Larry Massino is back, dispartito, tornato at home. Un caloroso abbraccio a tutto il suo pubblico, Floarea, Davide, Rita, Francesco: meno dei 25 lettori che immaginava di avere Alessandro Manzoni, ma senz'altro più qualificati.

venerdì 29 aprile 2011

Siamo fatti. A immagine e somiglianza della cronaca.


Nonostante quel che si dice negli ambienti piu colti, dove da sempre  ci si lagna  per l'imbarbarimento della società, si vive in un'epoca letteraria. Per questo da  un  qualsiasi delitto si cerca primaditutto di estrarre la storia, non di afferrare il colpevole. Anzi, quando il colpevole c'è, si cerca di intorbare il più possibile, ultimamente anche nel caso di rei confessi, come nei secoli  non si era mai visto, nemmeno nei secoli più fantasiosi. Sembra che il delitto altro non sia che  materia prima delle rocambolesche  storie che ci raccontano. Il delitto, infatti, un qualunque delitto di sangue,  sembra avere da noi solo la funzione di far sopravvivere le loro strampalate storie. Senza delitti non ci sarebbero storie,  così sembra, né ci sarebbero questi raccontatori di storie che portano sul groppone il doloroso compito di governare, cosa che fanno in maniera assolutamente spettacolare e pittoresca, tanto da divenire vera e propria attrazione turistica. Lo stesso, si può immaginare, senza pittoreschi raccontatori di storie  ci sarebbero meno delitti. Ma chi  governerebbe?

mercoledì 20 aprile 2011

Impaurismo civile (già pubblicato il 22 - 11 - 2010)

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Una volta, sarà stato 3 o 4.000 giorni fa,  fui ingiustamente incarcerato per sedici (16) ore. Mi furono  sufficienti a poter capire che il carcere è anche una sorta  di speciale fabbrica dove si produce paura, che i detenuti, nei quali la si immette in quantità copiosa, hanno l’incarico, secondo me studiato a tavolino da chissà quale Grande  o piccola Fratelleria, di diffondere nella società una volta usciti. Perché la società che hanno inventato loro, i Grandi e piccoli fratelli, quella che gli scrittori impegnati chiamano anche  realtà, è fondata evidentemente sul sentimento di paura: paura di essere aggrediti, paura dei diversi, paura di non farcela economicamente, paura di avere un’ignoranza di pessima qualità a confronto di quella ultima uscita appena acquistata dai vicini, paura di non essere vincenti, paura finanche di dichiarare un amore. En passant osservo che se fossimo un paese davvero  civile impediremmo certa industriosità, certi commerci,  e ci occuperemmo di carceri assai di più di quanto facciamo (e di campi di detenzione lager denominati CIE). Non foss’altro per furbizia, dato che con l’aria che tira il carcere e il lager  potrebbero rivelarsi meno distanti dalle nostre prospettive di quanto si immagini comunemente. Vi metto paura?!

La paura è un prodotto che tira, perché  L’IMPAURISMO con il quale i grandi e piccoli fratelli ai vertici della piramide ci governano non finisce mai  Ma noi, che siamo almeno un po’ smagati, bisogna opporsi e sottrarsi alle loro furberie oppressive con la forza della Classe [nel senso dell’eleganza].  Il verbo governare, del resto,  lo usano più appropriatamente  gli “ stupidi “ contadini, ma riferito alle loro bestie, inispecie ai maiali. E noi bestie non siamo mica... e loro la Classe dei contadini se la sognano

Blablaistico dire che contro la criminalità, in tutte le sue forme, bisogna impegnarsi più che si può, nel senso della magistratura e delle forze di polizia; in questo momento sopra di tutto contro i reati di corruzione familistica economico-finanziaria, che rendono impossibile una reale competizione sociale, l’emergere di soggettività e di qualità in qualsiasi campo. Ma la famiglia, in Italia, vienghi purtroppo prima di tutto: la propria famiglia! E chissenefrega se si ottengono benefici a danno delle altre, di famiglie, che  a loro volta... vedrai... ottengono benefici a danno della nostra... In Italia sarebbe meglio dire la famghiglia?

