non risulta ci sia una metafisica dei guidatori di bolidi); del resto, dal punto di vista scientifico, nel mondo dei guidatori di bolidi si fa tanta ricerca, e difficilmente un buon ricercatore viene escluso perché non fa parte di un branco, men che mai può venire escluso a priori un buon guidatore (lo so che in certi casi bisogna investire molto per dimostrare le proprie doti; ma non è uguale nel circuito della cosiddetta cultura?)

Vabbè, non mi paga nessuno, chi vòle capi' capisce...  

venerdì 23 settembre 2011

Epistola prima per Aldo Busi

giurista che si perplime 

Caro Aldo Busi, in altri casi le ho fatto sperticati elogi, e ne vado fiero, ma questa volta, schierandosi a favore di un'iniziativa così idiota come quella dell'outing, mi sembra che ha toppato di brutto. Lei cosa avrebbe fatto se il suo nome a suo tempo fosse stato inserito da anonimi in una lista di sicuri pedofili? Si sarebbe incazzato non poco, avrebbe sfidato gli anonimi a uscire allo scoperto e li avrebbe querelati (o bastonati?). Ebbene, è ciò che faranno i dieci nomi inclusi nella lista secondo lei benvenuta, che per assurdo diventeranno i buoni e i miti perché dalla parte del diritto. Bel risultato... Senza contare che la DELAZIONE sarà d'ora in poi considerata legittima, come strumento di lotta politica,  da chi è a priori nemico del diritto,  perché sdoganata dalla parte progressista e più smagata della popolazione intellettuale. D'ora in poi si potranno fare liste di PROSCRIZIONE  anonime su tutto. Non sarà un bello spettacolo. 

Le battaglie per i diritti, caro Busi, si fanno con gli strumenti del diritto. Con gli strumenti dei barbari si ottiene solo di imbarbarire ancora di più la popolazione. In Italia ce n'era bisogno?

mercoledì 21 settembre 2011

Gli italiani danno molto valore alla bellezza (20.000 euro al mese)

Quale  bellezza salverà il mondo?

Il problema è che B è bugiardo, non che Terry (abbastanza racchia) è una prostituta. Il problema è capire perché a una parte considerevole degli italiani va bene farsi governare da un bugiardo approfittatore che si è arricchito con la politica, non che una prostituta ha una morale del cazzo (ci sta!). Il problema è capire perché tanta gente è disposta a credere che la morale di una prostituta sia diventata rappresentativa di un popolo. Non è che lo fa perché deve coprire proprie magagne? Non è che una parte considerevole di persone in Italia, quando può, vende quello che ha - bellezza, intelligenza, forza, relazioni -  senza farsi tanti scrupoli?

domenica 18 settembre 2011

Epistola settima agli editori (fuorché uno)

 la Merkel indica la quantità di massa cerebrale contenuta nelle teste di certi suoi colleghi

Vi informo gentilmente che oggi ho aggiunto un nuovo tomo alla mia già volumignosa opera omnia: " Lo strano caso dello scrittore che trovava Angela Merkel più bella di Marina Berlusconi  ".

Non lo sto a mandare a Mondadori...

sabato 17 settembre 2011

Spartacus


 " Tutto questo casino per stare alla fine dalla loro parte? "
Dapprima non mi fidavo di quelli che dicevano le cose che condividevo. E feci bene, perché smisi subito di farmi guidare dai grandi editorialisti, che sostanzialmente scrivevamo e scrivono prendendo a prestito i luoghi comuni dalle teste dei loro lettori paganti, per farli sentire intelligenti... Mi parvi furbino a non cascarci. Ma fu faticosissimo farmi un'idea coerente su qualsiasi cosa avvenisse, e fui tante volte tentato dall'abbandonarmi all'acquisto di idee industriali preconfezionate, magari industrie di nicchia come il cinema che loro dicevano d'essai, fatto coi soldi dello Stato, che vuol dire fondamentalmente all'interno  delle forme relazionali che decide lo Stato, compresi compromessi e corruzioni di tutti i tipi. Per fortuna non lo feci mai definitivamente l'irresponsabile atto di rinchiudermi in una o quell'altra nicchia (più onesto l'isolamento completo),  e continuai a fare i miei pensieri senza diventare mai ortodosso a un ordine, convinto che il problema non è nemmeno  quello di rivolgersi a fornitori di pensiero meno cinici, perché anche loro, troppi di loro, prendono a prestito dai loro lettori, che sembrano meglio solo perché sono di meno... certo, incorrevo spesso in gravi incidenti cogli stessi amici, che a volte non sopportavano l'originalità, magari a ragione, perché mica esiste un pensiero autolegittimante...

