Essendo di carattere tendenzialmente autodistruttivo, per farmi del male da solo seguo da diversi anni l'evoluzione del pianeta Beppe Grillo, così, anche per capire dove vogliono andare a parare. Il blog beppegrillo.it, detta in sintesi, è un ricovero di repressi fanatici idolatri che fanno a gara a esaltare le gesta di BEPPE, in gran parte qualunquisti, privi delle minime basi di cultura politica, per non dire della loro mancanza di dominio delle più elementari leggi di convivenza. Ognuno di loro, in una qualunque sezione di partito, verrebbe isolato alla prima partecipazione (ovvio che ce l'hanno coi partiti...). Se appare qualcuno in possesso di facoltà mentali e di un minimo fattore di spirito critico viene immediatamente bollato come nemico del popolo e cacciato, impedendogli di far valere le proprie ragioni (dannato-bannato). Per qualche giorno ho fatto io stesso questa esperienza, negli scorsi mesi, ritenendomi in diritto di far parte di un movimento, ma esigendo analisi un minimo fondate, e contestando la furia incensatoria di gran parte dei commentatori che per dar ragione al capo non esitano a diffamare, calunniare, finanche incitare alla violenza e minacciare, amplificando la perfidia di quel giustizialismo giornalistico che è il vero volto della nuova destra, rappresentato più di tutto da un altro loro guru: Marco Travaglio (che però, va onestamente ammesso, non ha mai nascosto di essere manettaro e di destra).
La tecnica con cui si agisce è quella di estendere il contenuto degli enunciati dei loro tribuni riconosciuti. Esempio: Travaglio scrive che l'Ilva ha finanziato il Partito Democratico per 98.000 euro? Vero, si trattò di un finanziamento per una campagna elettorale di Bersani, assolutamente legale, anche se forse sconveniente, almeno alla luce dei successivi fatti. Lui, Travaglio, non si sognerebbe mai di scrivere che è una tangente; si limita a farlo intendere, perché sa che si beccherebbe una querela, ma forse anche perché sa che il lavoro sporco lo fanno i commentatori della libera rete, anche direttamente nel portale del Fatto Quotidiano (e qui può sorgere il dubbio che gli stessi giornali, al giorno di oggi, fomentino la discussione attraverso i cosiddetti influencers, soggetti più o meno pagati che hanno in rete il compito di orientare l'opinione pubblica a favore di un qualsiasi contenuto o brand, che agiscono nell'anonimato, abbastanza al riparo dalla legge contro la diffamazione, e possono scrivere quello che un giornale, a rigore, non può scrivere). Ben presto Grillo in persona, in un post, o in un comizio, o in una dichiarazione alla stampa dirà: " Bersani ha preso 98.000 euro dall'ILVA ", facendo pure intendere che non solo piglia le tangenti, ma le piglia dalle industrie che provocano tumori, e che dunque è doppiamente criminale. Il mantra si diffonderà in tutti i rivoli della rete, senza del resto che Bersani sporga querela (mi domando perché).
Ancora: si scopre che un incensurato imprenditore piemontese, successivamente indagato per mafia, era stato contattato da un sostenitore di Fassino durante le scorse primarie a Torino? Allora Fassino è in combutta con la ndrangheta. Crocetta è alleato con l'UDC? Allora è con Cuffaro ed è sostenuto dalla mafia. Ecc ecc.
Ad ogni modo non era questo che volevo dire, almeno non solo questo. La questione che mi interessa di più, stamattina, è capire se i diarchi Grillo e Casaleggio hanno interessi economici dei quali non siamo a conoscenza, se guadagnano con la politica partendo dal marketing.
Vediamo. Si sa che Grillo è assolutamente contrario a rendere trasparenti e pubblici i redditi delle singole persone (fece una violenta campagna contro il ministro Vincenzo Visco, quando durante il secondo governo Prodi provò a introdurre questa cosa, anche secondo me piuttosto liberticida). Ma si sa anche che l'ultimo suo reddito conosciuto, mi sembra risalente al 2006, a blog già in piena attività, fu di oltre 4.000.000 (quattro milioni) di euro, tra i politici secondo solo all'altro intrattenitore maschilista e omofobo, ancora più anziano di lui. Insomma, è opinione comune, in rete, che il reddito di Grillo sia di molto aumentato proprio da quando ha aperto il blog (che il suo assistito " attira di più " da quanto c'è il blog mi sembra lo dica anche il suo agente Marangoni, ma non vado a ricercarmi l'intervista). Così, a occhio, non penso ciò sia dovuto alla vendita di libri e dvd nel blog, né alla pubblicità da poco copiosamente inserita. Secondo me Grillo e Casaleggio vendono altri servizi. Non faccio dietrologia, intendiamoci, mi limito ad analizzare i fatti dei quali sono a conoscenza, da tutti verificabili.
