Larry Massino is back, dispartito, tornato at home. Un caloroso abbraccio a tutto il suo pubblico, Floarea, Davide, Rita, Francesco: meno dei 25 lettori che immaginava di avere Alessandro Manzoni, ma senz'altro più qualificati.

mercoledì 15 dicembre 2010

Un sindaco in via di fallimento

Da maleducato quale sono voglio raccontare al mio pubblico una storia di Prato che gli scrittori  regolari pratesi, che hanno l'obbligo istituzionale di comportarsi bene, non vi diranno mai.  Credo di fare un piacere anche a loro. Dicesi scrittori pratesi regolari gli scrittori in rima  Edoardo Nesi e Sandro Veronesi, il primo giustamente assessore alla culturaprovinciale.

Vienghi a sapere, che le cose si vienghino sempre a sapere, che  il sindaco di Prato, nota a tutti come la città dei cenci,  è  in via di fallimento. Nel senso che l’azienda del sindaco di Prato è inistato fallimentare per quasi 200 milioni di debiti. L’azienda è la abbigliamentare Sasch, che ci hanno fatto duepallecosì a tutti quanti per anni anche a Miss Italia. Fattosta che la Sasch è in via di fallimento, non so a che numero. Speriamo entri in via di fallimento anche Miss Italia che mi sta antipatica.

Prato è la città con la maggiore concentrazione di cinesi di tutta Europa, un cinese ogni 5 abitanti (forse ogni quattro: per andare sul sicuro stiamo nel mezzo). I cinesi, secondo i pratesi che hanno eletto sindaco un imprenditore di destra, uno però simpatico che non è capace di parlare initaliano masoloindialetto, sarebbàno quelli che hanno distrutto la città ‘ndustriale co’ i’ la’oro sotto’osto. Lo dice anche la Lega Nord che fa i violantinaggi ungiornosieunono contro l’insediamento immigratorio nel  quartiere a maggiore presenza mandarina. 

Prato è una città brutta ma importante, non una città brutta a caso mettiamo come Latina. A Prato, per dire, è nato l’inventore dei debiti moderni. A Prato è nato l’inventore della loggia propaganda, che sarebbe  la P1 di cui nessuno mai parla: nella classificazione  si va da P2 in poi, chissà perché... il triumviro massone Giuseppe Mazzoni,  che se andate a Prato preciso in piazza del Duomo potrete omaggiare di persona, stante lui convitato in bianco proprio dirimpetto al pulpito di Michelozzo & Donatello, assolutamente sproporzionato,  in grandezza come in bellezza, lì con addosso il suo miserabile cappotto di panno marmoreo (nella foto), immagino  a sfidare la chiesa, soprattutto se  porporata. A Prato è nato Curzio Malaparte, uno scrittore più importante di quanto vogliono fra credere i letterati  di Latina, uno che diceva: “ tutta a prato va a finire la storia d’Italia e D’Europa: tutta a Prato, in stracci... A Prato, dove tutto viene a finire: la gloria, l’onore, la pietà, la superbia, la vanità del mondo “.  Prato, ahimé,  è anche considerata importante come città della curtura, nella quale il sonno della ragione genera mostre. Ma lasciamo perdere.

Succede, al contrario di quanto vi raccontano,  che i cinesi, il cui arrivo in
Pra'o è stato secondo me  politicamente pilotato, hanno portato ricchezza, in quella sfortunata cittadina posta dal fato geografico tra gli appennini  tosco emiliani e l'etruria  vera. Perché fanno confezione, cosa che gli impannatori pratesi  (dicesi impannatore uno che fa l'industriale senza avere fabbrica e nulla... come dicono i romani, uno che fa l'industriale con il culo degli altri...) non  facevano. E perché comprano e affittano case, i cinesacci, comprano auto anche delle massime cilindrate, come facevano una volta i finti industriali impannatori, fanno la spesa e tutte le altre cose che si fanno in una città, compreso, immagino, pagare le tasse comunali, anche sulle insegne pubblicitarie, che il sindaco di destra in via di fallimento che non sa parlare italiano ha vietato e fatto smontare dalla forza pubbri'a se  scritte in cinese. Ma nessuno sa, immagino,  se in cinese regolare o in cinese dialettale...

