Larry Massino is back, dispartito, tornato at home. Un caloroso abbraccio a tutto il suo pubblico, Floarea, Davide, Rita, Francesco: meno dei 25 lettori che immaginava di avere Alessandro Manzoni, ma senz'altro più qualificati.

martedì 6 marzo 2012

Il fine giustifica, ma i mezzi rimangono mezzi

gente che discute del futuro della gente che discute del futuro della letteratura.



Leonardo Sciascia, faceva dire a don Mariano Arena,  nel Giorno della civetta, che ci sono gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà.  Chissà cosa penserebbe oggi don Mariano. Io penso che siamo andati oltre, che c'è un'altra categoria almeno, da aggiungere alla lista, la tragicomica categoria dei mezzi quaquaraquà.

Fatemi riflettere   più o meno scherzosamente: se si comincia ad arrestare i critici, la letteratura si può salvare. Ma non basta: penso che   almeno a titolo dimostrativo andrebbe arrestato qualcuno della filiera industriale, nonché qualche scrittore abusante della pazienza dei tele aspettatori (campa cavallo...); poi andrebbero arrestati bondanti i lettori che in libreria comprano solo minchiate.

Gian Paolo Serino, lo dico subito,  è uno simpatico, così a occhio; tra l'altro la sua carriera è ora aperta a tutto, perché un uomo che è stato in prigione, in Italia, merita finalmente tutti gli onori; c'è da immaginare che  lo vedremo presto da Bruno Vespa, che farà costruire  il  modellino della redazione di Satisfiction, anzi due modellini: il primo della redazione quando la rivista veniva finanziata da Vasco Rossi; il secondo dopo che  Gian Paolo Serino ha dadaisticamente licenziato il suo editore. Potrebbe essere che ci sarà anche un terzo modellino, con la ricostruzione dell'appartamento di Serino - dove è avvenuto il suo arresto, preso con il sorcio in bocca - con particolari della  camera da letto, dove sarebbero state scattate le foto hard oggetto dell'ignobile ricatto a una ragazza che secondo la versione del critico  avrebbe dovuto consegnargli dei soldi per lavorare per lui (altro che dadaismo!).

Così, immediato, a difesa di Serino va subito detto che non si capisce perché la ragazza, della quale si conoscono solo le iniziali, abbia consegnato il danaro se non ha ricevuto in cambio le foto (la difesa dice che non esistono più). Viene spontaneo domandarsi:  perché gli ha dato questo danaro, atto che subito dopo ha permesso ai poliziotti l'arresto del critico per estorsione? Sembra autofiction... Trovata pubblicitaria... Da uno come Serino bisogna aspettarsi di tutto, anche dal punto di vista dell'evoluzione della critica letteraria. Farà strada, siatene sicuri. 

Serino   fa critica su per giù a  questa maniera: chi gli sta simpatico è bravo e se non lo compri sei un idiota; chi gli sta antipatico fa cacare se lo compri sei un criminale. Non a caso scrive(va?) sul Giornale... (che però, questa volta gli va riconosciuto il merito, ricostruisce l’arresto di Serino in modo esemplare, clic qui)  Però se uno gli sta antipatico si inventa le  immagini più sfavillanti. Per esempio i seguitissimi  Wu Ming, il  collettivo di scrittori Wu Ming, li definì così, senza mezzi termini: associazione a delinquere di stampo immaginario. Il libro di Silvia Avallone lo definì una bara senza maniglie. I lettori di Saviano sono i veri camorristi. E così via.

