Da un'intervista al regista e drammaturgo Heiner Muller (a cura di Oliviero Ponte di Pino)
È difficile pronunciare grandi frasi, ma se il teatro ha una funzione è quella di rendere la realtà impossibile. Non mi interessa la riproduzione della realtà sulla scena ......... Mi interessa al contrario difendere la scena dalla realtà, portare in scena un'altra dimensione, un altro spazio, un altro tempo. Nell'ottenere questa distanza dalla realtà, c'è una sorta di godimento, un vero e proprio divertimento. Si tratta di togliere gli spettatori dalla realtà in cui vivono per fargliene vedere un'altra: lo straniamento brechtiano non è altro che questo. Riso e pianto possono ottenere questo effetto: instaurare un altro rapporto con il vissuto.
poveri noi occidentalizzati che ancora dobbiamo ripetere a rullo compressore queste cose assodate per sempre che dovrebbero.
RispondiEliminama il pubblico non si vuole staccare dai suoi averi nemmeno in punto di morte, nemmeno in punto di coma. ed ecco che l'arte, per assecondarlo, se fatta più comatosa di lui e se ne stravvà sulla zattera...
Larry, l'opera omnia?
Gigantesco Heiner Muller! Grazie per avere postato questo frammento di intervista.
RispondiEliminaCerto che la realtà è impossibile anche senza il teatro.
Massimo
Daniz, cacchio cacchio, tomo tomo, l'opera omnia completa è in via di confezionamento. non ti posso dare il numero civico per ovvie ragioni di riservatezza.
RispondiEliminaMassimo, Muller è davvero un pensatore gigantesco. se non l'hai ancora fatto leggiti interviste e conversazioni 1974-1989 Postfazione di Gianfranco Capitta pp. 240, € 21,69 (ISBN 978-88-77481-26-9)
oltre che molto istruttivo è anche molto divertente