La questione dell'apprendere si pone in termini corporali (ciao Massimo). Ci sono degli enunciati che ti possono nutrire (come insegnava Simone Weil) e altri, la maggior parte, no, anzi, ti succhiano proteine e calorie senza che tu te ne accorga. In questo senso, essendo ognuno di noi prima di tutto un lettore, non si sa quanti siano gli autori che ti succhiano enunciati per scrivere i loro compitini giornalistici o letterari. Difficile difendersi... Per questo motivo, potrebbe essere, sono tanti quelli che si definiscono stupidi e si rifiutano di leggere, riparandosi, letteralmente riparandosi, dietro il muro della loro supposta mancanza di intelligenza. La verità è che non gli manca l'intelligenza, agli stupidi, i quali, invece, comportandosi così, dimostrano di averne da vendere. Infatti, potete osservarlo tutti: se mettete in circolazione enunciati che possano nutrirli, se ne ciberanno, come è naturale che sia, anche i considerati stupidi, dimostrando di non esserlo poi in modo così definitivo... Il fatto che si rifugino nello sport, per esempio, la dice lunga, perché nello sport più di tanto non si può fregare, bisogna essere davvero meritocratici, mica  è possibile impedire di saltare a chi salta, di correre a chi corre ecc. come invece, purtroppo, avviene nel resto della società, che prima o poi sarà spazzata via in malo modo da questi esseri diversamente amanti della cultura che a torto, assolutamente a torto, vengono ritenuti inferiori e autoritariamente spinti a gonfiar repressione  nelle periferie urbane e sociali. Questi qua, però,   vanno da tempo accumulando forza fisica, frequentando palestre e facendo sport... temo che  quando sarà il loro momento non guarderanno in faccia a nessuno, avrai voglia a dirgli che la  paratassi tua è più corretta della paratassi di quegli altri...
A questo punto mi tocca fare l'elogio di Fabrizio Corona. Mai avrei creduto di poter arrivare a tanto... Invece, tra Corona e Sofri figlio, mi tocca scegliere Corona. Dico Sofri così a caso,  uno che si dà da fare, tutto sommato simpatico, che io altrettanto simpaticamente definisco il direttore del Figlio... ma potrei fare nomi e cognomi a iosa. Solo perché la di lui sposa, Daria Bignardi, fu umiliata dal Corona medesimo che durante un'intervista le disse letteralmente: “ se dovessi vivere come vivi tu mi ucciderei! “ Senza che la nota e autorevole presentatrice fosse capace di ribattere alcunché, che so, un semplicissimo anch'io dovessi vivere come vivi tu... 
I Sofri e le Bignardi, io stesso per certi versi, siamo portati ad avercela con la gente come Corona perché sarebbero rozzi. Ma così non è. Perché loro rispettano in tutto e per tutto il mondo che li accoglie (e ci respinge...). Siamo noi che non ci va bene nulla! Non solo, esseri capricciosi, fin da piccoli abituati a inventar ragionamenti e parole per difendersi e semmai prevalere su chi pretende di esercitar autorità su di noi, ci siamo trasformati da ribelli in sofisti, in quanto tali massimi esperti e portatori d'acqua dell'autorità alla quale il linguaggio che noi adoperiamo per ribellarsi appartiene. Per questo talvolta ci premiano, le autorità, perché aumentando e rinnovando il grado di sofisticazione del linguaggio aumentiamo il loro potere insidiato giustamente dalle maggioranze rozze delle quali i Corona fanno parte. E' per questo che i  più o meno rozzi ce l'hanno così tanto con noi  più o meno colti: ci considerano collaborazionisti dei loro aguzzini, che sarebbero minoranza battibile non avessero tutto quell'inarrivabile arma che è il linguaggio... Come se sapessero, i  più o meno rozzi, che il nostro lavoro, in quanto produttori di enunciati, è quello di fabbricare parole che demoliscano le naturali ambizioni di rovesciamento dei poteri  da parte dei veri sottomessi all'autorità. Altro che rivoluzionari... siamo dei parolai... e dei servi... Spartacus all'incontrario, ecco quello che siamo.

