prova d'orchestra di Federico Fellini
Rosanna Thau, moglie di Angelo Balducci, orbita produttori cinema d'autore, produttrice cinematografica e fantastica autrice della storica e significativa frase intercettata: " ANCHE SE I FILM VANNO MALE NON SI PERDE NIENTE! ", film ovviamente finanziati dal Ministero e a volte interpretati dal Figlio Lorenzo Balducci (la frase, modificata nell'oggetto, potrebbe fare da epigrafe a qualunque impresa dei capitalisti liberisti italiani: " Se Alitalia va male non si perde niente! " " Se Telecom va male non si perde niente! " " Se il Ponte va male non si perde niente! ", anzi, una volta inseriti nelle cricche si guadagna per forza...);
Lorenzo Balducci attore in fulminante carriera figlio di... neanche a dirlo Angelo Balducci e Rosanna Thau;
Vanessa Pascucci - moglie del mitico Diego Anemone, quello che paga tangenti con classe funambolica, di tacco, tipo gli appartamenti fronte colosseo ai ministri a loro insaputa - orbita produttori cinema d'autore e anche socia della Rosanna Thau;
Andrea Occhipinti, proprietario di Lucky Red, uno dei più prestigiosi marchi coi quali il cinema d'autore circola in Italia almeno da un ventennio; amoreggia con Angelo Balducci via sms, risulta essere beneficiato da finanziamenti ministeriali e Rai Fiction alle sue produzioni;
Pupi Avati, che si è affrettato a dire che Lorenzo Balducci è uno bravo che lavora per meriti suoi... e che comunque lo conosceva poco, avendolo diretto solo in un film dove aveva solo una particina. A differenza della figlia Mariantonia Avati... che invece l'ha diretto da protagonista nel film " Anime ", finanziato dal ministero e prodotto dallo zio Antonio Avati insieme a Rosanna Thau, madre di Lorenzo Balducci; il regista Pupi Avati, pescato anche nella lista Anemone, sostiene di non aver ricevuto favori, e noi gli crediamo perché il suo cinema ci piace pure;
Gaetano Blandini, potentissimo ex direttore generale del ministero dei Beni culturali addetto al settore Cinema, che gestiva i circa 50 milioni che lo Stato destina al cinema di qualità; ora direttore generale di SIAE, la ricca società degli autori, nella quale si è rifugiato pare per sfuggire se possibile all'inchiesta Balducci-Anemone, della cui SIAE anche ce ne sarebbe da dire in merito alla circolazione di danaro....
Giancarlo Leone, megadirigente Rai oggi vice direttore generale ed ex direttore della potentissima Rai Fiction;
Angelo Barbagallo, storico coproduttore dei film di Moretti e suo ex socio, produttore di fiction prodotte dai Rai del cui cast ha fatto parte Lorenzo Balducci, che Barbagallo sostiene non sia stato raccomandato da Giancarlo Leone, come risulta da un'intercettazione, ma soltanto segnalato per un provino (che andò bene guarda caso);
Lorenzo Renzi, attore tv abbastanza noto, ma in questo caso amico di Lorenzo Balducci e addetto alla fornitura giovani compagnie ad Angelo Balducci;
Giulio Violati, proprietario a metà con Vanessa Pascucci in Anemone di Italian Dreams Factory (Idf), noto agli addetti ai lavori per essere il marito dell'attrice Maria Grazia Cucinotta, a sua volta produttrice cinematografica per esempio di " Viola di Mare ", sfortunato film al botteghino, ma finanziato dal ministero, come si è scordato di dire il generale Vincenzo Mollica nella lunga intervista alla Cucinotta stessa su questa maraviglia di produzione, andata in onda al Tg1 e presumo in altri programmi di approfondimento della rete ammiraglia;
Anna Falchi, la bella attrice ex fidanzata di un noto furbetto, che produce insieme al fratello, film di giovani registi interpretati guarda caso da Lorenzo Balducci e distribuiti da Lucky Red di Occhipinti, quasi interamente finanziati guarda caso dal ministero;
Patrizio La bella, attore giovane nel giro di amicizie di Lorenzo Balducci, spia per conto di Anemone circa un articolo che Fabrizio Gatti, del quale era conoscente, stava scrivendo per l'Espresso proprio sulla cricca.
