Alberto Arbasino per "la Repubblica" - Vorrei soltanto informare che in tanti anni di professionismo (ne ho più di ottanta), mai ho ricevuto offerte dirette o indirette di compensi o cachet per qualsiasi partecipazione a qualsiasi programma culturale in qualsiasi rete tv grossa o piccola. Neanche un qualche «diritto di parola».
Larry Massino is back, dispartito, tornato at home. Un caloroso abbraccio a tutto il suo pubblico, Floarea, Davide, Rita, Francesco: meno dei 25 lettori che immaginava di avere Alessandro Manzoni, ma senz'altro più qualificati.
Non so se sia vero,fatto sta che Arbasino mi pare un gradino sopra a molti....
RispondiEliminaFonte Dagospia. Non compro il cartaceo da anni grazie a Dio.
RispondiEliminaNon so se sia vero si riferiva ad Arbasino e non se la fonte fosse più o meno valida.
RispondiEliminaNon so neppure se il suo post sia ironico o meno,lei è molto abile in questa sorta di ambiguità,certo che il "subitaneo" del titolo sembrerebbe confermarlo.
Comunque sia è uno scrittore che ho sempre amato per il suo particolare stile di scrittura ironico e cazzeggiante in tempi di una incredibile seriosità e tartufismo.
Non tutta la sua opera è all'altezza,ma il grano è molto più del loglio.
Inoltre,si rendessero conto certi presunti innovatori di prosa-prosa e varie che Arbasino in pratica già scriveva come loro intendono fare oggi,anche se supportati da sofisticate teorizzazioni.
Vedi specialmente Super Eliogabalo.
Il subitaneo viene sia dal mio dialetto che da Manganelli, al quale Arbasino non è letterariamente paragonabile. Ma in questo caso ha detto quello che doveva dire con grande classe.
RispondiEliminaSon due pietanze diverse,non paragonabili,ma entrambe appettitose.
RispondiEliminaIl che è già molto.
Uno trasformava la realtà in una specie di mistificazione con uno straordinario cesello di forme e con un fine sarcasmo,ricordo le sole due opere che ho letto di lui, Hilarotragoedia e La palude definitiva (questa per la verità più tragica e angosciante,ho visto qualche richiamo a Kafka),più un saggio su Whitman che mi colpì.
Arbasino mostrava una predilezione per un certo tipo di surrealismo,di oniricità,in una continua commistione di generi conditi sempre con una certa sofosticata ironia.Era un piacere leggere certi suoi funambolismi linguistici.
Certo,ho letto più lui che Manganelli,ma credo che entrambi meritino un posto privilegiato in un eventuale pantheon letterario.
Penso inoltre che avessero anche qualcosa in comune,letterariamente parlando.
Tra l'altro,se non ricordo male,erano insieme nel gruppo '63.