Tempo fa, fu pubblicato sul blog di Grillo un post nientemeno che dell'ex parlamentare Willer Bordon (pigiare qui per leggere), un girandolaio di prima specie. Merita riportare la sua carriera politica, da Wikipedia:
"Già sindaco di Muggia (TS), è stato eletto per la prima volta alla Camera dei deputati nel 1987 per il Partito Comunista Italiano, poi iscritto contemporaneamente al Partito Radicale. È anche stato un esponente del Partito Democratico della Sinistra, nato dalla trasformazione del PCI. Nel 1993, con Ferdinando Adornato, uscì dal PDS per aderire al nuovo partito politico di centro-sinistra Alleanza Democratica, fondato da Mario Segni. Dopo che nel corso del tempo AD si disfece, Bordon ne rimase a capo, per poi farla confluire nel 1996 in Unione Democratica. Nel frattempo fu sottosegretario ai Beni Culturali durante il governo Prodi I, Ministro dei Lavori Pubblici durante il governo D'Alema II e Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio durante il Governo Amato II. Bordon nel 1998 partecipò anche alla fondazione dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, e nel 1999 de I Democratici. Confluì insieme a I Democratici ne La Margherita: nel 2001 venne eletto al Senato ed è stato capogruppo del suo partito per la XIV legislatura. Alle elezioni politiche del 2006 è stato rieletto al Senato. Nel settembre del 2007 lascia la Margherita e con il senatore Roberto Manzione fonda una nuova Unione Democratica, in protesta contro il Partito Democratico da loro considerato sommatoria di partiti. Due mesi dopo il suo partito avvia una collaborazione stretta con i Liberal Democratici di Lamberto Dini e altri fuoriusciti della Margherita. Il 25 novembre 2007, firmando un "contratto con gli Italiani" a Crozza Italia su LA7, ha promesso che il 16 gennaio 2008, giorno del suo compleanno, si sarebbe dimesso da senatore. In tale data, infatti, Bordon ha presentato le sue dimissioni al Presidente del Senato in carica, Franco Marini. « Il mio non è un atto di rassegnazione, né tantomeno un gesto aventiniano, ma un atto forte di testimonianza di chi sente il dovere di difendere le istituzioni dalla deriva di sfiducia che investe la politica». Alle successive elezioni politiche del 2008, presenta il suo movimento, unito ai Consumatori Uniti di Bruno De Vita, ottenendo lo 0,25% dei voti".
Va ricordato, già che ci siamo, che in seguito emerse che Bordon fu uno dei parlamentari contattati dall'opposizione per convincerli a far cadere il governo Prodi, pare anche comprando alcuni deputati (è di questi giorni la notizia che B. è stato incriminato con l'accusa di aver corrotto il senatore De Gregorio con 3 milioni di euro; B. si difende con le unghie e con i denti, sostenendo che gliene ha dato solo uno); emersero alcune intercettazioni telefoniche, nelle quali si brigava per offrire lavoro alla moglie di Bordon (pigiare), attrice, in una fiction RAI, e si insinuò che questo sarebbe stato il modo per convincere Bordon stesso a passare nel centrodestra (pigiare pigiare anche qui). Soliti intrugli all'italiana, ma niente di penalmente rilevante. Bordon, che pure era stato intercettato mentre parlava con il direttore di Rai Fiction per perorare la causa della fiction in questione, a rischio chiusura, si difese dicendo che mai aveva fatto mancare il suo voto di fiducia al governo Prodi. Però, cazzo, appare chiaro che uno così è l'ultimo che ti aspetti di trovare in un movimento di puristi della politica come quello in questione. Il post di Bordon, udite udite, era nientemeno che contro la casta, e cercava di lanciare un libro dello stesso dal titolo Manifesto per l'abolizione dei partiti politici sulle orme del noto articolo di Simone Weil (pigiando qui si può leggere il testo della Weil, in un'edizione tradotta non so quanto affidabile; pigiando qua in francese). Naturalmente furono in molti a indignarsi, fra i grillologyani. Allora lo staff del blog (una specie di invisibile cerchio magico, di cui tutti conoscono l'esistenza, ma nessuno sa da chi è composto esattamente, da chi è diretto e in base a quali regole agisce) fece intendere che le idee di Bordon non sono le idee del movimento, che Bordon aveva comprato lo spazio per pubblicizzare l'uscita del suo libro, o l'aveva fatto l'editore (almeno io la intesi così). Ad ogni modo nel blog di libri se ne pubblicizzano parecchi, anche a seguito di post autopropagandistici. Di solitosi tratta di testi antisistema o antiprogresso, ad ogni modo anti qualcosa, di autori come Paolo Becchi, Massimo Fini, Ida Magli, quest'ultima, stimata antropologa, da anni editorialista del Giornale, in versione patriottica antieuropeista (ha un blog che si chiama Italiani Liberi; suo, da Grillo, il post antieuropeo il giorno delle elezioni, pigiare qui per leggere).