Come mai, stando così le cose, in fatto di criminalità l’intelligenza nazionale non si concentra sui problemi primari, e si concentra al contrario su problemi in qualche modo secondari? Non è che si può sospettare, come fanno i più deboli tra noi, per di più in maniera sconclusionata,  che l’intelligenza nostrana agisce in modo da spostare l’attenzione dai problemi veri perché è al soldo dei potentati? Non è che certi problemi si amplificano non per coscienziosità ma per sostanziale collusione, volontaria o, viene da sperare,  più spesso involontaria? E' d’uopo la citazione da " a ciascuno il suo " di Leonardo Sciascia: " quando si cominciano a combattere le mafie vernacole vuol dire che già se ne è stabilita una in lingua... " E' uguale a ora: si combattono (?), peraltro a parole, e coi migliori ministri dell'interno di sempre... le mafie vernacole per coprire quelle in lingua.  Le mafie vernacole  dei malamente nascosti negli scantinati, i quali, curiosamente, vengono sorpresi nei loro luridi rifugi nello stesso tempo in cui li si descrive nascosti in luridi rifugi.

Vi maraviglierà sapere che in Italia non c’è nessuna emergenza criminalità, in senso stretto di violenza sulla persona, fatta salva la regione Calabria, dove il tasso di omicidi è doppio rispetto alla media europea, ma più basso assai di certe regioni ungheresi e finlandesi.  Il tasso di omicidi in Campania, per dire, nella gomorresca Campania,  è in linea con la norma europea. Però  il tasso complessivo italiano, in termini di omicidi, è quasi dimezzato, sempre rispetto alla media europea. Se poi si pigliano a confronto lameriche, salta agli occhi che il dato yankee dei delitti violenti è pari almeno a 5 volte i delitti europei, in alcuni Stati 10, 20, 30 volte. Infatti le loro carceri, a proporzioni fatte,  contengono 5 volte più detenuti che in Italia, costituendo peraltro un ottimo comparto dell'occupazione e dell'economia, essendo anche private.  Circa l’artre 'meriche,  'nortre, vienghi a sapere - perché le cose, si viadi o si arriesti,  si vienghino a sapere sempre - che il proiettato nel sol dell’avvenir Venezuela ha tasso di omicidi anche 100 volte superiori alla Campania, e in generale circa 50 volte superiori che da noi:  in  Italia   avvengono  700 omicidi all’anno, per una popolazione di 60 milioni di persone,  contro i 16.000 del Venezuela nel 2009, che ha una popolazione di 28 milioni di persone. Si legge  che in Venezuela scherzano dicendosi che sarebbe meno pericoloso vivere in Iraq o in Afghanistan...

Vienghi da dimandarsi: a chi giova di preciso diffondere il panico? Ad alcuni  partiti di sicuro... specie del nord est, dove la vita sarebbe forse impossibile senza  queste forme di consolazione...  Ma più  in generale, l’atteggiamento amplificativo falsario, vienghi utile a ‘o sistema editoriale, che deve vendere tutti i giorni... Vienghi da dimandarsi perché alcuni  scrittori, appiccicati alla realtà come le cozze agli scogli, vienghino celebrati in quanto praticanti dell’IMPAURISMO DEL TERZO TIPO, in quanto diffondenti a piene mani  dati impauristici conformemente ai bisogni di ‘o sistema di dominio,  che infatti, guarda caso,  li premia facendoli articolare in  prime pagine,  facendo loro sontuose promozioni,  invitandoli ovunquessia, producendo loro costosissimi programmi tv,  li premia financo con le candidature ai premi internazionali fondati da inventori di micidiali armi. C’è addirittura chi chiede per loro la nomina di senatore a vita. E del loro cavallo no?

