Nonostante quel che si dice negli ambienti piu colti, dove da sempre ci si lagna per l'imbarbarimento della società, si vive in un'epoca letteraria. Per questo da un qualsiasi delitto si cerca primaditutto di estrarre la storia, non di afferrare il colpevole. Anzi, quando il colpevole c'è, si cerca di intorbare il più possibile, ultimamente anche nel caso di rei confessi, come nei secoli non si era mai visto, nemmeno nei secoli più fantasiosi. Sembra che il delitto altro non sia che materia prima delle rocambolesche storie che ci raccontano. Il delitto, infatti, un qualunque delitto di sangue, sembra avere da noi solo la funzione di far sopravvivere le loro strampalate storie. Senza delitti non ci sarebbero storie, così sembra, né ci sarebbero questi raccontatori di storie che portano sul groppone il doloroso compito di governare, cosa che fanno in maniera assolutamente spettacolare e pittoresca, tanto da divenire vera e propria attrazione turistica. Lo stesso, si può immaginare, senza pittoreschi raccontatori di storie ci sarebbero meno delitti. Ma chi governerebbe?
Larry Massino is back, dispartito, tornato at home. Un caloroso abbraccio a tutto il suo pubblico, Floarea, Davide, Rita, Francesco: meno dei 25 lettori che immaginava di avere Alessandro Manzoni, ma senz'altro più qualificati.
venerdì 29 aprile 2011
Siamo fatti. A immagine e somiglianza della cronaca.
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I criminali, con la discrezione che è loro propria.
RispondiEliminaViviamo in un'epoca da romanzo d'appendic(it)e e a me sta bene così fin quando non salgono in cattedra gli psichiatri e gli opinionisti che poi fomentano ancor più i giornalisti. Una storia di sangue è una storia di sangue, tenera come una pastarella. Dei pasticcieri non mi fido. Per esempio, "I Pugnalatori" o "La scomparsa di Majorana" hanno avuto l'unico merito di incuriosire il mago della crema agrodolce; ma restano pur sempre delle sanguinerie.
RispondiEliminaA proposito di raccontare storie, hanno ammazzato Bin Laden.
RispondiEliminaMassimo
Caro Massimo, comincio a pensare che infondoinfondo si tratta di nuovo umanesimo: dato che la gente si fida dei racconti, non c'è nemmeno più bisogno di un cadavere per inscenare un delitto; quindi non c'è più bisogno di uccidere, ma solo di raccontare l'uccisione. Poi un giorno ritroveranno il cadavere: se avrà la ciocca di capelli tagliata sulla nuca, il delitto verrà regolarmente attribuito a Daniele Restivo.
RispondiElimina(ciao larry, giù da me)
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