Guardiamo adesso, brevemente, alla figura di Gianroberto Casaleggio, che lo scorso anno dovette render noto di essere il cofondatore del movimento, rivelandone la sostanziale opacità fin dalle prime gettate (prima, a quelli del blog-movimento che esprimevano dubbi, si rispondeva insolentiti che era il gestore tecnologico del blog e basta, che non aveva nessun ruolo politico). Casaleggio, secondo Wikipedia, è fondatore e Presidente della Casaleggio Associati srl, azienda derivata da una serie di avventure imprenditoriali all'interno della galassia Telecom (TELECOM!!! Sarà la stessa azienda di telefonia contro la quale Giuseppe Pietro Grillo ha fatto tante violente battaglie, per anni e anni, sul modello dell'ultima contro MPS?). La Casaleggio associati, se andate a vedere nel sito, vanta clienti tra le grosse multinazionali (è strano, no?). Negli ultimi anni è spesso venuta fuori questa cosa che questa azienda è specializzata nel marketing virale in rete, possiede cioè la capacità professionale di far lievitare l'interesse attorno a brands, partiti compresi, evidentemente (ma non può avere anche la capacità di far sminuire l'interesse? E se facesse questo, cosa che sono sicuro non fa, sarebbe legale?). Per quanto riguarda la politica, da quello che si può direttamente osservare frequentando la rete, si fa marketing virale applicando precise tecniche a partiti e movimenti, o a singoli politici, mediante l'uso dei cosiddetti influencers (la Casaleggio stessa spiega cosa sono, pigiare qui, L'influencer è un asset aziendale, senza l'influencer non si può vendere...), persone che inseriscono contenuti in rete solo con lo scopo di orienare le discussioni a favore del brand per cui lavorano, o contro... (per capire meglio basta guardare i commenti nei forum dei principali siti di informazione, a partire dal blog di Grillo, dove agiscono nickname che lavorano in questo senso). Beppe Grillo, in una recente intervista, ha detto che aveva presentato ad Antonio Di Pietro il guru della comunicazione Roberto Casaleggio, e che durante la cura del sito IDV da parte di quest'ultimo il partito aveva raddoppiato i voti. Dai bilanci dell'IDV, del resto, si sa che affidarsi all'agenzia marketing milaniana costa cifre quasi a sei zeri. Sempre in casa IDV, la parlamentare europea Sonia Alfano (ma poi cacciata dal partito in circostanze piuttosto strane), eletta con un sacco di voti anche grazie al forte sostegno del blog di Beppe Grillo ( liberale, o faceva parte dei servizi a pagamento della Casaleggio Associati?), ha recentemente dichiarato che la sua caduta politica è stata fortemente condizionata dalla decisione di non affidarsi più, dopo l'elezione, alle cure di Casaleggio Associati, che per proseguire la collaborazione le chiedeva un milione di euro all'anno per la cura del sito. La Alfano non la fece nemmeno tanto lunga, né fece troppo la vittima di un meccanismo del quale si era in un primo momento servita, ma con una sola dichiarazione, lo scorso settembre, si tolge parecchi sassolini dalle scarpe (è breve, si ascolta pigiando qui), e disse giustamente che peraltro non disponeva affatto del milione all'anno che le veniva richiesto per la cura del sito.
Pigiando qua si legge un bell'articolo che descrive Gianrobert(spierre) Casaleggio e il suo trascorso politico.
E il modesto attore satirico (satirico non vuol dire comico...) Giuseppe Piero Grillo, come si è comportato in questi anni di leaderaggio semiclandestino? Secondo me da testimonial pubblicitario, come ai tempi dello yogurt (in quest senso non credo di essere io a scoprire che fare il testimonial, non solo di prodotti commerciali, sia una delle normali vie, da parte di persone famose, per riconquistare popolarità o semplicemente per sbarcare il lunario quando la carriera è in declino). Si sa che tutto ciò che tocca Grillo, da un po' di anni a questa parte, diventa oro, sia nel mondo politico che in quello editoriale. Si pensi ai voti presi da Di Pietro stesso, De Magistris, Debora Serracchiani e la stessa Sonia Alfano, ma pure Tavolazzi e Favia (prima osannati poi scaricati nel monte del letame...), e in un primo momento anche Beppe Civati e Matteo Renzi, descritti come il PD giovane e buono, non corrotto e anticasta (ma durante le primarie sul candidato del centrosinistra alle elezioni, il giorno prima della sfida decisiva, apparve nel blog un post contro Matteo Renzi, pigiare, probabilmente diffamatorio, scritto da un certo Alessandro Maiorano, un impiegato del Comune di Firenze non nuovo alle crociate contro le pubbliche amministrazioni per cui lavora, spalleggiato da Forza Nuova, formazione politica di estrema destra, pigiare qui; del resto Maiorano aveva già fatto ricorso in Tribunale, nel 2009, contro il sindaco Matteo Renzi, per via che era stato trasferito, pigiare. Va detto, anche qui, che a oggi non si hanno notizie di querela da parte di Matteo Renzi contro Alessandro Maiorano).
Andando avanti nel descrivere le fortune ottenute dai contenuti sostenuti da Beppe Grillo, si pensi anche al successo immediato del Fatto Quotidiano e di Servizio Pubblico (oggi fortemente sospetti di intelligence con il nemico da parte di tanti adepti, che non tollerano la pur minima critica), sostenuti quasi esclusivamente dal Blog di Grillo. La campagna di lancio del Fatto Quotidiano, in particolare, fu clamorosa: tutta all'interno del blog, dove giorno dopo giorno si rendicontava sull'incredibile numero di abbonati raggiunto ancor prima di aprire (abbonati pare oggi scomparsi, al pari degli acquirenti in edicola, ridottisi a meno di 50.000). Ma fu lo stesso per la campagna di autofinanziamento di Servizo Pubblico, che, anche se l'impresa era più facile, raggiunse in un battibaleno la cifra necessaria all'autoproduzione del 2011.
