Larry Massino is back, dispartito, tornato at home. Un caloroso abbraccio a tutto il suo pubblico, Floarea, Davide, Rita, Francesco: meno dei 25 lettori che immaginava di avere Alessandro Manzoni, ma senz'altro più qualificati.

giovedì 18 novembre 2010

Una gioventù poco vivace

gladiatore moribondo museo capitolino


Dicono che i giovani sono poco vivaci. Può darsi,  ma secondo me è un bene, è segno di evoluzione, e anche di buona educazione: al giorno di oggi non  c’è  proprio   nulla  di  male  a  non  essere  tanto vivi!  Anzi...   L'educazione è il miglior preparativo per la vecchiaia, disse  il  filosofo Aristotele.  Ma  ancora  di  più  per  la  morte,  dico  io:  vuoi  mettere   l’educazione  di  un  moribondo rispetto  a  un  vivo! Un moribondo mi sta lì buono, fermo, immacolato, non rompe le palle a nessuno. Un morto ancora meglio... dal punto di vista dell’educazione, non c’è paragone: uno  vivo prima   o  poi  una  gaffe  la  fa. Ma  un  moribondo, un morto  è   difficile  che   perdano la  loro   raffinatezza.  Non  c’è  gara  tra   la classe  di  un  vivo  e  di un morto.  Dal  punto  di  vista dell’eleganza  sociale  è  meglio  essere    morti!   Però  anche essere  vivi  può essere   una  gran  testimonianza di educazione. Ci  pensate  se  Aristotele   fosse  vivo oggi!   Sarebbe  un  fenomeno:  l’uomo  educato   più  vecchio  mai  vissuto  al  mondo!

8 commenti:

  1. Questo commento bello del contadino della sua terra era finito nello spam, non so perché, forse perché si parla di immondizia...

    Buonanotte signore Larry. Vi voglio dire subito che non ho capito proprio bene come funziona qua: voi scrivete uno o più di uno pensiero tutti i giorni, se non mi sbaglio. Ma la cosa che non ci sono arrivato è se noi possiamo dire quello che pensiamo noi; e che non è veramente importante che sei n'esperto o che voti a qualcuno si e a un altro no. Decidete voi se dico scimunerie e non esitate se mi dovete dire dove mi sono sbagliato; chè mi pare che si respira un'aria buona che mi piace. Immondizia (tutti quanti a dire monnezza che mi pare che nessuno sa parlare più), teatro e giovani con l'educazione. Ah solamente di questo dobbiamo parlare; come e minimo non dovete scrivere niente più pe nu mese. Comunque: io ho fatto il soldato a Napoli. Ve lo posso assicurare, già nel 1986, i napoletani medesimi dicevano che l'immondizia era na cosa schifosa. Bertolaso non si riusciva a pulire nemmeno il naso, ancora. Come a mo. Io stavo all'ospedale militare che si trovava, mo è stato chiuso ho saputo, ai quartieri spagnoli. Quell'ospedale, mezzo abbattuto dal terremoto e dalla vibrazione della funicolare che passava vicino, stava su una salita che partiva da via roma e finiva a un piazzale o una strada che non mi ricordo il nome. Un giorno vi racconto di come stavamo combinati, se mi promettete che mi credete. Io avevo già visto qualche sua commedia, ma Eduardo non mi convinceva: pensavo io che era troppo esagerato, che l'attori erano macchiette impossibili che esistevano davvero. Poi, l'ho visto co gli occhi miei: da Antonio, una trattoria, che era una casa pericolante, che ci faceva mangiare bene e spendere poco. La caprese e gli spaghetti alla siciliana me li sogno ancora. C'era il tavolo del professore; un tavolo per almeno quattro persone, ma stava sempre da solo. Stava in pensione da molti anni e aveva fatto il professore di filosofia: veniva interpellato come se era il giudice, per dire chi aveva ragione e chi torto, ma raramente. Lui sentiva gli altri e se parlava, ve lo giuro, pure le mosche si fermavano. E così c'erano altri personaggi di quel teatrino, sempre lo stesso; e io pensavo, chissà da quant'anni che recitavano così. Noi, i soldati, eravamo le comparse e gli spettatori a bocca aperta. Una sera, viene uno al tavolo nostro e si rivolge proprio a me: "Permettete, mi presento: sono tal dei tali e, siccome che il mio posto è stato occupato da un altro signore che non mi pare opportuno che lo faccio alzare, concedetemi l'onore di sedere al vostro tavolo". Signore Larry, dovevate vedere come stava vestito: una giacca e un pantalone corti, colorati a righi, quadri, fasce impossibili da comprare. La cravatta c'aveva un nodo piccolo, piccolo, i calzini...."Prego", ho detto, anche perchè noi eravamo solo due e c'erano tre, quattro sedie vuote. Per un momento ho pensato che mi voleva prendere per il culo, poi s'è seduto e non ha parlato più; e io lo guardavo fisso: prima mi veniva da ridere, poi mi veniva da piangere. Avevo capito, mi sembrava, quando era bravo Eduardo, ma io c'avevo ragione, però: i suoi personaggi non s'avvicinavano nemmeno a quelli che stavano là dentro. ...Ho parlato assai, è vero? Vi chiedo scusa, signore Larry.

    di Contadino della sua terra su Una gioventù poco vivace il 19/11/10

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  2. @Eccellentissimo Contadino

    Voi qui siete ospite gradito, ve lo dissi già a suo tempo che potevate considerare casa mia casa Vostra. Potete scrivere i commenti a quello che scrivacchio io, ma potete anche chiedermi di postare uno scritto Vostro che gli altri possono commentare, in questo caso scrivendomi per mail. Buonissima giornata e grazie per il bel ragionamentino sul teatro, che a me mi piace assai (non lo date retta a Johnny, fa il provocattore e si capisce solo coi cavalli)

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  3. Mi inchino e col cappello tra le mani ringrazio Contadino della sua terra per il bel racconto. Mi sembrava di essere lì, anch'io col fiato in gola, tra quell'umanità tragica e comica insieme.
    GS

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  4. .....quasi sempre migliori degli uomini...

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  5. Larry, una cosa: da te, noto commentatore attenzionato dalla polizia lipperina, mi aspetto di tutto. anche perché sono un complottista in piena malora.
    ma non è che tu sei andy kaufman e tony clifford, larry massino e contadino della sua terra.
    in grossa simpatia, ma la tua inaffidabilità è troppo malfugata

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  6. Contadino della sua terra19 novembre 2010 alle ore 21:41

    Si dice provocatore...voi, però, non lo dite a nessuno. Grazie.

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  7. Mi inchino col cammello tra le mani a GS che si inchina col cammello tra le mani. @Daniz grazie della fiducia, però non so chi siano andy kaufman e tony clifford (ora m'inforno). Scrivere e pensare come il contadino della sua terra eccellentissimo mi piacerebbe parecchio, ma egli è egli, l'ho incontrato in un blog stranamente frequentato anche da notturnolunatici, e ne sono rimasto abbastanza fulminato. spero che riservi sorprese scrittorie per tutti anche qui da noi, come del resto ha già cominciato a fare.

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  8. che gioia leggere le righe di uno che sa scrivere, poi scrivere con arte di un'altra arte... Mi piacerebbe anche a me, che sono per davvero contadina, essere contadino della mia terra...
    larry, meno male che ogni tanto va a pescare...
    fra spam e imondizie...
    contadina senza terra

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