Quello che penso della sua recente entrata da dietro a stroncare le ginocchia dell'avversario, nella sua recente  rubrica dal titolo i furbetti dell'inchiostrino, non gliel'ho mandato a dire: dissi direttamente a lui incrociato proprio quel giorno sul suo profilo facebook (clic per leggere il precedente post che avevo dedicato a Gian Paolo Serino). Si è trattato di una serie di articoli violentissimi sulla rivista on line   Satisfiction, contro colleghi critici e giornalisti, che stigmatizzava  loro pratiche, certo  poco eleganti, ma del tutto legittime nel malcostume generale che si vive in Italia, secondo me da sempre, secondo me in modo irrimediabile. Fu subito  interrotta, la rubrica. Anzi, il sito satisfiction.me, che faceva un lavoro quotidiano enorme,  è stato  immobile per diverse settimane, appena dopo l'avvio, immagino per ragioni paragiudiziarie (minacce di querela)  o interne (liti   per  soldi e stipendi). A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si indovina, diceva... Difficile non notare che l'interruzione del blog e la  vicenda giudiziaria avvengono una dopo l'altra poche settimane dopo l'apertura dell'inusuale rubrica sugli intrallazzi che avvengono sotto gli occhi di tutti nel  sistema editoriale italiano, rubrica culturalmente e politicamente sbagliata (anche se dal contenuto vero). Gli dissi, a Serino, che prendersela con un singolo è sbagliato quando è l’intero sistema a essere marcio. Infatti, anche adesso non si tratta di prendersela con Gian Paolo Serino, al quale del resto auguro di dimostrare la sua piena  innocenza,  ma con l’intero sistema della cosiddetta cultura, con l’intero sistema della nuova letteratura, che come sappiamo agisce  con il coltello tra i denti, che  bene impera anche attraverso l’uso militaresco dei lit blog, adoperati a favore di una o l’altra fazione in campo (non è vero - direi purtroppo - che non contano nulla: influenzano ignari lettori, formano e sformano paradigmi,  tendono a instaurarsi al centro del dibattito per ricavarne prebende, sottoforma di contratti editoriali. Tutto ciò è legittimo, per carità, ma questo è, questo sono, non l’opera pia della santa cultura che vogliono far credere di essere…). Ce lo vogliamo domandare dove siamo arrivati se un blog letterario e  una rivista letteraria vengono gestiti in maniera gangsteristica, con il capo che chiede danaro a chi vuol collaborare con lui, anche adoperando  mezzi di convincimento come il ricatto, anche facendo estorsione?

Serino opera in una città oscura come Milano, dove avvengono gran parte della schifezzerie politiche: lì nacquero il fascismo, il craxismo, il leghismo, il berlusconismo… e c’è da prevedere che quest’ultimo sarà una schifezza anche in uscita…  A Milano pure  operò (e opera?) Armando Verdiglione,  mascalzone  non privo di stile, autore di non imprescindibili testi teorici che editava la sua casa editrice, Spirali, stranamente ricchissima (poi si capì perché, quando i gendarmi  misero a lungo in prigione il filosofo che teorizzava un nuovo rinascimento attorno alla moda, il design, le nuove imprese di comunicazione, in una parola il socialismo riformista e trasformista di Bettino Craxi, contenuto in questo involucro di modernità), che attorno all’omonima rivista promuoveva sontuosissimi congressi ai quali partecipavano intellettuali e scrittori importantissimi, provenienti da tutte le parti del mondo, finanche Borges. Quel Verdiglione  lì che si diceva da se medesimo carissimo a  un monumento del pensiero a lui contemporaneo come  Jaques Lacan, ma  invece, dimostrarono le inchieste,  era  caro più ai mariuoli di tangentopoli. 

Serino somiglia un po’ a Verdiglione, ci ha lo stesso cipiglio. Anche lui  si dice sempre caro a questo e quello, in particolare si diceva caro a Vasco Rossi, uno che conta anche di più di Bettino Craxi, a mio parere: sono amico di Bettino Craxi ti trovavi   un sacco di porte in faccia, nonostante tutto, e assai probabilmente la magistratura alla porta di casa (come fu); sono amico di Vasco Rossi ti apre porte e portoni, anche quelli dei cuori femminili dei quali Serino fa strage, come si vanta ancora  in questa avversa circostanza (come fanno gli impotenti?), a casa sua in facebook.… Che tristezza… Uno gli amici li può anche mostrare, per carità, ma solo se ha sbattuto in faccia loro la propria tenda di casa. Secondo me. A meno che non siano amici disgraziati suoi pari.

Ci vorrebbe Simenon, per dipanare questa storia, che questa sì è storia della letteratura, in particolare della letteratura italiana attuale, letteratura fatta da critici che bisogna addirittura pagare per lavorare alle loro dipendenze...  Un Simenon dei navigli, ci vorrebbe, ormai invecchiato oltre il naturale, assolutamente fuori servizio, anonimo come un pessimo nickname che tutti spernacchiano, arrivato per capriccio dalla sua protettiva Losanna, come fa da anni due tre volte a settimana, accompagnato e lasciato lì vicino dal suo autista, che non ha mai fatto caso ai capricci del suo datore di lavoro; un Simenon in tenuta da cieco, che si muove autonomamente ma a fatica, e che sta seduto tutto il giorno in una di quelle osterie che non  sono più osterie, che vaffanculo son diventate winebar, dove non  si può fumare la pipa, e nemmeno il sigaro (sigaro che come piaceva a Verdiglione piace mostrare a Serino): e allora cosa ci va a fare uno sano all'osteria se non si può fumare il sigaro, se non si può fumare la pipa e neanche una merda di sigaretta? Per questo le osterie sono divenute ben presto sanatori, rifugi per malati e per vecchi all’ultima attesa, come il Simenon che ci vorrebbe a noi, un Simenon calmo, oramai senza bollori sessuali, con il cuore ballerino sospinto da un imprecisato numero di by pass; un Simenon  succube di tutti i divieti e precetti medici, capace di passare un intero pomeriggio  a sorseggiare un unico calvados, e nemmeno finirlo, con l'oste che sbuffa mel sta sedu tut el giorn cu un bicièr... non spende un cazzo, questo vecchio di merda, e mi occupa un tavolo  tutto il giorno... Fa niente  se i tavoli sono quasi tutti liberi perché si riempiono solo la sera.