giovedì 15 settembre 2011

Tutto il godere ai soviet!


Da questa immagine si vede bene che il Presidente dormiva mentre il fratello ascoltava le intercettazioni illegali riguardanti Fassino che poi avrebbe pubblicato sul giornale di famiglia il direttore bersaglio dei terroristi Maurizio Belpietro

Caro cugino, la casta ha da èsse’ casta? Viaaa... E poi c'è una questione di diritto del lavoro, non si possono fare discriminazione su queste giovani in cerca di occupazione che loro malgrado accettano il CONTATTO  di lavoro a tempo determinato. Un'altra domanda: è vero che Angela  Merkel ha maleducatamente definito Berlusconi quello che ha più peli dove lei è  diversamente apribile con la chiave, che nell'involucro che dovrebbe contenere il cervello? Comunque, a questo punto B. deve  sera fica mente abbandonare, anzi, gli rimane un’unica possibilità, l’intervento in extremis di Walter Veltroni, se no Bersani  gli tocca sacrificarsi e andare al governo.

Larry Svizzero

mercoledì 14 settembre 2011

Dagli a D'Alema...

Se tu metti Enrico B sulla stringa di Google viene prima Enrico Brignano poi Enrico Berlinguer... A proposito di tempo appiattito sul presente...

La politica mi interessa poco, mi interessa di più l'idiozia, anche la mia, come sa chi frequenta questa casuccia. Ma c'è idiozia e idiozia.


È in atto una campagna di stampa violentissima contro Massimo D'Alema, legittima da parte di certi interessi che per ragioni insondabili sono da sinistra favorevoli alla destra (il Fatto Quotidiano e il comico in declino Beppe Grillo), assolutamente idiota da parte delle anime belle che non vogliono in nessuna maniera capire che i numeri sono numeri. Il vecchio sindacalista riformista Emanuele Macaluso la faccenda dei numeri politici la spiega bene qui, andatevelo a leggere. Spiega con poche chiarissime parole che i partiti progressisti, in Italia, sono destinati a perdere qualunque elezione se non si accordano con i moderati. Macaluso cita un passo di Berlinguer del 1973:  <L’unità dei partiti dei lavoratori e delle forze della sinistra non è condizione sufficiente per garantire la difesa e il progresso della democrazia, ove a questa unità si contrapponga un blocco di partiti che si situano dal centro sino all’estrema destra>.


Massimo D'Alema, che di Enrico Berlinguer fu appunto il cosiddetto delfino, cerca da quasi venti anni  di sottrarre forze al campo avverso, facendo loro spazio almeno virtuale nell'alveo del centrosinistra: prima Di Pietro, che è uno di destra tendenzialmente autoritaria, inutile girarci intorno;  poi la Lega (Bossi cercò fino al 2000 di entrare nell'orbita del centrosinistra, ma fu stupidamente respinto; stupidamente, ripeto,  perché se gli operai votano Lega essa così definitivamente a destra non può essere... anche se colpevolmente, a volte, occupa quegli spazi politici che un tempo occupava il PCI, che, sempre detto alle anime belle, ereditò tanti tanti elettori e militanti iscritti al fascio); infine la sua politica cinica ha favorito l'uscita dal PDL di Casini e Fini. 

