Scienziati al lavoro in segrete basi scientifico-militari
Non sono specialista in nulla, figuriamoci in economia. Ma nella pregiata Accademia di cui faccio parte, anche se raramente con diritto di parola (per questo mi sfogo qui...), c'è gente che se n'intende parecchio. Per dire, che la soluzione del debito europeo è quella di attribuire alla BCE il debito pubblico concordato e ritenuto congruo nel rapporto con il PIL, in Accademia si dice da anni. In ogni caso da parecchio prima che lo suggerissero al governo tedesco i pregiatissimi saggi nominati dalla Merkel (la quale, ribadisco, non è bella quanto Rosy Bindi, ma più bella di Marina Berlusconi è anche lei). In numeri, si dovrebbe fare così: secondo il trattato di Maastricht, i paesi dell'eurozona debbono contenere il rapporto debito PIL entro il 60%, anche se ora è già più alto anche per la virtuosa Germania. Ebbene, quel 60% di debito che è considerato una soglia tollerabile, dovrebbe essere garantito dalla Banca Centrale, con un tasso di interesse uguale per tutti, tra 1% e 2%, diciamo 1,5%. Il resto, gli Stati malandrini, se lo giocherebbero sul cosiddetto mercato. Per l'Italia, che paga interessi sul debito del 4% circa - sull'intera massa del debito di circa 1900 miliardi di euro - si tratterebbe di un risparmio di almeno 30 miliardi annui, che non sono pochi pochi (sufficienti per introdurre un salario di cittadinanza e un welfare al femminile, che consenta alle donne di avere figli senza il cappio alla gola dei d(on)atori di lavoro (clic, anche Rosalia Porcaro è brava brava... peccato si veda poco). Se a questa misura, si aggiungesse una misura normale per i governi di centrodestra (ché, si sa, l’Europa grazie addio la governeranno loro all'infinito... magari travestiti da centrosinistri, come Blair, Prodi o D’Alema), quella della riduzione della spesa pubblica tipo di un miserabile 5%, si libererebbero risorse per altri 40 miliardi di euro. Tra parentesi, il danno maggiore che hanno fatto i governi di centrodestra negli ultimi dieci anni, mi si dice di dire, è quello di aver aumentato di brutto la spesa pubblica, a favore di politiche clientelari al limite della legge, invece di diminuirla, compito che in questa nazione a rovescio spetta ai governi di centrosinistra... che fossi in loro, a questo punto, mi rifiuterei di vincere le elezioni... come del resto pare abbia capito bene l'ottimo Bersani, perché le conquiste, un popolo sconclusionato come il nostro, può farle solo con la sinistra forte! All'opposizione... il problema, l'ha capito Bersani, è solo quello di fare opposizione a gente seria a sua volta, e a sua volta sconclusionata: sconclusionata, ma seria. Perché se la sinistra, pur questa sinistra putativa, va al governo, tutti si mettono a pugolare voglio questo voglio questo. Ma dall'opposizione, cosa puoi fare per i tuoi elettori? Se fai qualche conquista, è grasso che cola... No per avercela sempre con Giuliano Ferrara, che comunque, stanotte dalla Berlinguer, ha pronunciato parole ferocemente giuste, facendo risultare Marco Travaglio per quello che è, un giustizialista interessato solo alla propria verità giornalistica (ribadisco, quasi un ossimoro) e alla propria carriera speriamo limitata il prima possibile da un aumento del tasso di saggezza dei lettori che pensano di essere di sinistra, o, in subordine, riportata nei binari più propri di bravo editorialista di destra.
Come fare ad abbassare tutto in una volta il debito pubblico, secondo l'opinione degli esimii accademici miei colleghi, l'avevo spiegato alla bellèmeglio qui (clic), non sto a ripetermi: si tratta di una superpatrimoniale, tra l'altro richiesta fino a pochi mesi fa dalla stessa grande borghesia italiana, quella che edita i grandi giornali, rimasta per ora stranamente inascoltata dagli stessi rappresentanti della borghesia, che se ne fregano della disponibilità dei ricchi di sacrificarsi, e chiedono, alla grande, solo sacrifici ai poveri... Boh, 'un c'è modo capi' nulla, pe' forza scrivo così arzigogolato.
Ma volevo dire la mia sulla Grecia, sul perché la cinica Europa (parola greca...) non è intervenuta subito, risparmiandosi tante grane e risparmiando tanti pubblici danari; e tarda a tutt'ora a intervenire, vieppiù aggravando i costi di un inevitabile salvataggio. La mia opinione è che la narrazione di una Grecia con le pezze al culo (ma non è completamente vero, se sono veri i numeri diffusi circa la ricchezza del paese, che risulta avere un reddito procapite a tutt'oggi più alto di quello italiano (avevo fatto confusione tra dollari ed euro: in realtà il PIL pro capite dei greci è ora leggermente inferiore a quello degli italiani)) è un formidabile spot pubblicitario che serve a ricattare i poveri e la piccola borghesia dei paesi trainanti (Germania, Francia e Italia). Mi scuso per la digressione, ma non posso fare a meno di scrivere che, visto come stanno le cose, la ghigna delle signore Merkel e Lagarde, i greci hanno piuttosto le pazze al culo...