Insomma, questo Simenon qui che ci vorrebbe a noi, un pomeriggio vede arrivare una bella ragazza, sotto i cui grandi occhiali fumé intuisce begli occhi lacrimevoli, intuizione confermata poco dopo, a visiera protettiva abbassata, dalla visione ravvicinata delle  splendide nere fessure,  nella parte bianca arrossate da un pianto ancora  a stento trattenuto. L'oste non ha pietà, e chiede subitaneo l'ordinativo. Lei ha fame, chiede un panino qualsiasi e un gin tonic, incauta combinazione alimentare, specie in quella circostanza. Il gin non quello qualsiasi, ma quello di quella speciale marca, il migliore. L'oste scrive, e bofonchia da  avido commerciante ingobbito  che c'è da pagare una maggiorazione, per kel gin lì.  Lei non risponde nemmeno, forse non ha nemmeno ascoltato.  Il vecchio scrittore vorrebbe suggerirle di prendere acqua, con il panino, al massimo aranciata: l'alcol infatti aumenta la lacrimazione, in particolare il gin. Se lo ricorda, era l'effetto che faceva a una  mora quasi uguale, di bellezza faraonica imperiosamente trascurata, che aveva incontrato in circostanze simili in un club di Manhattan, negli anni più bui della sua infelicità. Ma lei, la ragazza di disperazione mora che ha ora di fronte, è di sicuro una che non ascolta le parole dei vecchi, nemmeno quelle non dette, che in fondo non ci vorrebbe nulla a rispondere con un sorriso anch'esso non fatto.

Il nostro Simenon fissa fisso, sotto i suoi tattici occhiali da cieco. È entrata  zampettando su inverosimili tacchi a spillo, assolutamente inadatti all'orario, alla giornata piovosa, al luogo. Naturalmente con in mano il telefono di ordinanza, sul quale non ha mai smesso di spolliciare.  Suonerie non se ne sentono, nemmeno vibrazioni. Si capisce che sta spedendo ma non ricevendo. Oppure sta ripercorrendo un archivio. Oppure ancora è collegata alla rete, che lo scrittore non sa proprio cos'è. Sì, qualche nipote gliel'ha fatta vedere, ma a lui la rete, i telefonini... sempre a scrivere... poi che cosa? Gli è sempre sembrata una scempiaggine scrivere senza guadagnare niente, perché per lui scrivere era stato guadagnarsi almeno quel che basta per sfamarsi, fin da ragazzino; poi, certo, si era arricchito, con quasi ognuna delle sue parole, come se ogni frase  che riusciva a organizzare fosse una scheggia d'oro strappata alle pareti vive di una miniera. 

Lui appena arrivato le  parla di   rinascimento culturale qui e là, una parola dietro l'altra, ritmo a carrarmato, senza pause. Dev'essere uno timido, abbastanza  ignorante, perché si esprime con la sicurezza degli ignoranti, ché meno hai da dire più sei sicuro di quello che dici. Tanto...  Lei s'è rimessa i grandi occhiali, forse per non far vedere che ora le scende  da ridere.  Boh. Lui è  uno piccolo, mica tanto bello, sembra neanche ricco, appena benestante, ma un benestante traballante, come un ... Anzi, dall'aspetto, sembra un poveraccio, unghia sporche e tutto.  Invece lei lindissima, nonostante la trascuratezza più esibita che reale: pelle bianchissima, pallore  accentuato da un uso accorto del fondotinta, poco prima risistemato nel bagno, dove si era recata a tre morsi di  panino mangiato, esibendo  telefono in una mano e  gin tonic nell'altra, e guardando diffidente il vecchio scrittore come a dire vecchio puzzolente non mi rubi mica nulla dalla borsa che lascio sul tavolo, che mica ci credo che sei cieco? La cinica ragazzina è certo  che non fa il volontariato a comunione e liberazione… Esibisce tutti capi apparentemente costosi, e poi anelli, orologio, braccialetto, catenine, orecchini; ma potrebbe  essere che si prostituisce, o qualcosa del genere, e che è una poveraccia pure lei, che per questo non ci fa caso a quanto sia strascicata  ogni parola del suo interlocutore, strascicato ogni suo gesto. Lui è piccolo, lei è alta, ancora di più sui suoi tacchi. Se lei è una prostituta, si dice la vecchia celebrità letteraria di cui tutti sono ignari, lui potrebbe essere il suo magnaccia: ecco perché sembra di benestanza traballante. I magnaccia sono generalmente piccoli, se lo ricorda quando frequentava le bettole di Liegi e Anversa. C'è il business, le dice, c'è il business,  cazzo!  Glielo ripete in continuazione. To be continued. May be. Polèssere.

