Veltroni lo spiego con un esempio che i ragazzi capiscono benissimo. Noi tutti siamo concordi nel considerare il calcio uno sport, una pratica agonistica quasi senza senso, ma una fonte di emozione irrinunciabile. Mettiamo che un giorno arriva Veltroni – proprio lui, il mago all'incontrario, che è uno che queste cose le fa bene – e lo fa sparire, fuff, calcio sparito da un momento all'altro: “ VOTATEMI!!! “ E noi, a unisono: “ Con il cazzo che ti si vota, Veltroni, tu ci hai levato l'emozione! “ Allora lui, che in fondo in fondo ha uno spirito buono, capisce. Con fare paterno, educativo - anzi, rieducativo! - ce lo rende il calcio, ma non come sport uguale a ora, cioè cosa viva, ma come Cultura del calcio, da esporre tipo museo. Noi che faremmo, andremmo allo stadio museo a vedere le partite costruite dai registi di grido di fede veltroniana, come succede ora con la disprezzabile cultura, o ci lasceremmo andare quegli idioti dei turisti, inventandoci un'altra fonte di emozione? Ricordate tutti che la lirica era un'arte che emozionava popoli interi, non tanto tempo fa. Lo stesso la poesia. Adesso sono cultura che il popolo ignora. Chi ci ha guadagnato? Secondo me c'è qualcuno che frega! Aperto il sondaggio cultura o emozione. NON VOTATELO!
PS: neanche in Africa lo vogliono...
Non necessariamente emozioni e cultura son termini antitetici,anche se si possono provare impagabili emozioni ad un numero di Maradona e restare indifferenti davanti alle rovine di Troia.
RispondiEliminaDimenticavo Walter l'africano (mancato).
RispondiEliminaDi lui si ricordano le figurine Panini.
emozioni-cultura. non ho mai visto un esponente della cultura passare all'emozione...). perché emozione-è-arte. l'inverso sì. si chiama, dozzinalmente, corruzione (a vari stadi). Munch, lo fecero pittore di Stato: pennello imbavagliato. pedofilia. un bel salto nell'altro fosso. sono catene non da poco, perché mi pare che emozione-è-arte-e-libertà d'espressione, cioè arte. per chiudere la bocca a un uomo libero, basta farlo passare all'antisistema. gli hai stirato il becco.
RispondiEliminaDante è stato marmoreizzato dopo. aveva tutti contro, in vita. Petrarca, non si fa che suonarlo, era un purista, uno snob, ha fatto la sua arte dalla cultura..(l'uomo di cultura non gli torce un capello, alla cultura... se non la violenti, la cultura, si fa polvere) Dante era un artista libero d'usare l'idioma che più lo eccitava. l'hanno scoperto dopo, esule, reprobo, rialzato morto da chi s'era trovato lo stradone spianato (dai suoi versi). era già diventato cultura, toh, ma per alcuni...
Una della più grandi sciagure della letteratura italiana è stato aver privilegiato per cinque secoli il petrarchismo,invece del linguaggio dinamico,a volte cinematografico, e cretivo di Dante,fino ad arrivare ad una sterile estenuazione della lingua nell'accademismo più stantìo e a costringere uno come Leopardi ad usare per una grande poesia un linguaggio,per molti versi,burattinesco,mentre in Francia esisteva un linguaggio perfetto già nel settecento.
RispondiEliminaArriviamo a Carducci,anche lui mortificato da un linguaggio accademico,oggi in gran parte desueto e inadeguato.
Si pensi ai suo contemporanei europei e anche antecedenti (mi viene in mente il linguaggio di Rimbaud della Saison)e si vedrà quale abisso linguistico ci separava dal resto d'europa.