Lo scopo del ritardo nell'intervento è persuadere, in modo del tutto palese, i cittadini dei paesi considerati ricchi ad accettare qualunque misura restrittiva sarà decisa da chi fa gli interessi della grande borghesia, quella che allafineallafine guadagna anche dalla crisi, se non altro acquistando debito pubblico a interessi alti, come è il caso dell'Italia (ma pare ci sia modo fare assai di peggio, a breve, investendo nei mercati finanziari, semplicemente sfruttando il terrore con cui fuggono gli investitori meno accorti, o meno potenti, terrori a volte indotti dalla somma di commenti impauristici indelicatamente spalmati da autorevoli opinionisti sul deretano di chi si fida ciecamente di loro, pur sapendo che a esser ciechi, secondo i precetti che ci davano i preti da bambini, si fa peccato e si diventa segaioli... o legaioli, ora non mi ricordo...). Adesso, lo sapete tutti, c'è anche un caso di pura patafisica finanziaria, quello delle banche che prendono danari in prestito dalla Banca Centrale Europea diretta da Mario Draghi, a un tasso dell'1%; con gli stessissimi danari comprano titoli di Stato di paesi che pagano anche 20 volte tanto (Grecia e Portogallo), oppure almeno 4 volte tanto, l'Italia: questo è il motivo principale, del resto, per cui gli Stati, finché saranno in grado di pagare interessi alti sul proprio debito, non falliranno affatto, essendo utilissimi a ridistribuire la ricchezza, ma non in senso sociale, come sarebbe ovvio e auspicabile; anzi, al contrario, andando ad aumentare la quota di ricchezza nelle mani delle fasce medio-alte della popolazione. Insomma, è tutta una campagna (im)mediatica: neanche questa volta fallisce nessuno: finirà che la fascia medio bassa della popolazione si impoverirà ulteriormente, a vantaggio della fascia medio-alta. Se non ci credete sudiatevi i numeri, lo dicono chiaramente: negli ultimi 20 anni la quota di profitto spettante al capitale, ovvero ai padroni che ora si chiamano investitori, è aumentata vertiginosamente, a danno della quota spettante ai salari, che ora si chiamano lavoratori non rompessero troppo il cazzo coi diritti che porto tutto in Cina...
Lo scopo del ritardo nell'intervento è persuadere, in modo del tutto palese, i cittadini dei paesi considerati ricchi ad accettare qualunque misura restrittiva sarà decisa da chi fa gli interessi della grande borghesia, quella che allafineallafine guadagna anche dalla crisi, se non altro acquistando debito pubblico a interessi alti, come è il caso dell'Italia (ma pare ci sia modo fare assai di peggio, a breve, investendo nei mercati finanziari, semplicemente sfruttando il terrore con cui fuggono gli investitori meno accorti, o meno potenti, terrori a volte indotti dalla somma di commenti impauristici indelicatamente spalmati da autorevoli opinionisti sul deretano di chi si fida ciecamente di loro, pur sapendo che a esser ciechi, secondo i precetti che ci davano i preti da bambini, si fa peccato e si diventa segaioli... o legaioli, ora non mi ricordo...). Adesso, lo sapete tutti, c'è anche un caso di pura patafisica finanziaria, quello delle banche che prendono danari in prestito dalla Banca Centrale Europea diretta da Mario Draghi, a un tasso dell'1%; con gli stessissimi danari comprano titoli di Stato di paesi che pagano anche 20 volte tanto (Grecia e Portogallo), oppure almeno 4 volte tanto, l'Italia: questo è il motivo principale, del resto, per cui gli Stati, finché saranno in grado di pagare interessi alti sul proprio debito, non falliranno affatto, essendo utilissimi a ridistribuire la ricchezza, ma non in senso sociale, come sarebbe ovvio e auspicabile; anzi, al contrario, andando ad aumentare la quota di ricchezza nelle mani delle fasce medio-alte della popolazione. Insomma, è tutta una campagna (im)mediatica: neanche questa volta fallisce nessuno: finirà che la fascia medio bassa della popolazione si impoverirà ulteriormente, a vantaggio della fascia medio-alta. Se non ci credete sudiatevi i numeri, lo dicono chiaramente: negli ultimi 20 anni la quota di profitto spettante al capitale, ovvero ai padroni che ora si chiamano investitori, è aumentata vertiginosamente, a danno della quota spettante ai salari, che ora si chiamano lavoratori non rompessero troppo il cazzo coi diritti che porto tutto in Cina...
Capito, amici? La crisi gli è un gioco di ombrelli e culi (Altan sempre sia lodato). Per un po' gli ombrelli, prodotti sempre più a punta da preparatissimi e meritevoli ombrellai, gireranno all'impazzata nell'aere, e i culi cercheranno il più possibile di ripararsi. Poi, piano piano che gli ombrellai piglieranno ancora meglio la mira, dotati come sono di sempre più aggiornate tecnologie militari, sulle quali non a caso investono e obbligano a investire anche in tempi di crisi, un maggior numero di ombrelli finirà in un maggior numero di culi. Quindi la crisi finirà quando gli ombrellai collocheranno a modino tutti i nuovi ombrelli prodotti. E lo sappiamo bene, dove li collocheranno...
Ps: da questa strampalata analisi si capisce meglio anche perché i banchieri e gli editori (di realtà) si dotano di scrittori capaci di inventare sempre più raffinate narrazioni impauristiche. Per intendersi bene, si capisce meglio perché un banchiere come Corrado Passera sia in consuetudine con lo scrittore di paura internazionale Roberto Saviano, tanto da usarlo come portavoce, per esempio durante la recente intervista che il casertano, rivestito a festa, ha recentemente concesso a Daria Bignardi (ma nessuno ne parla, di questo strano rapporto tra Saviano e Passera, a parte quel raffinato monnezzaro che è Roberto D'Agostino; sempre per dire, in rete non si trova neanche il video dell'intervista di cui sopra...). E si capisce meglio anche perché il rassicurante Giuliano Ferrara è più a sinistra, nonostante tutto, dell'impaurista semplice Marco Travaglio. Chi non lo capisce è de coccio!
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