Post e autore del post non corretti. 

45 commenti:

  1. To be continued è un desiderio da esaudire, anche a costo di far ricorso a una lampada...

    Scrittura alta, tra il superbo e il necessario, come le riflessioni che contiene.

    Dino Ala

    RispondiElimina
  2. Spero per lui che risulti innocente, altrimenti è una fogna di uomo e non merita né un post, né qualsivoglia attenzione.
    Non c'è da rievocare il dadaismo, né in senso negativo, né in senso positivo.
    Se questo è moralismo, beh, allora sono moralista.
    La f**a piace a (quasi) tutti, ma c'è un limite a tutto.
    Facciamo attenzione a non fare di queste schifezze simpatici articoletti di costume. Questa è gente che andrebbe presa a calci in c**o, altro che fare simpatia.

    RispondiElimina
  3. E poi, anche se fosse innocente, chiedere 5000 euro come quota di iscrizione per lavorare con lui ...
    Guarda, Larry, mi stanno fumando i capelli. Ci sono delle volte che invocherei Stalin o altri gentiluomini simili.
    Ma gente come il Succitato troverebbe sempre il modo per paracularseli.
    Non è letteratura. E' squallida realtà. Non è Dostoevskij, bassezza morale causata dalla frustrazione di sete d'Assoluto. E' m***a e pure triste.

    RispondiElimina
  4. Secondo me non ci hai capito niente, anche perché, temo, non sei andato oltre le prime dieci-quindici righe dell'articolo. Succede a tutti, non te la prendere.

    Dino Conta

    RispondiElimina
  5. La/e Mil'ano dei bari (o da bare)

    (Thx, Larry. Ora mi rileggo la parte di Simenon)

    ilMatt: secondo mia nonna, a cui ho letto questo pezzo (è una attrice in disarmo e oggi pomeriggio si è calata nella parte di etc.) hai rigato il foglio sotto la dettatura (o la dentatura o la dittatura) di Nicola di Bari ("Sai che bevo, sai che fumo") e la visione di un film in bianco e nero tratto da un romanzo di S. senza M. (che NON ti linko :P)

    ps: Larry, poiché ho il Napoli in trasferta oltre manica, penso che per questo semestre non sgancerò la cuota ass o c(i)ativa all'H-Dèmia ... ;) son duro e puro e nn potrai rikattarmi ...

    RispondiElimina
  6. No, caro Dino, l'articolo l'ho letto tutto. E qui non sto parlando dell'abilità indiscussa di Larry nello scrivere. Dal punto di vista, per così dire, letterario, il post è godibilissimo.
    E' l'esistenza di certi personaggi e il fatto che si possa anche ventilare l'ipotesi della loro simpatia che mi scombussola. Si dovrebbe semplicemente dire basta.
    Non mi voglio appellare a un ideale di purezza ingenuo e stupido e anche poco realista, ma solo a un minimo di decenza.
    Secondo me bisogna sì predersela con l'intero sistema, come dice Larry, ma guardando bene le persone: sono loro che fanno il sistema. Il tizio (nome e cognome variabili) che fa queste cose, è un essere umano che fa vomitare.
    E' come l'impagabile Prosperini che latra contro gli extracomunitari ladri e poi finisce dentro e patteggia il poeveretto, perché, si capisce, è innocente... sembra un paragone fuori luogo ma non lo è.
    Ma poi penso alla ragazza, così folle da tirare fuori 5000 euro per il privilegio di lavorare con ... ma dai!
    Questo è un fottuto mondo di filibustieri. E' proprio perché la serietà è diventata una roba da ridere che siamo a questo punto. Ha detto giusto Larry: mezzi quaquaraquà.
    Solo che a me non viene da ridere.
    Sarò uno dei tanti fessi che non capisce le finezze...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Massimo, sono d'accordo, anche sui paralleli, vomito compreso, ma credo che mio fratello, il Conta, volesse richiamare la tua attenzione anche su altro, sull'altro che è così ben dissimulato nella *parabola* del Simenon dei Navigli.