Prima di venire al punto di questa abbastanza confusa e sintetica ricostruzione, c'è un'altra questione che mi preme segnalare: il legante più evidente tra Casaleggio, Grillo, Fatto Quotidiano e in particolare Marco Travaglio (editorialista del blog di Grillo fino a poco tempo fa, con frequenza settimanale), è la casa editrice Chiarelettere, editore di tutti e quattro i soggetti (possiede una sostanziosa quota del giornale, ed è anche editore di numerosi altri personaggi vicini ad esso o a Grillo, tra i quali De Magistris, Massimo Fini, Loretta Napoleoni, Peter Gomez, Marco Lillo, Beatrice Borromeo, Gianni Barbacetto, Eugenio Benettazzo). Anche recentemente un libro in uscita da Chiarelettere è stato lanciato con un post dell'autore sul blog di Grillo, nel caso specifico il libro sul femminicidio del secondo me bravissimo Riccardo Iacona. Niente di irregolare, per carità, ma le tante coincidenze farebbero pensare quantomeno che gli interessi della casa editrici e di tanti suoi autori vanno a formare un groviglio che, volendosi attenere ai principi etici, potrebbe definire numerosi conflitti di interesse.
Un altro collante del gruppo editoriale-politico, sono le violente campagne contro il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e, per estensione, il suo convinto europeismo, per non dire l'area politica di provenienza (il nemico principale di Grillo e del FQ, stranamente, non è più il PDL, ma il PD...). Detto en passant, sono convinto che l'antieuropeismo sarà l'approdo di tutto questo gruppo, antieuropeismo non solo liberale euroscettico (all'inglese, per intendersi, contro l'asse franco-tedesco), ma sempre più di marca populista e identitaria, fondato sulla sovranità politica e monetaria, del quale fanno testimonianza in Europa vari partiti e singoli politici collocabili nell'estrema destra. Il più pittoresco testimone di questo antieuropeismo, nel blog di Grillo, è Eugenio Benettazzo, saggista economico e operatore di borsa indipendente. Benettazzo è quel biondino che qualche volta si vede in tv, anche chez Michele Santoro, che ha l'aspetto del predicatore, e che può essere confuso con un personaggio interpretato da Corrado Guzzanti. Leggete come inizia un suo recente post: Se volete limitare i danni in questa fase epocale per il nostro paese, evitando di vivere i prossimi anni in piena depressione economica, allora non ci sono tante soluzioni, ma solo una: sospendere la democrazia per qualche anno e affidarci a un regime totalitario, decidete voi se preferite uno di sinistra o uno di destra. Tutto il resto sarà pura perdita di tempo, portando ad un aggravamento ulteriormente delle condizioni di salute della nazione (pigiare per leggere l'intero post).
Insomma, volendo deliberatamente pensare male, ma poco poco, in buona fede, solo a fini di azzeccamento: non è che questi qua, ognuno a loro modo, stanno facendo i propri interessi alla facciaccia degli interessi dei loro lettori e, soprattutto, dei loro elettori? Non è che i vari endorsement che si fanno reciprocamente (ultimo il clamoroso di Beppe Grillo a favore di Di Pietro nientedimeno che Presidente della Repubblica, peraltro nel momento peggiore della carriera politica dell'ex magistrato) stanno sul mercato, in questo speciale mercato parallelo di salvatori della patria? Volendo pensar ancora peggio, non è che dietro al mercato marketing-politico-editoriale ci sono soggetti che commissionano massicce campagne contro un contenuto-brand, invece che a favore? Per esempio contro grosse personalità politiche (primi fra tutti Giorgio Napolitano, Massimo D'Alema, Giuliano Amato per il gruppo politico-editoriale del quale stiamo parlando), vedi caso tutte europeiste e di area Partito Socialista Europeo? Non è che le campagne pesantemente diffamatorie hanno come bersaglio vero il riformismo socialista, e che qualcuno ci guadagna a ostacolarlo, ritardarlo, annacquarlo, non solo in Italia? Vale la pena leggere, in questo senso, un articolo di autodifesa di Giuliano Amato (pigiare)
E quindi chiudo così, facendo un solo esempio concreto, tanto al resto ci arrivate da soli: sappiamo tutti che l'Euro, durante lo scorso anno, è stato difeso dagli attacchi degli speculatori dalla BCE, che ha sostenuto le banche per 1.000 miliardi di Euro, rimpinguandone le casse ormai a secco, molte delle quali, del resto, piene di fogli di carta dove c'è scritto che lo Stato italiano pagherà alla scadenza bla bla bla... Dato l'intervento non obbligatorio della BCE, ci rimettono gli speculatori. Ma siamo sicuri sicuri che questi signori, che guadagnerebbero decine se non centinaia di miliardi da una crisi dell'Euro, che è accelerabile con la crisi politica italiana, si rassegnino a perdere e che se ne stiano buoni buoni a farsi spennare dalla BCE, invece di rivolgersi al mercato politico-editoriale per favorire i propri legittimi interessi?
Larry Massino (no missino)
PS: PEZZO E AUTORE DEL PEZZO IN FASE DI CORREZIONE.
PS2: PEZZO FINITO DI CORREGGERE ALLE 12.20 DEL 6 MARZO 2013; AUTORE DEL PEZZO ANCORA IN FASE DI CORREZIONE.