I partiti moderati tendenti a destra, alleati al PDL e alla Lega, come sarebbe naturale una volta uscito di scena Berlusconi, arriverebbero tra il 60 e il 70% e... forse addio democrazia. Insomma, senza alleanze o almeno forme di desistenza con i partiti moderati il PD le elezioni le perde, o, se le vince (del resto l'Ulivo sempre la regia di D'Alema ebbe...), fa accozzaglie chiamate impropriamente coalizioni, incapaci di governare perché ricattabili da tutti, anche dai piccoli partiti moderati di destra che fatalmente bisogna ammettere per ragioni... numeriche (si pensi a Mastella), o partiti di estrema sinistra che appena possono consegnano il governo alla destra (Rifondazione Comunista).


D'Alema è il massimo politico italiano. Sua fu anche la regia dell'elezione di Giorgio Napolitano, così come è lui da vicepresidente dell'internazionale socialista a tenere le fila dei rapporti con il socialismo europeo e con le massime istituzioni mondiali, a partire dall'ONU, nel quale riuscì a far passare la prima moratoria contro la pena di morte; infine D'Alema è l'unico politico italiano  di peso ad avere un dialogo aperte con Hezbollah libanesi e Hamas palestinesi, altrove, anche nel PD, considerati terroristi: non vorrei che questa fosse la vera causa di tanti livore nei suoi confronti da parte di tanti critici apertamente filoisrealiani come Eco e il solito Marco Travaglio. Come  politico, in linea di principio, come già dissi, D'Alema è affidabile quanto uno stupratore seriale. Ma questa storia che i politici debbono essere buoni e alla pari dei cittadini è una balla colossale, offende sia l'intelligenza che l'idiozia. I politici non debbono commettere reati, alla pari di qualunque altro; ma poi,  debbono saper fare politica, come i chirurghi debbono saper fare le operazioni, non stare vicini ai malati; per loro conta essere  capaci di prevalere nelle lotte di potere, che sono violente e si svolgono sopra di tutto in maniera sotterranea, dentro e fuori dai partiti. Sarà  antipatico, ma è così.


Quindi, è idiota pigliarsela con lo scienziato D'Alema che, al fine di vincere le elezioni,  o almeno di cercare di farlo, dice cose moderate per creare spazi politici che includano appunto  i partiti moderati. Come ha fatto l'altro giorno, bizanteggiando un po' attorno al matrimonio fra gay, pur chiarendo alla fine che lui è da sempre favorevole alle unioni civili, quindi a riconoscere diritti alle coppie di fatto, non solo gay.  Qui un riassunto della vicenda pare a lieto fine. Per ora...

Sì, se si ha la coscienza a posto è proprio  idiota pigliarsela con Massimo D'Alema senza sapere che così facendo si favorisce la  destra, magari pensando di  creare spazio a partiti di sinistra di eterna opposizione.

PS: la pur pessima Moratti, con un'alleanza aperta a Udc e FLI siami (pl) sicuri che a Milano perdeva?

PS2: è certo che il bravo Vendola, il quale complessivamente ha preso meno voti nel 2011 che nel 2006, senza la desistenza UDC  le elezioni per la presidenza della regione Puglia le perdeva (e addio leadership...).

PS3: e la poligamia? Non è venuto il momento di allargare il diritto alle famiglie poligamiche? La minoranza musulmana conta meno delle minoranze omosessuali? Che dice la Costituzione?

martedì 13 settembre 2011

Massimo Rizzante esterna contro il presente assoluto (una delle conseguenze del realismo estetico)