      Per il resto, purezza e ingenuità a parte, o comprese, a noi della famiglia Dino, e siamo veramente in tanti, di Serino e delle sue avventure, in rete e fuori, frega esattamente una beata squinquera.
      E' Massino che ultimamente si è fatto antropologo e se ne va alla ricerca di tipi umani (lasciamo perdere il genere, in questo caso): secondo me, sta scrivendo un romanzo...

      Dino Sala

      Elimina
    2. Caro Dino fratello dell'altro Dino, l'orrore è genere letterario sopraffino ...
      Spero che Larry non voglia riscrivere il Bel Ami ... però magari potrebbe intitolarlo il Brut Ami, sottotitolo, Piscinin, schifus e gelus de tucc.
      Storia di un pirla nella Milano di Bari.

      Elimina
  7. Massimo capisco la tua incazzatura, ma non la condivido. Non è questione di singole persone...

    Ma vedo che stiamo dicendo la stessa cosa...

    Rimane che bisogna guardare la luna, non il dito, altrimenti, con la consolazione delle mele marce, si fa peggio che meglio (ma poi, vedrai, è innocente...)

    RispondiElimina
  8. Larry, ti do del tu, presumo potresti essere mio figlio.
    Tu hai descritto un ingranaggio, uno dei tanti microscopici ingranaggi il cui meccanismo forma sforma o deforma il Sistema (o quel che secondo te è il Sistema).
    E' anche questione di singoli individui e di dita mani avambracci organi genitali e apparati digerenti.
    Non è consolante (solo la letteratura "becera" lo è) né appetitoso sapere quante mele marce ricolmano il cestino (e chi è il padrone del cestino e quanti si sfameranno di quelle mele) ma mentre con lo sguardo vivisezionamo la Luna non possiamo fingere di sopra vivere attorniati da esseri sprovvisti di dita e mani pronte ad arraffare ...

    Saluti,
    La nonna di Matt.

    (Ciao Larry. ilMatt., sotto la dettatura della nonna :/)

    RispondiElimina
  9. Signora, sa che suo nipote è molto più saggio di Lei?

    Con stima
    Otto Phil

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ne sono consapevole, signorOtto Phil.
      Del resto, sono una vecchia sdentata.

      Saluti.
      La nonna di Matt.

      (Mia nonna non conosce alcune modalità del web e non vorrei si inscenasse qui (proprio qui!) un mega-flame ... ilMatt-medium: cia')

      Elimina
  10. Larry, infatti io non mi riferisco all'accusa di estorsione per delle foto hard (ma poi lui ha parlato di lite ... poi di quota d'iscrizione ... insomma lasciamo perdere), ma al fatto di giocare con la vita degli altri.
    Non è innocente. Casomai sarà innocente di uno specifico reato, ma non del resto.
    Quello che voglio dire è che non sto auspicando un tribunale speciale o cose così. Non serve parlare di dito e luna, perché Luna e dito ormai sono la stessa cosa.
    Quello che auspi(cherei)co è che aumentino il numero delle persone che riconoscono gli st****i per quello che sono e non gli danno spazio. Glielo tolgano.
    Se alla denuncia si sceglie l'ammiccare si è complici. Se si ritiene che non valga la pena denunciare, perché tanto è tutto un sistema, allora meglio non parlarne affatto.
    Una certa dose di compromesso nella vita adulta è certo inevitabile ... però, ripeto, c'è il limite della decenza.
    D'altra parte mi rendo anche conto che ognuno ha il suo modo. Uno è più soft, un altro si incazza ...
    Io m'incazzo perché so cosa vuol dire essere preso in giro, essere stritolato da un sistema fatto da furboni che si credono meglio degli altri.