La tecnica con cui si agisce è quella di estendere il contenuto degli enunciati dei loro tribuni riconosciuti. Esempio: Travaglio scrive che l'Ilva ha finanziato il Partito Democratico per 98.000 euro? Vero, si trattò di un finanziamento per una campagna elettorale di Bersani, assolutamente legale, anche se forse sconveniente, almeno alla luce dei successivi fatti. Lui, Travaglio, non si sognerebbe mai di scrivere che è una tangente; si limita a farlo intendere, perché sa che si beccherebbe una querela, ma forse anche perché sa che il lavoro sporco lo fanno i commentatori della libera rete, anche direttamente nel portale del Fatto Quotidiano (e qui può sorgere il dubbio che gli stessi giornali, al giorno di oggi, fomentino la discussione attraverso i cosiddetti influencers, soggetti più o meno pagati che hanno in rete il compito di orientare l'opinione pubblica a favore di un qualsiasi contenuto o brand, che agiscono nell'anonimato, abbastanza al riparo dalla legge contro la diffamazione, e possono scrivere quello che un giornale, a rigore, non può scrivere). Ben presto Grillo in persona, in un post, o in un comizio, o in una dichiarazione alla stampa dirà: " Bersani ha preso 98.000 euro dall'ILVA ", facendo pure intendere che non solo piglia le tangenti, ma le piglia dalle industrie che provocano tumori, e che dunque è doppiamente criminale. Il mantra si diffonderà in tutti i rivoli della rete, senza del resto che Bersani sporga querela (mi domando perché).
Ancora: si scopre che un incensurato imprenditore piemontese, successivamente indagato per mafia, era stato contattato da un sostenitore di Fassino durante le scorse primarie a Torino? Allora Fassino è in combutta con la ndrangheta. Crocetta è alleato con l'UDC? Allora è con Cuffaro ed è sostenuto dalla mafia. Ecc ecc.
Ad ogni modo non era questo che volevo dire, almeno non solo questo. La questione che mi interessa di più, stamattina, è capire se i diarchi Grillo e Casaleggio hanno interessi economici dei quali non siamo a conoscenza, se guadagnano con la politica partendo dal marketing.
Vediamo. Si sa che Grillo è assolutamente contrario a rendere trasparenti e pubblici i redditi delle singole persone (fece una violenta campagna contro il ministro Vincenzo Visco, quando durante il secondo governo Prodi provò a introdurre questa cosa, anche secondo me piuttosto liberticida). Ma si sa anche che l'ultimo suo reddito conosciuto, mi sembra risalente al 2006, a blog già in piena attività, fu di oltre 4.000.000 (quattro milioni) di euro, tra i politici secondo solo all'altro intrattenitore maschilista e omofobo, ancora più anziano di lui. Insomma, è opinione comune, in rete, che il reddito di Grillo sia di molto aumentato proprio da quando ha aperto il blog (che il suo assistito " attira di più " da quanto c'è il blog mi sembra lo dica anche il suo agente Marangoni, ma non vado a ricercarmi l'intervista). Così, a occhio, non penso ciò sia dovuto alla vendita di libri e dvd nel blog, né alla pubblicità da poco copiosamente inserita. Secondo me Grillo e Casaleggio vendono altri servizi. Non faccio dietrologia, intendiamoci, mi limito ad analizzare i fatti dei quali sono a conoscenza, da tutti verificabili.
Tempo fa, fu pubblicato sul blog di Grillo un post nientemeno che dell'ex parlamentare Willer Bordon (pigiare qui per leggere), un girandolaio di prima specie. Merita riportare la sua carriera politica, da Wikipedia:
"Già sindaco di Muggia (TS), è stato eletto per la prima volta alla Camera dei deputati nel 1987 per il Partito Comunista Italiano, poi iscritto contemporaneamente al Partito Radicale. È anche stato un esponente del Partito Democratico della Sinistra, nato dalla trasformazione del PCI. Nel 1993, con Ferdinando Adornato, uscì dal PDS per aderire al nuovo partito politico di centro-sinistra Alleanza Democratica, fondato da Mario Segni. Dopo che nel corso del tempo AD si disfece, Bordon ne rimase a capo, per poi farla confluire nel 1996 in Unione Democratica. Nel frattempo fu sottosegretario ai Beni Culturali durante il governo Prodi I, Ministro dei Lavori Pubblici durante il governo D'Alema II e Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio durante il Governo Amato II. Bordon nel 1998 partecipò anche alla fondazione dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, e nel 1999 de I Democratici. Confluì insieme a I Democratici ne La Margherita: nel 2001 venne eletto al Senato ed è stato capogruppo del suo partito per la XIV legislatura. Alle elezioni politiche del 2006 è stato rieletto al Senato. Nel settembre del 2007 lascia la Margherita e con il senatore Roberto Manzione fonda una nuova Unione Democratica, in protesta contro il Partito Democratico da loro considerato sommatoria di partiti. Due mesi dopo il suo partito avvia una collaborazione stretta con i Liberal Democratici di Lamberto Dini e altri fuoriusciti della Margherita. Il 25 novembre 2007, firmando un "contratto con gli Italiani" a Crozza Italia su LA7, ha promesso che il 16 gennaio 2008, giorno del suo compleanno, si sarebbe dimesso da senatore. In tale data, infatti, Bordon ha presentato le sue dimissioni al Presidente del Senato in carica, Franco Marini. « Il mio non è un atto di rassegnazione, né tantomeno un gesto aventiniano, ma un atto forte di testimonianza di chi sente il dovere di difendere le istituzioni dalla deriva di sfiducia che investe la politica». Alle successive elezioni politiche del 2008, presenta il suo movimento, unito ai Consumatori Uniti di Bruno De Vita, ottenendo lo 0,25% dei voti".