Succede, al contrario di quanto vi raccontano, che i cinesi irregolari sono i poveri, mentre quelli  ricchi fanno gli affaracci loro ben coperti da prestanome e da  fasci di banconote  che avvolgono qualunque razzismo  pratica pubblicitaria di ordine pubbri'o, fasci che, come chiunque potrebbe vedere se lo volesse, versano in banca trattati dagli impiegati come pascià. 
Mentre a te è assai se dicono buongiorno, in banca, per via che ti hanno prestato qualche migliaio e sanno che sopravvivi al di sopra dei tuoi mezzi... In genere si tratta di  donne giovani, alcune delle quali versano in una volta sola magari 100.000 euro tenuti in una borsetta infilata nel braccio, coll’altro a volte stringono un infante precario che sta buono buono, sarà l'effetto della precarietà valido a tutte l'etnie... Donne giovani regolari... quelli irregolari, invece... tirano 'nnanzi: qualcuno venderà droga, altri si prostituiscono, uno piuttosto giovane fa il barbone cinese e bestemmia sempre da solo camminando veloce sembra un personaggio di Kitano.

Quindi, per fare una sintesi stracciona, qualunque azione di ordine pubblico nei confronti dei cinesi non mira a eliminare l’ingiustizia del lavoro sottopagato e lo sfruttamento della manodopera, ma, di fatto, viene fatta in aiuto delle mafie cinesi, che tengono il banco e possono meglio ricattare i poveri lavoratori ai quali offrono protezione, a  prezzi sempre più alti. Per intendersi bene, i lavoratori arrivano in Italia a debito, 10, 20, 30 mila dollari, che scontano lavorando  sottocosto per le ricche mafie. Più o meno.

Non c’entra nulla ma lo dico lo stesso: i cinesi tra loro parlano solo di soldi: quanti soldi hai fatto, si domandano due cinesi quando si incontrano in Pra'o. Della cultura, della bellezza, del sociale, dei diritti,  non gliene frega niente. Quanti soldi hai fatto? Farà schifo ma è così. Ipocrisia zero. Del resto era lo stesso per gli immigrati meritiònali degli anni ’50 e ’60, ve lo assicuro da testimone diretto: lavoravano come ciuchi e non scioperavano mai, nemmeno quelli che  votavano comunista. Come i cinesi schiavizzati di ora, che tra loro ci dev'esser per forza anche qualche comunista.

Cinesi ne ho conosciuti pochi, e me ne rammarico. Ma gli è che gliènno diffidenti. Però rammèmoro che per  qualche settimana mi hanno frequentato i piccoli di una famiglia sempre occupata alle macchine da cucire, lavorante dirimpetto al mio capannone (o stanzone o maganzino se in taglie piccole) quello che i milanesi chiamano loft e pagano quanto un appartamento invece che quanto un rifiuto da riciclare, non più di un quinto.  I bimbi, la sorellina più o meno ottènne e il maschietto quattrènne, salivano da soli le scale e socchiudevano appena la porta, sbirciando dentro di sotterfugio, ben accolti dal cagnone di casa,  un bischeraccio di cane che cercava solo compagnia da chiunque e dunque si avvicinava a qualunque rumor d’uscio sommesso, senza esercitare autorità vecepadronale alcuna. Il cànone infilava la testona nella fessura. I bimbi accarezzavano sempre più convinti. Il cànone li leccava nelle mani e anche in faccia. I bimbi ridevano e scappavano correndo per le scale dalla gioia. I bimbi e il cànone fecero amicizia, prima  separati dal portale, poi senza più nessuna reticenza, ricevendosi amabilmente anche per strada, dove si conducevano appena il cagno riusciva  a infilarsi interamente nel pertugio. Una volta riuscii ad avvicinarmi prima della fuga di tutti e tre, e  invitai i bimbi a entrare per offrir loro qualcosa. Timidi. Accompagnati dall'animale, forse il loro primo amico italiano seriamente affezionato,  girellarono  in qua e in là per gli oltre mille metri quadri quasi completamente deserti e vuoti come sanno esser solo i palcoscenici,  e in ogni caso privi di macchine da cucire. Non riuscivano a crederci, i bimbi,  che potesse esistere un capannone privo di macchine da cucire adoperate a randola da loro simili adulti. Ridevano, anche senza scappare non riuscivano a trattenere il riso. Per un po’ vennero a ridere quasi tutti i giorni. Poi sparirono. Infine, Diovolendo,  sparii  anche io, pure senza riuscire a trattenere il riso, vicino addirittura a morire dal ridere.