momenti di dialettica letteraria nel  blog Nazione Indiana

In attesa che s'infiammi  la prossima polemica tra realisti e immaginisti, tra organici e inorganici, tra affidabili e inaffidabili, nell'internet cultura italiana succede poco, salvo l'affacciarsi di un nuovo sito che si chiama le Parole e le Cose, nel quale si esprimono menti di tutto rispetto, a partire da Walter Siti. La cosa più eclatante mi pare la seguente:   nel primario blog letterativo, Nazione Indiana,  infuria una ben significativa  polemica contro un commentatore “ paria “ come Ennio Abate, il quale,  un po' polemicamente, lo ammetto, invitava l'impegnato  blog, un mesetto fa, ad occuparsi di Libia, e il blog, in tutta risposta, disse a lui di scrivere un articolo sulla Libia, ma poi, quando lui l'ha scritto, gli hanno detto che non gli piace che è scritto male  e qui e là. Allora lui l'ha pubblicato da altre parti, il suo un po' troppo esteso articolo,  per esempio nel suo blog Moltinpoesia, nel quale sostiene a ragione che l'intervento della Nato a favore dei ribelli è una schifezza politica e giuridica; ma insiste con gli amministratori del blog NI dicendo scrivetelo voi, in base a quanto scriveste nello scorso marzo    è vostro dovere farlo che ci tenete tanto alla responsabilità evvia evvia. Loro lo infamano, povero Abate, esce tutto il servizio d'ordine per pestarlo (tutto in verità no, manca Alcor...), per dire che la Nazione, che io chiamavo scherzosamente fazione e dalla quale mi sono pur a dispiacere dimesso come commentatore, si comporta bene e che non censura e che ha diritto di parlare di cosa vuole  e di pubblicare uno scritto o meno a seconda dell'insindacabile giudizio dei suoi redattori (ci mancherebbe!). Vedremo come va a finire. Abate insinua che gli indiani non possano parlare di Libia chissà in base a quale superiore ordine al quale non possono fare a meno di ubbidire. Secondo me fa male a insinuare, a meno che non mostri le prove di quello che dice, anche se in definitiva  e in astratto una simile insinuazione potrei avergliela suggerita io stesso, l'avessi avuto a portata di conversazione...

Invece, uno dei pochi  indiani ai quali secondo me è sempre dovuta la massima attenzione, Massimo Rizzante, oggi esterna, come fa con misura certosina, anche se non con il migliore   dei suoi articoli; questa volta sulla biennale di Venezia e sull'arte contemporanea,  e soprattutto sull'appiattimento del tempo. Tra gli scrittori impegnati si parla finalmente di estetica (in verità lo fanno in pochissimi, Rizzante è uno di questi), però solo a  sorta di pecorelle messe tra un programma importante e l'altro... aspettando l'avvento dell'etica in prima serata, che  ci scasserà il cazzo per tutto l'inverno e anche primavera finché non faranno spazio a certi critici e scrittori, sedicentisi impegnati o promettentisi impegnandi, nei migliori scranni del sistema editoriale (dato che ci sono più culi che poltrone, tutto sta a vedere se Veltroni cederà qualche torre...), e, peggio ancora,  finché non finiranno le nuove trasmissioni tv di.

Si parla finalmente del presente assoluto nel quale sembra esser caduta la nostra disgraziata epoca, così culturalmente corretta. In verità sa bene, Rizzante, che la negazione e manipolazione del tempo passato è una tecnica politica ampiamente usata dal potere  di tutte le epoche a fini di dominio delle masse; come  sa bene che quello che lui descrive è l'effetto della manipolazione dell'arte per mezzo della cultura (in particolare del  realismo estetico!),  che non è affatto neutrale, sopra di tutto quando è finanziata dallo Stato, che ci ha i suoi luridi interessi a fare in modo che nella società, anche quella artistica, le cose vadano a suo favore, in un certo modo e non in un altro.

Nel mondo reale, direi meglio  nei mondi reali, i processi storici avvengono lentamente e non in maniera lineare, ce lo hanno insegnato filosofi come Nietzsche e Foucault, storici come Braudel, biologi filosofi  come Jaques Monod (sticazzi!). Quindi Rizzante fa male a irrigidirsi sulla riapertura al tempo passato e al tempo futuro, che ci riporta al modernismo politico, alla teleologia cristomarxiana e al destino ultimo dell'uomo, all'evoluzionismo. Così  non se ne esce.  All'appiattimento  sul tempo presente favorevole alle soggettività  dominanti (i proprietari delle narrazioni, vecchie e nuove...)  si deve esteticamente ribadire  con il mettere in campo il tempo molteplice,  tempo disponibile all'infinito e al plurale. Certe cose non potrebbero succedere se solo  si adoperasse  un concetto più difficilmente manipolabile come quello di tempi, tempi al plurale, che pigliassero  forme sempre diverse a seconda della varie soggettività che in essi si rappresentano. A partire dai tempi interiori di ogni singola opera d'arte.