Va ricordato, già che ci siamo, che in seguito emerse che Bordon fu uno dei parlamentari contattati dall'opposizione per convincerli a far cadere il governo Prodi, pare anche comprando alcuni deputati (è di questi giorni la notizia che B. è stato incriminato con l'accusa di aver corrotto il senatore De Gregorio con 3 milioni di euro; B. si difende con le unghie e con i denti, sostenendo che gliene ha dato solo uno); emersero alcune intercettazioni telefoniche, nelle quali si brigava per offrire lavoro alla moglie di Bordon (pigiare), attrice, in una fiction RAI, e si insinuò che questo sarebbe stato il modo per convincere Bordon stesso a passare nel centrodestra (pigiare pigiare anche qui). Soliti intrugli all'italiana, ma niente di penalmente rilevante. Bordon, che pure era stato intercettato mentre parlava con il direttore di Rai Fiction per perorare la causa della fiction in questione, a rischio chiusura, si difese dicendo che mai aveva fatto mancare il suo voto di fiducia al governo Prodi. Però, cazzo, appare chiaro che uno così è l'ultimo che ti aspetti di trovare in un movimento di puristi della politica come quello in questione. Il post di Bordon, udite udite, era nientemeno che contro la casta, e cercava di lanciare un libro dello stesso dal titolo Manifesto per l'abolizione dei partiti politici sulle orme del noto articolo di Simone Weil (pigiando qui si può leggere il testo della Weil, in un'edizione tradotta non so quanto affidabile; pigiando qua in francese). Naturalmente furono in molti a indignarsi, fra i grillologyani. Allora lo staff del blog (una specie di invisibile cerchio magico, di cui tutti conoscono l'esistenza, ma nessuno sa da chi è composto esattamente, da chi è diretto e in base a quali regole agisce) fece intendere che le idee di Bordon non sono le idee del movimento, che Bordon aveva comprato lo spazio per pubblicizzare l'uscita del suo libro, o l'aveva fatto l'editore (almeno io la intesi così). Ad ogni modo nel blog di libri se ne pubblicizzano parecchi, anche a seguito di post autopropagandistici. Di solitosi tratta di testi antisistema o antiprogresso, ad ogni modo anti qualcosa, di autori come Paolo Becchi, Massimo Fini, Ida Magli, quest'ultima, stimata antropologa, da anni editorialista del Giornale, in versione patriottica antieuropeista (ha un blog che si chiama Italiani Liberi; suo, da Grillo, il post antieuropeo il giorno delle elezioni, pigiare qui per leggere).
Guardiamo adesso, brevemente, alla figura di Gianroberto Casaleggio, che lo scorso anno dovette render noto di essere il cofondatore del movimento, rivelandone la sostanziale opacità fin dalle prime gettate (prima, a quelli del blog-movimento che esprimevano dubbi, si rispondeva insolentiti che era il gestore tecnologico del blog e basta, che non aveva nessun ruolo politico). Casaleggio, secondo Wikipedia, è fondatore e Presidente della Casaleggio Associati srl, azienda derivata da una serie di avventure imprenditoriali all'interno della galassia Telecom (TELECOM!!! Sarà la stessa azienda di telefonia contro la quale Giuseppe Pietro Grillo ha fatto tante violente battaglie, per anni e anni, sul modello dell'ultima contro MPS?). La Casaleggio associati, se andate a vedere nel sito, vanta clienti tra le grosse multinazionali (è strano, no?). Negli ultimi anni è spesso venuta fuori questa cosa che questa azienda è specializzata nel marketing virale in rete, possiede cioè la capacità professionale di far lievitare l'interesse attorno a brands, partiti compresi, evidentemente (ma non può avere anche la capacità di far sminuire l'interesse? E se facesse questo, cosa che sono sicuro non fa, sarebbe legale?). Per quanto riguarda la politica, da quello che si può direttamente osservare frequentando la rete, si fa marketing virale applicando precise tecniche a partiti e movimenti, o a singoli politici, mediante l'uso dei cosiddetti influencers (la Casaleggio stessa spiega cosa sono, pigiare qui, L'influencer è un asset aziendale, senza l'influencer non si può vendere...), persone che inseriscono contenuti in rete solo con lo scopo di orienare le discussioni a favore del brand per cui lavorano, o contro... (per capire meglio basta guardare i commenti nei forum dei principali siti di informazione, a partire dal blog di Grillo, dove agiscono nickname che lavorano in questo senso). Beppe Grillo, in una recente intervista, ha detto che aveva presentato ad Antonio Di Pietro il guru della comunicazione Roberto Casaleggio, e che durante la cura del sito IDV da parte di quest'ultimo il partito aveva raddoppiato i voti. Dai bilanci dell'IDV, del resto, si sa che affidarsi all'agenzia marketing milaniana costa cifre quasi a sei zeri. Sempre in casa IDV, la parlamentare europea Sonia Alfano (ma poi cacciata dal partito in circostanze piuttosto strane), eletta con un sacco di voti anche grazie al forte sostegno del blog di Beppe Grillo ( liberale, o faceva parte dei servizi a pagamento della Casaleggio Associati?), ha recentemente dichiarato che la sua caduta politica è stata fortemente condizionata dalla decisione di non affidarsi più, dopo l'elezione, alle cure di Casaleggio Associati, che per proseguire la collaborazione le chiedeva un milione di euro all'anno per la cura del sito. La Alfano non la fece nemmeno tanto lunga, né fece troppo la vittima di un meccanismo del quale si era in un primo momento servita, ma con una sola dichiarazione, lo scorso settembre, si tolge parecchi sassolini dalle scarpe (è breve, si ascolta pigiando qui), e disse giustamente che peraltro non disponeva affatto del milione all'anno che le veniva richiesto per la cura del sito.