Ora, il fatto è, fa ridere abbastanza anche lui, anzi, è roba fa far schiantare dal ridere una città intera, che l’imprenditore sinda'o di Pra'o che parla solo in dialetto, che garantisco  è simpati'o che avrebbe anche potuto fare il bravo caratterista nell’anti'o  varietà avanspettacolare, che ' su' 'oncittadini pare l’abbino eletto pe' manifestare  rabbia contro la sempiterna amministrazione di sinistra, che aveva ininterrottamente governato da i'  dopoguerra, che secondo loro nulla aveva fatto contro l’invasione degli ultragialli... ma  la su' ditta, de' sinda'o,  la Sasch, è in via di fallimento perché un imprenditore cinese ha fatto l’istanza al tribunale in quanto creditore. A voi vi  fa ridere?

Ps: Roberto Benigni gli è di Pra'o, ma anche lui nati'o d'un artro 'ontinente, Arezzo. Infatti, il prossimo grande comi'o 'taliano sarà anche lui un pratese d' un artro 'ontinente: Cina.

Ps2: io ho finito, a me mi sembra un be' lavoro!












20 commenti:

  1. Azz' ma tu abbiti in loffts da 1000 metro quadri? Ma allora se' tte il sinda'o di pra'o!
    Massimo
    Viva Prato, allora e pure il grande Curzio e ci metto anche Victor Cavallo pure se è dde Roma...

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  2. Ma no, Massimo, è fiction. 'n ogni 'aso abitavo, ma costava meno di un appartamento. anche cavallo mi diceva 'tacci tua, e un altro ancora che ci avevo la casa più bella d'italia che tom waits ci avrebbe suonato tutta la notte ma non ce lo portò mai...

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  3. Una piccola new york,comprata dalla mafia cinese,e cash.Vedi decine di "Don Alfonso,Belle Napoli.." con dentro cinesi,idem per l'oro e quant'altro.Lo stesso sindaco Bloomberg ha scaricato gli italiani per i voti cinesi.
    Curzio sarebbe uno da ripescare,sembra messo in soffitta,dopo esser stato tradotto in tutto il mondo.Raccontava spesso palle,ma molto bene..
    C'era anche D'Annunzio a Prato..

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  4. curzio c'aveva la grazia che di solito hanno le fate quando si prestano alla scrittura. ha flirtato cogli americani... per il resto era in pieno diritto un maledetto toscano. paranomasie e palle a parte...