    RispondiElimina
  11. l'unigo serino ghe gonosgo è un ritende baese della nosdra amada irbinia
    io cuando veto ghe il giuggio è sdango e non dira lo bordo lì a ossicenarsi e boi a fargi la brebarazzione ber il cambionado e sembre gon molda sotto-isfazzione

    Giriago Demida

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Crazziassaje Girì, si' semb' 'o numm'r' un, si' l'uniga sb'ranza nosdr'

      http://maps.google.it/maps?hl=it&psj=1&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.r_qf.,cf.osb&biw=1280&bih=632&wrapid=tlif133105198164010&q=serino&um=1&ie=UTF-8&hq=&hnear=0x133bd1017030a55d:0x409e11f9963dd70,Serino+AV&gl=it&ei=5j5WT_zVN8zR4QSsrsGgCg&sa=X&oi=geocode_result&ct=image&resnum=2&ved=0CEMQ8gEwAQ

      La Bro Logo

      Elimina
  12. Massimo, in questo paese i furbi la fanno franca, è vero, ma secondo me fanno una vita di merda, perché nel fondo del loro cuore lo sanno di non avere qualità nemmeno per fare i furbi. Io ho sempre detto loro che non li stimo, perché se vuoi fare il furbo devi farlo alla grande: così, estorcere danaro a una ragazza che è venuta a letto con te... è vile, non è furbo. Come è vile, lasciamelo dire, il silenzio di tutta la comunità letteraria su questa vicenda che non ha bisogno di sentenze per essere giudicata per la squallida storia che è.

    Nonna di Matt siamo d'accordo (me lo governi bene, il ragazzo, che ci ha bisogno di zuccheri per via del cervello sempre in moto)

    Dino Sala, davvero pensi io sia capace di scrivere un intero romanzo come gli scrittori veri? Mi lusinghi. Ad ogni modo, come potrei intitolarlo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In questo momento mi vengono in mente solo titoli tipo "Il giorno della nineddoche", "Una nineddoche vi seppellirà", "L'uomo che scambiò la sua nineddoche per un ducato". Cose così 'nzomma, sono un po' fuori fase ma col tempo ti darò un titolo ad hoc.

      Dino Pala

      Elimina
    2. Propongo "La perdizione dei mille Nineddo Bixio - Una storia italiana"

      Dino Gary-Bal

      Elimina
  13. Larry, veramente ciàvrei bi sogno di una goccia di benzina che' son in motorino col cranio controvento stretto tra una biondina e un bauletto ...

    ilMatt., tramite Iphone

    RispondiElimina
  14. Vieni e scivola nelle mie dolci mani per abbandonarti ad un mondo di sogni e desideri , um mezzo per trasmutare
    l' energia e sperimentare stati superiori di coscienza, la fantasia, i sensi, l'intuizione..... un modo per
    trovare il tuo equilibrio energetico...o per dolcificare la tua anima, tutto nel rispetto e adattamento alla tua persona.
    Sono a 150 mt dal casello uscita autosrada per lainate. No sms, no mail,
    no numeri privati

    Zona/Quartiere: LAINATE

    Lina Riccio

    RispondiElimina
  15. Vieni e scivola nelle mie dolci mani per abbandonarti ad un mondo di sogni e desideri , um mezzo per trasmutare
    l' energia e sperimentare stati superiori di coscienza, la fantasia, i sensi, l'intuizione..... un modo per
    trovare il tuo equilibrio energetico...o per dolcificare la tua anima, tutto nel rispetto e adattamento alla tua persona.
    Sono a 150 mt dal casello uscita autosrada per lainate. No sms, no mail,
    no numeri privati

    Zona/Quartiere: LAINATE

    LINA RICCIO

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senti, ciandella, trovati un altro nick e lascia in pace la nostra famiglia, se no veniamo a prenderti in zona/quartiere, prima ti facciamo fare uno sciampo dalla sorella Creo e poi ti allisciamo i capelli uno per uno col ferro da stiro, a novanta gradi...

      Scusi l'ot Massino, ma quanno nce vo' nce vo'.

      Le Line al completo, quelle originali.

      Elimina
    2. Ragazze, mie care e sopralline Line, aggiornate il tariffario, da buone su.
      ..conservo alcune foto di Lina Coràl e Lina Spal, che tanto ma tanto volete bene, nevvero?

      Il pappone di Münchhausen

      Elimina
    3. line, questo trattamento dovreste riservarlo a serino e accogliere invece la riccio nella vostra famiglia, non si sa mai...

      Dino Lavan

      Elimina
    4. @Lavan

      Sei, sei stato e sempre sarai un grandissimo puffaniere.

      Tua moglie
      Dina Biòn

      Elimina
    5. Sì, ragazze tutte, ricce e line, basta con le entrate di favore, gli sconti e le decurtazioni volontarie sulle presta azioni: da oggi si gioca duro, occhio alla crisi.

      Mikate Ladogratis

      Elimina
    6. Biòn, gon de faggiamo i gondi a gas(a)

      Dino Accen

      Elimina
    7. Ce le stai affumicando, Accen!