Pigiando qua si legge un bell'articolo che descrive Gianrobert(spierre) Casaleggio e il suo trascorso politico.
E il modesto attore satirico (satirico non vuol dire comico...) Giuseppe Piero Grillo, come si è comportato in questi anni di leaderaggio semiclandestino? Secondo me da testimonial pubblicitario, come ai tempi dello yogurt (in quest senso non credo di essere io a scoprire che fare il testimonial, non solo di prodotti commerciali, sia una delle normali vie, da parte di persone famose, per riconquistare popolarità o semplicemente per sbarcare il lunario quando la carriera è in declino). Si sa che tutto ciò che tocca Grillo, da un po' di anni a questa parte, diventa oro, sia nel mondo politico che in quello editoriale. Si pensi ai voti presi da Di Pietro stesso, De Magistris, Debora Serracchiani e la stessa Sonia Alfano, ma pure Tavolazzi e Favia (prima osannati poi scaricati nel monte del letame...), e in un primo momento anche Beppe Civati e Matteo Renzi, descritti come il PD giovane e buono, non corrotto e anticasta (ma durante le primarie sul candidato del centrosinistra alle elezioni, il giorno prima della sfida decisiva, apparve nel blog un post contro Matteo Renzi, pigiare, probabilmente diffamatorio, scritto da un certo Alessandro Maiorano, un impiegato del Comune di Firenze non nuovo alle crociate contro le pubbliche amministrazioni per cui lavora, spalleggiato da Forza Nuova, formazione politica di estrema destra, pigiare qui; del resto Maiorano aveva già fatto ricorso in Tribunale, nel 2009, contro il sindaco Matteo Renzi, per via che era stato trasferito, pigiare. Va detto, anche qui, che a oggi non si hanno notizie di querela da parte di Matteo Renzi contro Alessandro Maiorano).
Andando avanti nel descrivere le fortune ottenute dai contenuti sostenuti da Beppe Grillo, si pensi anche al successo immediato del Fatto Quotidiano e di Servizio Pubblico (oggi fortemente sospetti di intelligence con il nemico da parte di tanti adepti, che non tollerano la pur minima critica), sostenuti quasi esclusivamente dal Blog di Grillo. La campagna di lancio del Fatto Quotidiano, in particolare, fu clamorosa: tutta all'interno del blog, dove giorno dopo giorno si rendicontava sull'incredibile numero di abbonati raggiunto ancor prima di aprire (abbonati pare oggi scomparsi, al pari degli acquirenti in edicola, ridottisi a meno di 50.000). Ma fu lo stesso per la campagna di autofinanziamento di Servizo Pubblico, che, anche se l'impresa era più facile, raggiunse in un battibaleno la cifra necessaria all'autoproduzione del 2011.
Prima di venire al punto di questa abbastanza confusa e sintetica ricostruzione, c'è un'altra questione che mi preme segnalare: il legante più evidente tra Casaleggio, Grillo, Fatto Quotidiano e in particolare Marco Travaglio (editorialista del blog di Grillo fino a poco tempo fa, con frequenza settimanale), è la casa editrice Chiarelettere, editore di tutti e quattro i soggetti (possiede una sostanziosa quota del giornale, ed è anche editore di numerosi altri personaggi vicini ad esso o a Grillo, tra i quali De Magistris, Massimo Fini, Loretta Napoleoni, Peter Gomez, Marco Lillo, Beatrice Borromeo, Gianni Barbacetto, Eugenio Benettazzo). Anche recentemente un libro in uscita da Chiarelettere è stato lanciato con un post dell'autore sul blog di Grillo, nel caso specifico il libro sul femminicidio del secondo me bravissimo Riccardo Iacona. Niente di irregolare, per carità, ma le tante coincidenze farebbero pensare quantomeno che gli interessi della casa editrici e di tanti suoi autori vanno a formare un groviglio che, volendosi attenere ai principi etici, potrebbe definire numerosi conflitti di interesse.
Un altro collante del gruppo editoriale-politico, sono le violente campagne contro il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e, per estensione, il suo convinto europeismo, per non dire l'area politica di provenienza (il nemico principale di Grillo e del FQ, stranamente, non è più il PDL, ma il PD...). Detto en passant, sono convinto che l'antieuropeismo sarà l'approdo di tutto questo gruppo, antieuropeismo non solo liberale euroscettico (all'inglese, per intendersi, contro l'asse franco-tedesco), ma sempre più di marca populista e identitaria, fondato sulla sovranità politica e monetaria, del quale fanno testimonianza in Europa vari partiti e singoli politici collocabili nell'estrema destra. Il più pittoresco testimone di questo antieuropeismo, nel blog di Grillo, è Eugenio Benettazzo, saggista economico e operatore di borsa indipendente. Benettazzo è quel biondino che qualche volta si vede in tv, anche chez Michele Santoro, che ha l'aspetto del predicatore, e che può essere confuso con un personaggio interpretato da Corrado Guzzanti. Leggete come inizia un suo recente post: Se volete limitare i danni in questa fase epocale per il nostro paese, evitando di vivere i prossimi anni in piena depressione economica, allora non ci sono tante soluzioni, ma solo una: sospendere la democrazia per qualche anno e affidarci a un regime totalitario, decidete voi se preferite uno di sinistra o uno di destra. Tutto il resto sarà pura perdita di tempo, portando ad un aggravamento ulteriormente delle condizioni di salute della nazione (pigiare per leggere l'intero post).