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  5. @johnny e daniz

    malaparte è il personaggio più complesso del novecento, anche più di d'annunzio (c'era anche tommaso landolfi, nessuna traccia in prato né dell'uno né dell'altro: chissà, li riscopriranno un giorno i cinesi...). malaparte cominciò con la tecnica del colpo di stato sulla rivoluzione russa, anni '20, per finire con l'esaltazione della cina, proprio la cina... dalla quale si voleva far curare perché si fidava di più... poi tornò a morire in italia, giusto per fare un'altro po' di confusione con togliatti al capezzale che gli da' la tessera ma il prete dice di no, che ci teneva alla benedizione della chiesa madre... tra parentesi gli articoli sul settimanale " Tempo " degli anni '50 sono più belli di quelli corsari di pasolini, o almneo altrettanto belli. quegli imbecilli dei pratesi neanche si sono comprati il suo archivio e l'hanno fatto comprare a dell'utri, che per far rabbia a cortellessa andrei pure a lavorare per lui, che è un bibliofilo importante non un modesto ricercatore del DAMS (sarà fisso o precario?) come il nostro criticone gonfiato. dell'utri è forse appena appena mafioso, ma bibliofilo importante, come mi disse una volta assolutamente ammirativo franco loi, che i criticoni considerano a sua volta un mentecatto... se lo incontrate, dell'urti, che mi sembrate di parte sua politica, diteglielo che son libero (libero nel senso che sognai sempre di fare il liberaio salariato), che tanto maria de filippi non mi piglia.

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  6. Grazie per aver menzionato anche loi... il milanese senbra un dialetto dimenticato in questi ultimi anni centromeridionali, e invece è una musica bellissima e poeticissima, per chi la sa...
    Non sapevo che loi fosse considerato un metecatto... appartiene a una parrocchia sbagliata?

    Malaparte e Bianciardi (diversissimi tra loro, senza dubbio) ma con una toscanità assoluta.
    Bianciardi è sdoganato (purtroppo per lui: si incazzerebbe parecchio a saperlo) Malaparte ancora suscita reticenze... aveva proprio rotto i cojoni a quarchedduno. Comunque Adelphi ha iniziato a ristamparlo tutto.

    Ma madonnina bona Larry, dell'utri dell'utri no, via!
    Massimo

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  7. Larry
    Di Curzio, a me interessa esclusivamente come amoreggiava al pianoforte, in trafitture armoniose, sopra le crape marce, lasciando il cielo luccicare di lampi, durevolmente. Il resto ciaco ciaco.
    Non credo sia più controverso di D'annunzio, comunque raramente un personaggio spiato da così tanti occhi, alla lunga, risulta coerente. o se lo risulta, è perché ha pagato o indotto qualcuno per farlo credere. come benigni. i veri guai sono sempre i preti col cuore troppo piccolo e la bocca troppo larga; oppure quelli che hanno in corpo (e non riescono proprio a toglierselo) un chiodo fisso, che anche a essere bravi a pensare, t'avvilisce l'intuito, vero? hai voglia a provocare...

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  8. @danzi

    oggi sei inversione esteta. vabbuò. ma malaparte leggilo, la pelle e kaputt sono due capolavori, quasi celiniani. kaputt (1944) descrive la fine dell'europa marcia, come il tolemaico (1948) di gottfried benn. molto celiniani tutti e due. anche la saggistica ultima è bella, ho già detto. non gli perdonarono e non gli perdonano di essere stato uno spirito libero (anche un po' massone)

    @massimo

    dell'utri? sempre meglio che lavorare per fabio sazio? comunque per davvero è un importante bibliofilo a livello MONDIALE. loi i suoi coetanei lo consideravano un naif (si usa per dire coglione), mi pare di aver letto anche recentemente di quello che lavorava all'olivetti che ora mi sfugge il nome, ma erano amici... poi una decina d'anni fa lo accusarono di tutto di più perché fece un'antologia insieme a randoni di comunione e allitterazione che dissero era filogovernativa per via che aveva escluso un po' di nomi, mettiamo sanguineti. poi non gli perdonano di essere amico di dell'utri. ps: ti potrei dire in segreto che nell'antico fecei una performance teatrale con victor, tratta da maledetti toscani, che scandalizzò una vecchia amica della vecchia zia di malaparte stesso, che interruppe la recita roba da antologia... mi scuso per l'egotismo.

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  9. Anche Benn, gesummio! Il tolemaico, Cervelli, Poesie statiche...
    Ma chi lo nomina più Benn?
    Accusato di nichilismo nazistoide e invece, tomo tomo, cacchio cachio, era uno dei più grandi del 900. Vabbé... non certo ai livelli di Saviano, si capisce ... ah, già, lui è del Dumila...
    Son costretto a perdonarti il dell'utri, via.

