Larry Massino is back, dispartito, tornato at home. Un caloroso abbraccio a tutto il suo pubblico, Floarea, Davide, Rita, Francesco: meno dei 25 lettori che immaginava di avere Alessandro Manzoni, ma senz'altro più qualificati.

martedì 9 novembre 2010

Bisogna diffidare degli infelici (Roberto Benigni)



Madonnina Santa,  Benigni (un genio!)  è uno che fa carezze a tutti, ieri sera anche a Sandokan Schiavone di Casaldiprincipe - invitandolo  secondo me giustamente a scrivere un libro, che tanto  peggio di quelli che si scrivono in Italia non potrà  essere. D’altra parte, se il più grande editore è quello che è, sarebbe normalissimo se Sandokan fosse in vetta alle classifiche di vendita libraria (magari venderebbe tanto anche taroccato, a favore dei bisognosi venditori ambulanti più o meno extracomunitari).

Però, diamine, Benigni  proprio con gli infelici se la doveva prendere? Ci saranno rimasti male Veltroni e il   PD... Più di tutto ci è rimasto male, direi impietrito, l’infelice certificato Roberto Saviano, che stava fisso come un baccalà vicino al comico  nell’inquadratura,  senza ridere se non qualche volta nervosamente, fuori tempo, danneggiando non di poco lo sketch...

E comunque Benigni doveva essere coerente con la sua capovolta visione  degli strati sociali, cantare finalmente la tarantella degli infelici, invitando i disgraziati di spirito  a unirsi ai disgraziati di fatto, magari i poveri, i malati, i disoccupati, i senzatetto (e le infelicissime senzatette?),  a ballare per strada. Ballata  che si poteva far scrivere da un infelice  autorevole e ortodosso del caravanserraglio poetico, che so, il superbo Aldo Busi; ma anche da Saviano stesso, che a questo punto, vanità per vanità,  può pure prendersi licenze poetiche: non lo ferma più nessuno. 

roberto benigni (sulla canna carlo monni)

PS: a ogni modo, Benigni non ha ravanato: vuol dire che nonostante le tante facezie ruffianesche, non gli stanno tanto simpatici né Fazio né Saviano. Se lo show fosse stato di Aldo Busi, avrebbe ravanato regolare, anzi, in nome del vecchio precetto al quale si attiene, ama e fa quel che vuoi, ci si sarebbe anche appartato dietro un cespuglio (ma non avrebbero combinato niente, perché ci avrebbero trovato nascosto Umberto  Bossi).

8 commenti:

  1. non avendo visto lo show,ovvio che non commento,ma che nessuno possa fermare Saviano,non ci piove.
    Per me Saviano resta un mistero.

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  2. e io spesso infelice lo sono... e pure accigliato, incrostato. però quando soliloquia a quel modo penso si debba diffidare di benigni. di saviano non mi va di dire nulla perché sarebbe veramente pleonastico continuara su questa china.
    buonanotte che è ora

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  3. Sarei curioso di vedere le recensioni "umanistiche" di NI al libro di Sandokan. Mi immagino già chilometrici post: un assassino ha il diritto di pubblicare un libro? Perchi chi non ammazza nessuno fa fatica a pubblicare? E' giusto per un assassino camorrista pubblicare per Mondadori?
    Massimo

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  4. @ Massimo

    se Sandokan lo pubblica Mondadori o Einaudi NI dirà tutto il bene possibile e toccherà sempre a noi provare a smonatre con inutile ironia (sono tetragoni o tetri agoni?).

    Chi non ammazza nessuno è un poveraccio che fa fatica a fare tante altre cose. Tantevvero che mi viene voglia di immaginare una fictionassassinaction: attribuirsi omicidi e comunque reati gravi inventati per migliorarsi un po' la vita e collocarsi in questo mondaccio. Oggi al supermercato ho visto il libro di Amanda Knox.

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  5. (che a me da adolescente quella droga chiamata realtà me la pro curavano spacciatori come lanzetta o montesano o ferito a morte. poi un giorno sono arrivati quelli buoni e belli -che però ti consolano predicando la paura- e hanno fatto piazza pulita dei pusher che mi avevano fatto sentire come alice nel paese delle realtà, costringendoli a penni-vendolizzarsi. chi come giornalista, chi come opinionista, chi come rispettato e affidabile compagno di scuola del presidente poeta migliorista. dopo tutto "la polverini è una gnocca" e gli artisti a ciùdad juarez non fanno altro che avvistare ed enumerare cinesi volanti. giù da me)

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  6. @giù da me

    Lanzetta, scusa la vanità, lo ricordo nel mio teatrino, aveva paura di due cani nostri che erano praticamente i ciambellani di casa e non di rada si accucciavano a vedere i quasi sempre notevolissimi spettacoli in programmazione. Poi lo ricordo a cena con un grande del teatro italiano, che lo fece piangere di un piangere forse adulatorio forse incazzato discutendo fino a notte fonda: si vollero bene come un unico fulmine. Lanzetta è bruciato dal genio, ma non ho letto i suoi libri. Montesano invece è un genio a freddo e i suoi libri li ho letti. La Capria pure. Aggiungerei Ferrandino, il cui Pericle il Nero prometteva tanto. Io amo molto anche Antonio Capuano e Sorrentino, il cui " uomo in più " mi sembrò un capolavoro (la più bella interpretazione di Servillo, da straoscar!).

    I pennivendoli dell'opinionifico peggio per loro, sono abbastanza servili: di solito i servi servono a servire.

    Di La Capria: " La volgarità è il concettualismo degradato di massa "

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  7. (larry, ciò che mi fa incavolare e mi rende un po' infelice, è che gli artisti partenopei da me e da te citati -ad esclusione di sorrentino- sono stati danneggiati dalla gomorrea e intanto però saviano incensa lilin e montesano per campare è costretto a difendere saviano ... ad ogni modo, larry, tu mi turbi ;)giù da me)

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  8. @ giù da me

    ho detto le stessissime cose che dici tu in diversi posti che frequento da qualche mese, compreso NI: non ci sentono... Lilin è un fascista antropologico in definitiva non lontano dalla gomorrea. Comunque la banalità non ha mai danneggiato l'arte, semmai il tenore di vita degli artisti. Ma non è grave. Ancora La Capria: “ La realtà è un'invenzione che tutti possono capire “

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