Ps: la mia è naturalmente invidia: vorrei io essere contemporaneamente a foglio paga di Berlusconi e De Benedetti, e adesso pure Murdoch,  e di chissà chi altro! Vorrei io essere inneggiato come il salvatore della patria da moderne destre  fatte da vecchi fascisti e vecchie sinistre fatte da moderni comunisti! Eccome se vorrei! Mafforseancheno!

venerdì 15 aprile 2011

Vittorio Arrigoni è stato fatto morto

o
preghiera alla stampa

La realtà ci ha  degli scatti di fantasia che nemmeno fosse l'immaginazione... Prendiamo il caso del povero Vittorio Arrigoni: era uno che ce l'aveva parecchio con il governo israeliano, descrivendone in diretta i crimini, da esso perseguitato e due volte arrestato (e torturato, secondo la diretta testimonianza dell'attivista ucciso); era nel mirino di fanatiche organizzazioni filoisraeliane, che lo avevano incluso in liste di uomini da eliminare; era anche piuttosto critico con Hamas, sostenendo e raccontando i recenti tentativi di protesta giovanile contro il governo palestinese, fatti in nome della libertà, sull'onda delle proteste nordafricane, sia attraverso i blog che con manifestazioni di piazza, ma efficacemente repressi dalla polizia palestinese.


Insomma, a uno così, che gli succede? Guarda un po' i Salafiti, che sono una sorta di islamisti più radicali ancora del governo di Hamas e assolutamente nemici di questo, con la scusa che Arrigoni sarebbe stato colpevole di propagandare valori filoccidentali, che non regge in nessuna maniera,  decidono di rapirlo per usarlo come merce di scambio per trattare con il governo di Hamas la liberazione di propri militanti incarcerati. Boh!  Devono essere proprio scemi, dico io, a prendere in ostaggio un militante di ONG critico con Hamas stessa invece di uno solidale, oppure, ancora meglio, uno stesso militante di Hamas. In più, devono essere totalmente idioti a far fuori uno dei nemici giurati del governo di Israele che faceva danni piuttosto evidenti sul fronte di guerra dell'informazione, che sappiamo tutti pesa quanto quella delle armi vere, essendo stato tra l'altro il primo giornalista del mondo a riferire in diretta da Gaza circa i massacri israeliani a danno della popolazione civile nell'ultima sciagurata guerra del piombo fuso.


Io penso notoriamente che la realtà non esista, ma, in subordine, se ne esistesse una, che essa non potrebbe avverarsi  in modo così cretino, se non quella creata ad arte  da informatori che considerano cretini tutte le loro vittime. Infatti il piombo fuso è prima di tutto quello dei caratteri di stampa.


PS: Vittorio Arrigoni si era pochi mesi fa permesso di criticare pesantemente lo scrittore realista Roberto Saviano per la sua adesione a una manifestazione filoisraeliana. Sarà stata anche questa una colpa per i Salafiti? Qui il video.

Il quadro è 'St. Peter Repentant' - Francisco de Goya







domenica 10 aprile 2011

E' la realtà che bisogna spegnere (la tv è innocua)


Da un'intervista al regista e drammaturgo Heiner Muller (a cura di Oliviero Ponte di Pino)

È difficile pronunciare grandi frasi, ma se il teatro ha una funzione è quella di rendere la realtà impossibile. Non mi interessa la riproduzione della realtà sulla scena ......... Mi interessa al contrario difendere la scena dalla realtà, portare in scena un'altra dimensione, un altro spazio, un altro tempo. Nell'ottenere questa distanza dalla realtà, c'è una sorta di godimento, un vero e proprio divertimento. Si tratta di togliere gli spettatori dalla realtà in cui vivono per fargliene vedere un'altra: lo straniamento brechtiano non è altro che questo. Riso e pianto possono ottenere questo effetto: instaurare un altro rapporto con il vissuto.