    C'è in effetti un filo storico che lega Malaparte a Benn. Anime aristocratiche, nel senso buono (se c'è un senso buono) che hanno vissuto la distruzione del loro mondo. Benn si ripiega sul proprio io lirico, Malaparte le tenta tutte, da bravo italiano. E finisce pure in gloria, in hora mortis.

    Sanguineti, non so perché, mi ha sempre fatto una gran pena. Probabilmente era un brav'uomo ma la sua produzione poetica mi è sempre sembrata, con tutto il rispetto per un morto, una cagata.
    Fanno ridere sti professoroni che si incazzano come delle portinaie pe' nulla. Si fanno li dispettucci. Te tu 'un m'hai messo nell'antologia e io ti fo nero. Mamma che fatica essere letterati!
    Randoni era quello del post di NI su salviamo il professore che ha scatenato un mezzo putiferio?
    Madonna ma io mi devo aggiornare proprio su tutto!
    Se immagino Cavallo con l'amica della vecchia zia di malaparte mi parte un embolo...
    Performance non ne fai più?
    Massimo

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  10. larrys
    c'è bisogno che ti dica che l'ho letti?

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  11. Massimo

    sulla querelle tra professoroni poetificiosi, una volta ho chiesto ad uno di questi, dato che lo citava spesso, se gli piacevano i 63ini. Prima mi dice che no, niente da fare. Poi mi confessa che nel 1981 a Siracusa, lui era arrivato secondo piazzato, dopo Edoardo. ''sai c'è anche del personale''. Però devo riconoscere che Rocco, cioè questo secondo classificato, era meglio di Sanguineti. Prolisso come i profluvi. ci sarà alla fine una ragione se Beckett accannò la carriera accademica.

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  12. @daniz

    era una provocazione...

    @massimo

    non è una performance quella a cui stai partecipando? quelle da palcoscenico, invece, sono in pausa, più o meno, diciamo in menopausa...

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  13. Ma a che serve poetare se poi si è stronzi come un qualunque tranviere o mulettista? (senza offesa per tranvieri e mulettisti).

    Mi sa che quello dell'olivetti è fortini.
    Il rivoluzionario paoliere dell'internazionale.
    Massimo

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  14. @massimo

    fortini no, magari lo pensava ma non lo diceva. più volponi, che era spregiudicato (in verità, per quello che mi ricordo di letture, anche una grande mente, quasi sciascia).

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  15. larrys
    fino a lì ci arrivo...
    era una provocazione anche la mia, compresi i chiodi fissi.

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  16. E il fiorentino Pietro Citati? Nella mia ingenuità pensavo fosse un buon biografo de' grandi, ma invece su di lui ne dicono di ogni.

    A me so' cose che me straziano, tutti dietro a menasse.
    Comunque sulla biografia di Leopardi scritta da Citati c'è scritto che il teatro di Beckett deve molto al dialogo tra federico ruysch e le sue mummie...
    Meglio Arbasino? Io Arbasino non riesco a farmelo piacere...
    Massimo

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  17. citati l'ho letto poco, mi sembrava un parruccone. ma mi riservo, perché qualche anno fa godetti parecchio a leggere il suo libro sull'odissea. però uno come citati, che ignora il teatro, non può capire beckett. secondo me. arbasino non so, fratelli d'italia non mi piacque, qualche articolo sì. comunque non è un ipocrita. oggi come oggi avrei voglia di leggere tozzi, poi delfini, poi pizzuto, poi landolfi... e poi dante e poi aretino e poi leopardi... madonna quanti cazzo di libri che ci sono. tra l'altro, con tutti i libri che c'ènno da leggere, di che minchia si lamentano li studenti?

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  18. Curzio,dalla parte dei cinici....
    Asor Rosa nella sua storia della letteratura italiana gli dedica poche righe, per di più confondendolo con Curzio Maltese....sarà un refuso?,mah...

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