Insomma, volendo deliberatamente pensare male, ma poco poco, in buona fede, solo a fini di azzeccamento: non è che questi qua, ognuno a loro modo, stanno facendo i propri interessi alla facciaccia degli interessi dei loro lettori e, soprattutto, dei loro elettori? Non è che i vari endorsement che si fanno reciprocamente (ultimo il clamoroso di Beppe Grillo a favore di Di Pietro nientedimeno che Presidente della Repubblica, peraltro nel momento peggiore della carriera politica dell'ex magistrato) stanno sul mercato, in questo speciale mercato parallelo di salvatori della patria? Volendo pensar ancora peggio, non è che dietro al mercato marketing-politico-editoriale ci sono soggetti che commissionano massicce campagne contro un contenuto-brand, invece che a favore? Per esempio contro grosse personalità politiche (primi fra tutti Giorgio Napolitano, Massimo D'Alema, Giuliano Amato per il gruppo politico-editoriale del quale stiamo parlando), vedi caso tutte europeiste e di area Partito Socialista Europeo? Non è che le campagne pesantemente diffamatorie hanno come bersaglio vero il riformismo socialista, e che qualcuno ci guadagna a ostacolarlo, ritardarlo, annacquarlo, non solo in Italia? Vale la pena leggere, in questo senso, un articolo di autodifesa di Giuliano Amato (pigiare)
E quindi chiudo così, facendo un solo esempio concreto, tanto al resto ci arrivate da soli: sappiamo tutti che l'Euro, durante lo scorso anno, è stato difeso dagli attacchi degli speculatori dalla BCE, che ha sostenuto le banche per 1.000 miliardi di Euro, rimpinguandone le casse ormai a secco, molte delle quali, del resto, piene di fogli di carta dove c'è scritto che lo Stato italiano pagherà alla scadenza bla bla bla... Dato l'intervento non obbligatorio della BCE, ci rimettono gli speculatori. Ma siamo sicuri sicuri che questi signori, che guadagnerebbero decine se non centinaia di miliardi da una crisi dell'Euro, che è accelerabile con la crisi politica italiana, si rassegnino a perdere e che se ne stiano buoni buoni a farsi spennare dalla BCE, invece di rivolgersi al mercato politico-editoriale per favorire i propri legittimi interessi?
Larry Massino (no missino)
PS: PEZZO E AUTORE DEL PEZZO IN FASE DI CORREZIONE.
PS2: PEZZO FINITO DI CORREGGERE ALLE 12.20 DEL 6 MARZO 2013; AUTORE DEL PEZZO ANCORA IN FASE DI CORREZIONE.
ci s'azzecca
RispondiElimina(splendido articolo)
fila troppo quindi sara' proprio cosi'
EliminaCiao Larry!
RispondiEliminaA prop. della recentissima performance di Dario Fo (http://www.youtube.com/watch?v=Fldu6enDzdo&feature=plcp - [cazzo siamo alla SS Trinità del Padreleggio, del Griglio e dello SpiriFo Canto...]) ti segnalo questa lettura:
http://corsolinguistica.altervista.org/il-dizionario-di-dario-fo/
ilMatt., sulla vicenda e l'ascesa al potere del non-movimento si dovrebbe approfondire il tema della "immunità teatrale" (e di cui più nessun altro nei prossimi anni potrà avvalersi nel nuovo fascismo tecnocratico [temo])
ps: comicità vs (&) satira: potresti consigliarmi al riguardo opere tetrali, saggi, dritte, soffiate, indirizzi, camerini... pls, Larry
Anche a noi ci interessano le soffiate su comicità contro satira.
RispondiEliminaUn gruppo di commercianti di risate.
fwwd
EliminaRisate smerciate in gruppo
Non è una cosa brutta, che s'è rotto il gaggèt e state in riparazione, è vero? Non mi facete stare in pensiero.
RispondiEliminaHo letto tutte cose: per la prima volta, non ho votat'a nessuno, mi potete credere; ma, se andavo, votav'a Grillo. Ma non ci so' andato. Pure nella terra è uguale: se il raccolto è brutto, ti conviene a portare al mercato quello che è, un poco, di meno brutto. Se, l'anno prima, ti avevi
conservato qualche cosa, per tirare avanti, e tieni ancora un poco di faccia da perdere, non ci vai per niente, al mercato.
Tanta saluti
Contadino della sua terra
prove tecniche di squadrismo
RispondiElimina"ragazzi dobbiamo andare a prenderli fisicamente questi..."
http://www.gennarocarotenuto.it/22785-squadrismo-a-cinque-stelle/
Ottimo questo articolo, grazie!
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