Paolo Poli è senza meno l'essere vivente più bello di questa sciagurata nazione. L'ho visto di recente camminare in un quartiere ameno della sua città, sorridente, dritto come un normale cipresso, assolutamente orgoglioso della sua relativa e nobile anonimità. Se per miracolo decidessimo tutto a un tratto di divenire un popolo civile, dovremmo nominare subito Paolo Poli Presidente della Repubblica (come minimo Granduca di Firenze!). Penso che il pur aristocratico Giorgio Napolitano sarebbe d'accordo anche lui, e si dimetterebbe volentieri per fargli posto: dicono che è amante dell'arte, della bellezza, della leggerezza e dell'intelligenza.
In subordine, finito l'anno di celebrazione del 150° della rispettabile massoneria e della discutibile Mafia, si potrebbe smettere di tragediare alla verdiana, per tornare ad essere il popolo spiritoso che siamo, di radici boccaccesche e rossiniane. Si potrebbe ricominciare da tre, come Massimo Troisi (che diventerebbe per noi ciò che Mazzini è per loro): tutto d'un fiato si proclama la Terza Repubblica. Fatto ciò, si nomina immediato, come Presidente, una persona nubile, e Paolo Poli First Lady. Andrebbe benissimo all'uopo, come nuovo Presidente, la tosta Rosy Bindi, la cui bellezza è notoriamente molto invidiata dall'attuale Premier, il quale è comunque da sostenere in quanto vitttima di un grave deficit estetico, abbastanza sfortunato sia per sé stesso che coi figli, almeno quelli di primo letto.
Qualcuno lo sa già, ce l'ho con la pratica della cultura in Italia degli ultimi trenta anni, populista e falso-civilista, anche perché se questa cazzo di cultura non si fosse sovrapposta alla vivace vita artistica degli anni '50, '60 e '70, uno come Paolo Poli sarebbe diventato un monumento vivente, anche contro le sue certissime e giustissime resistenze.
Clic qui per vedere lo special tv Paolo Poli Story. Non perdetevelo.
Durante la lunga intervista dice tra l'altro che durante il boom economico agli italiani veniva narrato che erano felici e loro ci credevano. Come ora, quelli della cultura gli narrano che sono infelici, e loro ci credono... 'tacci loro! A quelli della cultura. Anche un po' agli italiani.
Clic qui per vedere lo special tv Paolo Poli Story. Non perdetevelo.
Durante la lunga intervista dice tra l'altro che durante il boom economico agli italiani veniva narrato che erano felici e loro ci credevano. Come ora, quelli della cultura gli narrano che sono infelici, e loro ci credono... 'tacci loro! A quelli della cultura. Anche un po' agli italiani.
Nel filmato linkato cì è un frammento di un programma in bianco e nero di Renzo Arbore, di cui Poli era ospite in studio: i bambini non sono ancora condizionati da una cultura o che, i bambini sono dei piccoli adulti, son terribili, hanno una capacità digestiva... bevono il latte, che è un alimento completo che a me mi fa male al fegato, per esempio... e trovo che i bambini ci insegnano tante cose, hanno anche una certa brutalità e un cinismo che gli adulti non hanno, e non li acchiappi con le civetterie culturali, come invece si può acchiappare anche voi... (rivolto al pubblico in studio)
...non vo alle feste, mi tocca baciare Fini... non so... bello, sì, sì, può dare felicità a una donna, ma a me no! A me mi piace i mascalzoni, gli assassini, i ladri, gli extracomunitari...
...io invece son partito subito con il piede sbagliato... ho sempre saputo di essere una minoranza indesiderata, però ho fatto in modo da cavarmela...
Neanche strafatto di ketamina Paolo Poli accetterebbe di farsi coppia con un politico. Neanche con (il) Bindi, mi sa.
RispondiEliminaE il poeta Tommaso Pignatelli da lì non si schioda ...
Sarebbe bello quasi quanto il Poli accadesse ciòcché tu hai fantasticato, Larry :)
ilMattolini
Un omaggio delizioso, maliziosamente intelligente, a un genio.
RispondiEliminaApprezzato moltissimo.
fm