Nel mondo dell'arte, anche la cosiddetta contemporanea che ho conosciuto benino, la schiuma è tanta; a volte pare bella, ma schiuma rimane... se ci si entra a contatto ci si accorge che spesso,  appena sotto la cresta, contiene rifiuti e tanta roba marrone.  Quindi non capisco  perché uno studioso preparato e smagato come Rizzante si meraviglia tanto se Vittorio Sgarbi, dico, Vittorio Sgarbi, fa una biennale di merda.  Del resto,  a Rizzante gli piacevano di più le Biennali dei critici più titolati e più accomodati nel circo accademico? Non lo so. Temo però che la sostanziale collusione nella visione del mondo tra élites di benpensanti di destra e élites di benpensanti di sinistra sia roba che va avanti da più d'una generazione, anche artistica. Le élites, detto tra noi, hanno avuto e  hanno tutto l'interesse ad affermare esteticamente un presente assoluto nel quale loro sono al centro, nel quale si sono furbescamente affermati sia come gestori del sistema da demolire che come suoi riformatori...

Il presente assoluto, vorrei dire non solo a Rizzante, si va espandendo in questo cazzo di paese almeno da trenta anni, attraverso  certe mal interpretate teorie postmoderniste, che hanno fatto considerare impresa, politica, editoria, cultura e arte un tutt'uno, escludendo, fatalmente, ogni voce critica dal gioco, escludendo la possibilità stessa di fare critica, ma soprattutto escludendo dal gioco della produzione di soggettività intere categorie sociali difficilmente collocabili fuori da una concezione moderna della storia ( concezione giustamente e grazie, addio,  fuori gioco), mi riferisco prima di tutto agli operai, e, per estensione, a tutti coloro che aspirano ad avere un lavoro salariato, ai danni dei quali, soggetti deboli...  si è fatto un gioco molto raffinato, un'acrobazia che sembrava impensabile, escludendoli addirittura dal tempo, per meglio dire escludendo dal sistema editoriale che sempre alle élites appartiene le narrazioni dei tempi periferici nei quali si svolgono le loro vite. Ri sticazzi...

Insomma, Rizzante tanto di più non poteva fare, visto il contesto, ma la sua critica feroce di ogni forma di realismo estetico, che sarebbe impossibile senza un appiattimento delle narrazioni sul tempo presente (che sarebbe meglio dire centrale), è assai apprezzabile anche questa volta. Chissà in quanti gli risponderanno e vorranno dibattere con lui comprendendo il suo discorso... di solito sono pochi.

L'articolo è da leggere clic non fosse altro che per la citazione di Josif Brodskji: l’estetica viene prima di tutto, dell’economia, dell’etica, della politica (che fatta da un redattore di NI ci ha la sua valenza...)

venerdì 9 settembre 2011

Scandalo intercettazioni in Bulgaria

 amico del premier in questione che lo mette in guardia dai rischi che sta correndo a seguito dell'Europa allargata

Ci mancherebbe altro che la più importante Premier d'Europa si irritasse perché il notoriamente più idiota dei suoi colleghi ha negli scorsi giorni usato termini ingiuriosi nei suoi confronti durante una normale telefonata con un simpatico mezzo mariuolo che in un paese serio non potrebbe in alcun modo intrattenere rapporti con il Presidente del Consiglio, pena essere cacciato a calci nel culo dai suoi cittadini. Questi cazzo di salvifici cittadini, invece - in quella nazione minore per fortuna destinata in breve tempo alla sparizione -  fregandosi (?) le mani ragionano in questo modo: " se quello lì è consulente del Premier, un giorno potrei esserlo anche io... E se quello è il Premier... "

L'Europa si è  allargata  troppo? Dite la vostra.


ricordate che la vitola è un dono di Dio

venerdì 2 settembre 2011

Non succede mai niente...

dettaglio di realtà che si reca fiduciosa a farsi incidere dagli scrittori TQ

Berlusconi ha finalmente detto una cosa vera, infatti gli si è allungato.  Se voleva essere anche profondo, però, come compete a uno statista,  avrebbe dovuto esprimersi così: con tutta questa gente onesta a parole,    come cazzo si fa a vivere in questo paese di merda?!


