Militante scocciato che chiede a Roberto Saviano di dire una cosa di sinistra
Secondo un articolo del Post, circola molto in rete il video di una conversazione tra Luciana Littizzetto ed Emma Bonino (clic qui per vedere). La Bonino, non solo a mio avviso uno dei migliori elementi della classe politica europea, comincia dicendo, letteralmente: " 17.000 persone in carcerazione preventiva sono uno schiaffo alla giustizia del paese, al senso di giustizia del paese ". Sulla negazione dei radicali all'arresto del deputato Cosentino, la Bonino dice che la attenta lettura delle carte non giustificava la privazione della sua libertà. Ma dice una cosa ancora più interessante: l'unica volta che i radicali hanno votato contro l'arresto, durante questa legislatura, è stato appunto nel caso Cosentino; negli altri tre casi hanno votato a favore (anche se in due casi sono stati i deputati anche PD a salvare i parlamentari Angelucci e Mantovano). Nel caso Alfonso Papa, arrestato e rimasto a lungo in cella, ci informa la Bonino che dopo la scarcerazione sono arrivate in parlamento carte a dire che altre carte, quelle arrivate dalla magistratura napoletana per convincere i deputati a concedere l'arresto di un loro collega, non potranno essere utilizzate nel processo (una bella stortura giuridica).
Roberto Saviano, invece, non si sa se in base alla lettura delle carte o in base a cosa altro, ritiene che Cosentino andava arrestato, tanto da aver stigmatizzato i leghisti (non presenti ieri al consiglio comunale di Milano, dove si è consegnata la cittadinanza onoraria allo scrittore anticamorra, che fu decisa dall'amministrazione di Letizia Moratti, nella quale era presente la Lega Nord) con le seguenti parole: «Non è che tutti hanno condiviso - ha detto Saviano durante il suo intervento - la scelta di farmi diventare milanese. Quando ho letto il comunicato di un dirigente della Lega che diceva che non avrebbe partecipato alla cerimonia non mi sono stupito, mi è parso un gesto coerente. Lo ringrazio, perché quando si difende Cosentino è molto difficile stare qui»
Premesso che metterei sotto processo la Lega Nord - per ogni reato commesso dai loro componenti più scalmanati, e anche, spesso, dai loro dirigenti - le cose non stanno come dice Saviano, nemmeno questa volta. Votare contro l'arresto non significa impedire di processare Cosentino; in termini giuridici e costituzionali significa non ravvisare gli estremi per fargli aspettare la sentenza in carcere. Ma Saviano lo vuole in galera... Potrebbe farne un prodotto editoriale ESCLUSIVO, chiamarlo IN GALERA!, come gridava Bracardi, e lanciarlo così: QUELLI CHE SAVIANO VUOLE IN GALERA NEL 2012! Penso che venderebbe. Magari i suoi editori mi rubano l'idea senza darmi un franco. Potrebbe diventare un classico, come il calendario di frate indovino.
Riuscirà mai Roberto Saviano a dire una parola garantista, magari a favore di un carcerato ingiustamente?
Dice: ce l'hai con Saviano... No, non è così. Ce l'ho con quello che scrive, è diverso. Ce l'ho con quello che scrive perché è quasi sempre traballante: o dal punto di vista letterario, o da quello giudiziario, o da quello politico, o da quello delle verità (le sue fonti sono spesso assai dubbie, non sto a fare elenchi). Da quello che scrive io l'associo ad Antonio di Pietro, un politico che deve la sua fortuna alle manette e ai metodi inquisitori, che rappresenta oggi il populismo giudiziario, quanto di più lontano possa esserci dalla sinistra (infatti è un uomo di destra), che dev'essere prima di tutto difesa dei deboli contro i forti. E non c'è niente di più debole di un imputato, che colpevole lo deve risultare dal dibattimento, no dalle impressioni giornalistiche.
Quello che mi secca di più, da artista, è che questo giovane - secondo me sfortunato più per la immeritata fama (si paga cara, in genere) che per le minacce camorristiche - si permetta di fare la morale agli scrittori, dicendo loro dagli schermi della TV che la debbono smettere di occuparsi di fatti di immaginazione e debbono occuparsi della realtà. Giusto per dire, l'ultima volta che vennero fatti appelli di questo genere dagli scrittori fu nella Russia staliniana; ne seguirono isolamento, purghe, imprigionamenti e fucilazioni.
Post e autore del post (che non vede forza pubblica sul vialetto di casa) in fase correzione
Post e autore del post (che non vede forza pubblica sul vialetto di casa) in fase correzione
lo dicevo su LPLC settimana scorsa, rispondendo alla discussione sul ruolo degli intellettuali e degli umanisti oggi.
RispondiEliminaciò che dovrebbe essere la normalità (il tuo discorso sul diritto) diventà amenità. d'altronde non solo gli scrittori e gli intellettuali non sanno di diritto ma nemmeno la gente ne sa. la gente che ha un concetto del garantismo molto sensibile: se ci capitano, sono garantisti. sennò, mortammazzati, tutti gli altri.
essendo che va per la maggiore il populismo giudiziario che si scontra col populismo garantista elitario berlusconiano (che è una costola del populismo destroide a carica meritocratica), gli intellettuali nostri fanno i ruffiani, o col popolo degli uni o con quello dell'artri.
In un giorno solo, a Libero e al Giornale, sono capaci di chiedere l'indulto pur di scarcerare il loro editore, e la ghigliottina per uno straniero che dorme sopra una panchina...
Che poi quando un mezzindulto lo si fece veramente, l'organo d'informazione dell'IDV, il FQ, mostrò davvero da che parte del parlamento stava, colle unghie e i carrarmati sarebbero andati a prenderli per risbatterli in galera. Infatti Travaglio, l'infrattato, non ha mai nascosto di tirare col destro. Saviano penso non abbia mai toccato palla col sinistro...
E' stupefacente come spesso in italia si invochi la galera PRIMA del processo e come moltissimi, in occasione dell'indulto fatto per alleviare un pochino le pene che si soffrono nelle disumane patrie galere, si siano fatti in quattro per incrementare i sentimenti forcaioli del popolo italiano.
RispondiEliminaMaria M.