      Lina e Lino Provo con Etta Provòl

      Elimina
    8. ma no, maccheddite, accen serve oh se serve

      Etta Sigar

      Elimina
    9. Vevo, Accen sev ve, e come se sev ve, è un gvan sev vitove. Financo della Patvia.

      signovina Etta Envik

      Elimina
    10. Vevissimo, il cavo Accen, sev ve, e come se sev ve, è un gvan sev vitore. Financo della nostva amata Patvia.

      signovina Etta Envik

      Elimina
    11. scusi signov Lavvy: vepetita iuvant!

      signovina Etta Envik

      Elimina
  16. Avendo un dubbio, cìò d'avanzo una domandina, che forse son due:
    la signora Lina Riccio di mestiere fa la editor o l'agente lett'erario?

    ilMatt. questiontime

    RispondiElimina
  17. E' un ricatto, che si spiega? te ne vai in galera se l'hai fatta grossa, se c'è il reato. Da parte mia dico che ho sempre avuto una certa diffidenza nell'abbeverarmi da 'sti lit blog, che piazzano gli scrittori che dicon loro e fanno pubblicità con uno spirito furbetto, il tornaconto insomma.
    Ci si deve meravigliare di questi qui?.. e ci finisce pure la letteratura nel marcio. Che si fa? la risposta mia è: si evita, penso che la gente alla maniera dei bradipi arriverà a venirne a capo, saprà scegliere e allontanarsi da 'sto marciume fetido.
    C'è qualcuno che ci ha gli zebedei che gli girano, lo capisco, sarò codardo, mi sto zitto io e sbraito proprio poco su 'ste faccende.

    M'è tanto piaciuto il racconto a seguire.

    RispondiElimina
  18. Matt

    A mio dire hai fatto centro! Pensa, a me l'annuncio di Lina Riccio ha ricordato le recensioni iperboliche di Giuseppe Genna.

    RispondiElimina
  19. Discepolo, la gente che dici tu è quella che decreta il successo di questi fetenti qui, perché, a proposito di puzza, più si sta vicini alla discarica e meno si sente la propria.

    Grazie per il complimento finale.

    Grazie anche alla scuderia del Matt, che in fondo rende meno ieratiche certe mie non necessarissime esternazioni.

    Dino Ala, peut-être che il Simenon dei navigli si incontri presto con un milaniano già premio Scerbanenco (Andrea G.Pinketts, lo spleen dido Andrea Pinchetti)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Larry, aggio interpretato Il pappone di Münchhausen, Dino Gary-Bal e Lina Riccio oltre al me medesimo di me. E alle missive della nonna ho prestato l'impronta dei polpastrelli, poiché la vegliarda non è più un missile alla tastiera. Queste le mele fatte da attribuire al mio estemporaneo clan-clan. Anche perché non sono di Maranello e preferisco il cointreau alla Red Bull.
      Altri solDini non ne ho versati alle trolLine (ahimé!).

      W IL TEATRO! A FERRO E FUOCO LO STAMFORD BRIDGE!

      ilMatt., una moderna icona (bizantina) (in fondo)

      Elimina
    2. ps: Il pappone, Lina Riccio & Gary-Bal non li metterò più in scema. Se d'ora in poi dovessero nuova mente apparire non sarei io a muoverli questi buratt(roll)ini ...

      ilMatt., è per sempre.

      Elimina
    3. pps: un dì vorrei avere l'onore, per pavoneggiarmi, di scagazzare con il nome di piuma di Tom Marinelli. Larry, me lo con senti?

      ilMatt., 'o usurpator nun sa scord' 'a mamma soja

      Elimina
    4. Mi permetto d'essere un minimo fiducioso, conservo la speranza nella gente che è pure, come tu dici, quella che appoggia i 'signori letterati', porcaccioni!
      Mi sbaglio.. può essere.

      Concordo, il Mattolini è un mattatore, m'è simpatico e gli riconosco una certa avena creativa.

