Stanotte ho sognato che gli uomini politici che si definiscono di sinistra o progressisti - così, per tentare di imparentarsi di nuovo con gli italiani che vanno o non vanno alle urne - di punto in bianco, tutti insieme, si sono decisi a prendere le distanze da chi, senza nessun mandato, pretende di rappresentare la bandiera della sinistra politica nella cosiddetta società, a partire dal gruppo editoriale di De Benedetti, compresi i suoi fanti e autori protetti. Ma, più in generale, si sono decisi a prendere le distanze da tutti i componenti dell'immondo sistema (im)mediatico, dai facitori di elementari facezie umoristiche, a quelli di filmini non sempre sopra alla qualità del filmino girato per ricordo della comunione, a quelli del tartufesco mondo della canzoneria sedicentesi autoriale, a quelli fabbricanti romanzerie anticamorristiche, se possibile più indigeste della camorra stessa almeno agli elettori, i quali, in particolare nelle regioni mafiose, da quando c'è in giro lo scrittore de paura internazionale, votano di più, assai di più, i partiti di destra, guardacaso quelli storicamente più vicini agli interessi delle mafie.
Della paladina del popolo che investe il suo danaro in finanziarie criminali che offrono rendite inverosimili ne parlo un'altra volta. C'è da mettersi le mani nei capelli... Per questo Saviano non se ne occuperà mai. E temo, per lo stesso motivo, nemmeno Bersani.
Ps: a scanso di equivoci, dichiaro spontaneamente che Alessandro Sallusti è secondo me uno degli esseri più brutti mai apparsi al mondo, uno dei più spregevoli, il peggior giornalista che si possa immaginare, la peggiore coscienza apparsa in questo paese nella cosiddetta seconda Repubblica, marchio abbastanza redditizio che Carlo De Benedetti non a caso avrebbe voluto annettere al suo gruppo industriale, prima che lo facesse il suo più diretto concorrente.