Ermeneuti al lavoro per valutare il grado di verità delle affermazioni di B.

A nessuno è venuto in mente che il minacciato sciopero dei calciatori aveva solo la funzione di svalutare la parola sciopero. A giudicare da chi dirige il circo il mio è più che un dubbio.


calciatori impegnati che  minacciano lo sciopero

I letterati giovanili se la pigliano coi letterati anziani, per esempio con il lazzarone Pietro Citati, che avrebbe il difetto di recensire  libri che non legge, o di riciclare suoi vecchi articoli, facendosi pagare parecchio dai principali quotidiani qui e qui. Penso che ciò vada a ulteriore merito dell’esimio letterato. Queste erano cose che una volta facevano i giovani, ai quali spettava il ruolo di birbanti nella società, non solo letteraria. Gli è tutto arrovesciato…


Pietro Citati si spiega con gli scrittori giovanili

Quanto accaduto in Libia ci suggerisce che la  parola diritto, in ambito internazionale,  non vuol dire  un cazzo. A chi esalta queste rivoluzioni arabe vorrei dire che distruggere il diritto è una pratica assolutamente restaurativa. D’altra parte, se non funziona il diritto delle nazioni, per quale cazzo di motivo dovrebbero funzionare i diritti individuali?


noto film a difesa del diritto di autodeterminazione dei popoli

La campagna contro Penati e il PD, condotta con tanta superficiale caparbia dalla stampa di destra, capitanata dal Fatto Quotidiano, mi pare abbia solo lo scopo di produrre energia politica deleteria, utile a prepararci un futuro politicamente autoritario (lo stesso il comico in declino Beppe Grillo e  De Magistris). La giustizia dal basso fatta con i materiali grezzi delle inchieste è roba aberrante, come se l'accusa avesse sempre ragione (e Kafka?). Negli atti ingiustamente divulgati ci sono solo accuse da parte di avversari politici di Penati, fatte assai tardivamente, per ora senza alcun serio riscontro. Si sono addirittura inventati tangenti da restituire. Follia. Fa comunque bene Penati a rinunciare alla prescrizione. Come sempre ha ragione l’antipatico D’Alema, il FQ è tecnicamente fascista. 

 traiettoria di alcune tangenti a Monza

Le rivolte tipo quella inglese servono al sistema a vendere le sue merci peggiori. La nuova filiera dell’economia capitalistica è la sicurezza. Si tratta di proteggere chi ha dagli attacchi di chi non ha. Chi non ha verrà sempre più marginalizzato e criminalizzato. L’enunciato finale sarà questo:  la colpa è di chi non ha. Questo è.

 nullatenente pentito

La legge sul prezzo dei libri mi pare cretina (e  illiberale): non si può far passare per progressista il divieto di fare sconti ai consumatori... Mi vado sempre più convincendo che il  principale problema italiano non sono i partiti, ma gli editori. Sono loro che producono la realtà, e non si vede perché, privi di ogni pudore, com'è nella loro natura, debbano fare qualcosa contro i propri interessi. Premiare brutti libri che chiunque potrebbe scrivere, per esempio, apre inverosimili  spazi economici,  perché sempre più gente scriverà, ciò che giustificherà gli editori a vendere costosi servizi agli scrittori, fregandosene dei pulciosi lettori che vorrebbero acquistare bei libri a basso costo, e fregandosene delle sorti della  letteratura.  Vedrete che le  case editrici grandi e piccole, protette ognuna dal proprio glorioso brand,  andranno in questa direzione di fornire servizi editoriali agli aspiranti scrittori. L'avevo intuito più o meno qui.

Mi fa piacere che ogni tanto venite a vedere se sono vivo.