      Elimina
    5. Biada ben [(a)-(è)] ciò che pensi, Discepolo.

      ilMattomarinelli

      Elimina
  20. http://www.nazioneindiana.com/2009/10/27/pop-polar-1-giampaolo-simi/

    Massino, allora non eri ancora nato...

    ps: hai notizie di fm, il grande ForteBraccio?
    Anche se ho l'impressione sia apparso anche qui tra un Giriago e una Lina.

    pps:anch'io ho un debole per il Matt. Il ragazzino ha il pregio di sintetizzare in una frase articoli interi.
    La/e Mil'ano dei bari (o da bare)--->NOTEVOLE

    gertrud

    RispondiElimina
  21. e tu lo chiami Matt8 marzo 2012 alle ore 07:43

    io non do mai nomi ai troll più grandi di me


    (Finar)Dio

    RispondiElimina
  22. Matt, puoi libera mente (è bugiarda, libera è bugiarda) usare Tom Marinelli Jr

    Gertrud, anche io ho il sospetto che FM si aggiri, emulo dello spettro amuletiano, a dir verità indicibili sotto forma di ghirigori, a incitar vendetta, come padre regicidiato. Io è tanto che non lo sento. Dicono si sia ritirato in convento, ma immagino sia tutta una scusa per far la corte all'inesperta Ofelia (ché lui non ci ha mai creduto che è morta; anzi, forse fu lui stesso uno dei due becchini che ne diffuse la falsa notizia del suicidio, per salvarla dalla furia assassina di Amuleto). Lo sentii l'ultima volta ridere da lontano, il caro FM; occhieggiando con uno speciale teles copio di mia personale fabbricazione vidi che stava leggendo un testo di una sicura testa di cazzo, su una certa Fiorenza maginifica; dal quale autore testa di cazzo il querulo ridanciano pretendeva lauti risarciementi per via che anche il troppo ridere stroppia. Ad ogni modo lo saluto e saluto te, Gertrud (nome che immagino alluda alla fedifraga)

    RispondiElimina
  23. garo doddor massino,
    mi brendo la gonfitenza di sgriverle cuesta leddera tireddamende allei ber tirle che sono singeramende disbiagiudo di aver gondribuido a ingasinare il golonnino dei gommendi gon i miei indervendi fuori luoco, berghé il suo ardigolo brobio non nze li meridava
    le ghieto sgusa anghe annome della mia segredaria mikade deladocradis ghe in guesdo momendo sda fesdeccianto commè alla fesda della tonna, ghe anghe lei ghe è gosì dimita e riservada ber golba mia si è fadda drascinare ber i cabelli, ghe lei gene ha veramende dandi glielo bosso assigurare di bersona ghe gli e lì sdo gondando in cuesdo momendo
    mi greta, il mio broblema burdrobbo è ghe guanto veto dei nomi di gerdi bruddi bersonacci mi si arravogliano gli indesdini e inizia a fumammi la cuallera gon duddi gli ammessi e gonnessi e non riesgo biù a gondrollarmi, ho brobio la negessidà fi(si)ga ti sfocarmi e di sbaggare cuaccosa
    lo so ghe lei mi gabisce e mi berdona berghè sono siguro ghe anghe allei in gerdi francendi ngi verrebbe il tesiterio di menare le mani usanto berò un bel rantello notoso gome cuelli di noggiolo ghe abbiamo cuì nella nosdra garissima derra di irbinia, oggitendale e oriendale, ghe anghe frango amminio ne ha un indero abbezzamendo che sembra un biggolo baese e ghe lui lo va avvisidare dudde le maddine e ghe gli fa anghe le fodocrafie
    eggo, volevo brobio dille ghe non la tisdurberò biù e la leccerò soldando o mi vetrò le sue fodo ghe medde nei bosder, e ghe se tovesse venire cualche nigs ghe si ghiama gome me gioè giriago demida sabbi bure ghe si dradda siguramende di girino bomigino, ghe cuello mi otia e gerga di meddermi sembre in gattiva luge

    brima di andammene giavrei un baio di tesiteri da sfocare gome cuelli di alatino ghe mi biagesse ghe lei li esautirebbe gon la lambata:
    uno – se brobio teve sgrivere un romanzo o un libbro o una obera gon le barole e le gose dudde alloro bosto, pellamortittio gerghi di non assomigliare ai sgriddori di occi e a cuelli otierni ghe sono gosì famosi sui loro bloc e a gasa sue e dei amigi e anghe a portenone-lecce;
    tue – mi aiudi a gabire ghi gazzo è il maestro di tiscebolo, ghe cuesta gosa ghe non so ghi è il suo maesdro mi sda facento imbazzire ghe non gi tormo biù la nodde e non riesgo nemmeno a gondare duddi i gabelli della mia secredaria

    la rincrazzio se lei volesse aiudarmi e anghe se non volesse ghe macari ciavrebbe i gazzi suoi ber la desda

    la saludo gortialmende e gon affeddo, berghè noi cende di irbinia siamo faddi brobio gosì ghe subbido gi affezzioniamo allebrave bersone gome lei

    Giriago Demida

    RispondiElimina

Non sono consentiti i reati