Vaticanista del Fatto Quotidiano
Lo scupp del Fatto Quotidiano, ancora una volta dimostra che i ragazzini che per noia lo comprano, o che si sono abbonati a questa nuova salvifica iniziativa editoriale assegnandogli credibilità, garantiranno un radioso futuro al paese, ribellandosi come i valorosi tunisini, e imitandoli, prendendo un barcone e attraccando all'estero... Che poi, a pensare a questi esemplari di italiano, vien da pensare davvero che il sottosegretario Martone, la figlia della ministra Fornero, o chi altri, davvero fanno carriera per i loro meriti... Mah, questa Italia qui da qualunque parte la pigli... Vien voglia di pensare che prima schianta e meglio è!
Ad ogni modo, ho le prove che c’ è un complotto per sgonfiare le gomme a Maurizio Milani. I fatti sono questi. A proposito di schiantare (dalle risate) ero in aereo sulla linea diretta Firenze – Scandicci Castelpulci (dove fu a lungo albergato Dino Campana, che oggi accetterebbe di uscire, come gli proponevano i proprietari nonostante fosse un buon cliente, invece di restare a felicemente morire lì; accetterebbe a condizione che lo facessero scrivere su un quotidiano tipo quello sopra, dove si può scrivere di tutto). Com’è come non è, sul lato finestrino c’era Romina Power, sempre bellissima; sul lato corridoio una vecchia zia di Davide Bowie che già dalle prime operazioni di imbarco stava in trattativa per la tessera del partito radicale transanazionale con Marco Pannella, che la pressava dal sedile della fila successiva, tirando calcetti allo schienale e nocchini goliardici direttamente sulla sua testa: si capiva che avevano fatto amicizia fin dalle prime operazioni d’imbarco: you know Porta Pia? I have legalized Aborto, you know? Divorzio! I have invented the pittoresk expression of strage di legality. I supported amnistia. Le ripeteva il gagliardo Giacinto ridendo. I don’t know, ripeteva la vecchina, la quale, va detto, petava abbastanza rumorosa, alzando di tanto in tanto appena appena la mela lato corridoio, e voltandosi verso di me dicendo I'm sorry. Mi sono trattenuto, ma mi è venuto voglia di dirle don't trouble, non c’è di che, I thought it was the horse, come pare abbia detto anni addietro un importante politico italiano durante una visita alla regina d’Inghilterra che si scusava, appunto, I'm sorry, per il rumoroso peto di un cavallo del corteo di cui facevano parte. I don’t know, I don’t know. Thou did strike fame? I don't understand. What Torta Pia? Ahhh!!! E poi, mi pare d’aver capito, ma può darsi abbia capito male perché questa l’ha detta voltando la testa verso Pannella dal lato opposto al mio: anywhere, priests and oxen from your! You understand? Insomma, preti e buoi dei paesi tuoi, voleva dire. Le risate… Marcone rideva di continuo. Io stavo in mezzo, abbastanza imbarazzato perché Romina, sempre gentile e sorridente, mi sembrava che mi facesse piedino, facendomi vieppiù arrossire. Ma sarà stato tutto frutto della mia immaginazione malata, che stavo andando appunto recandomi a curare. A un certo punto a Marco Giacinto sono cadute le matite. La hostess, una ragazza di Chiesanova, sempre di Scandicci, con il contratto in scadenza, le ha pazientemente raccolte; poi, con sufficiente grazia beffarda, ha domandato serissima ai due vecchietti se avevano bisogno di cambiare il pannolone: pannolone wath is this? I don’t know, ha risposto la prima; il secondo ha riso e ha cominciato a discorrere di Porta Pia con la ragazza, cercando di venderle la tessera del partito trans spaziale. Io nel frattempo dicevo a Romina che doveva fare qualcosa per noi italiani che l’aveva visto anche lei in che condizioni ci si era ridotti. In modo piuttosto formale ho cominciato a dirle, addirle, una parola: gentilissima signora Romina Power, mi scusi se sono qui a ricordarle che l'Italia per lei ha fatto tanto. Come extracomunitaria, voglio dire, è stata accolta bene, per esempio nessuno le ha chiesto di sottomettersi a vessatorie code in questura per il rinnovo settimanale del permesso di soggiorno e nessuna ronda estetico-patriottica-celtico-romana l'ha mai neanche un po' bastonata, nonostante lei abbia fatto soffrire davvero troppi uomini della meravigliosa e virile stirpe, per via dell'arbitrario innamoramento per il signor Al Bano. Il paese, cara Romina, le ha dato tranquillità, fama e felicità, gratis, senza mai chiederle nulla. Ma ora è venuto finalmente il momento di ricambiare. Non titubi, Romina Afroditea. Del resto verrà ricompensata in vari modi per il notevole gesto patriottico. Avrà letto che faccio parte di una prestigiosa Accademia?! La farei nominare socia a honorem. Lei sorrideva, a sua volta formale: mi deve aver preso per uno dei soliti umoristi che c’è in giro, questi umoristi extracomunitari che rubano il lavoro ai nostri, magari dicendo le battute che i nostri, viziati dal calduccio che dà la società dei consumi, non vogliono più dire; umoristi in miseria completa, che importunano la gente ai semafori e ai ristoranti barzelletta barzelletta. Ma io, duro, le ho detto senza infingimenti che dopo tutto quello che s’era fatto per lei di accoglierla con tanta benevolenza, lei non poteva ora sottrarsi a dare un aiutino a noi. Non la sto a raccontare completa, la perorazione, per non annoiare. A un certo punto ci si dev’essere addormentati tutti. Ci siamo svegliati di schianto per via che dal principio dell’aereo uno steward malefico berciava: TERAPIA, TERAPIA, TERAPIA!!!
Ps: i tre ometti del sedile davanti a noi non si sono mai voltati. Ma mentre avveniva tutto quanto descritto, si mettevano d‘accordo per agire nel parcheggio dell’aeroporto, appena atterrati. Insomma, tramavano per forare le gomme dell’auto a Maurizio Milani, notoriamente pigro e probabilmente finanche accidioso, peraltro seduto nell’ultima fila e destinato a scendere per ultimo dall’aereo.
Post di Larry Satasecca (ambasciatore e portarisata dell'Accademia)
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