Da notare che il presidente associazione produttori cinematografici italiani, Riccardo Tozzi, proprietario di Cattleya Film, altro storico marchio del cinema d'autore, aveva annunciato di voler difendere il sistema di finanziamenti pubblici e lo stesso Gaetano Blandini dal massacro mediatico, sostenendo che senza finanziamenti non si sarebbero fatti né il Divo né Gomorra. Poi non so come è andato avanti, e neanche mi interessa troppo.
Da non notare la presenza doppiovelata del Vaticano, sempre sul pezzo quando si tratta di orientare le coscienze degli italiani, che sostiene il lavoro artistico di Pupi Avati e di altri moderati del cinema, e con le quali gerarchie Angelo Balducci, uno dei capi della cricca secondo la magistratura, ha avuto intensi rapporti in quanto Gentiluomo di Sua Santità e consultore del dicastero vaticano delle Missioni.
Che dire? Tante facce di questo elenco andrebbero viste almeno in foto, nell'ottica grottesca della commedia all'italiana, per farsi almeno quattro risate. Per esempio le facce di Gaetano Bandini e Salvo Nastasi, i distributori di soldi pubblici a teatro e cinema negli ultimi anni, in quanto capi degli uffici preposti a decidere dei finanziamenti (suggerisco anche la foto del sottoposto di Angelo Balducci, Fabio de Santis. Si trova tutto in google immagini).
Con le informazioni mi fermo qui, anche perché fare nomi e cognomi alla Travaglio è sgradevolissimo per la mia coscienza: ora capisco perché il Robespierre nostrano guadagna tanto, tanto da non saperlo nemmeno lui, come dichiarò serenamente al programma Hanno 0. A questo punto non posso fare a meno di notare - a sostegno della mia dolorosa tesi contro i finanziamenti pubblici alla cultura - che se tutto questo viene fuori, quanto invece rimane sommerso circa le ruffianerie contenute nei soldi pubblici in circolazione in ambito culturale? In ogni caso si deve per forza sospettare qualunque tipo di malaffare sapendo che anche il miglior cinema italiano, se si esclude Sky e solo un po' De Laurentis che fa solo prodotti commercialissimi, è interamente prodotto coi soldi del Ministero e delle varie agenzie di cinema regionali, che complessivamente mettono in campo meno di 60-70 milioni l'anno (che non sono pochi!), il resto viene da Rai e Mediaset. Capitali a rischio zero, prima si fanno i contratti di vendita dei diritti poi si gira, prima soldi poi film, prima vedere soldi poi vedere cammello... Capito perché se si vuol fare cinema in Italia è meglio avere amici nella politica o, in subordine, avere sostegno " morale " dal mondo Cattolico Vaticano? Ma c'è una cosa che non capisco: ai sostenitori politici e " morali " cosa si deve dare in cambio?
PS: Riguardo al cinema un'altra cosa non posso fare a meno di trattare: le storie. Sono strane, a volte troppo strane, quasi impossibili da decifrare, come se fossero scritte in codice, come se fossero condizionate, se non commissionate, se non direttamente scritte da quelle entità nascoste di cui parla da qualche tempo San Wolter già protettore della cultura (ma la modica entità non è reato...), come se certe storie contenessero messaggi... Inutile approfondire, perché prove non se troverebbero, si entrerebbe nell'esoterismo dietrologico, tornerebbero fuori la P2, Gelli, l'Opus Dei, lo IOR, i servizi segreti deviati giù giù fino ai complotti delle giovani marmotte... Però certe coincidenze inquietano. Poche sere fa, per esempio, vedevo con mio moglie un gradevole film con Paolo Bonolis, Elena Santarelli, Stefania Rocca e Sergio Rubini, " Commedia sexi " di Paolo D'Alatri, regista spesso giustamente celebrato come fra i più bravi del nostro cinema giovane. Il film è del 2006. E' la storia di un potente politico che si barcamena tra famiglia e amante, storia perfetta, direi, per mandare messaggi (si dice, no, il film contiene messaggi? Soprattutto la sinistra e i cattolici si interessano ai contenuti, ai messaggi, appunto). A un certo punto il politico regala all'amante un attico nel centro di Roma. Siamo nel bel salone, si intravvede una grande terrazza. Mia moglie esclama: " vuoi scommettere che si vede il Colosseo? ". Oh, non ci crederete, sequenza successiva in terrazza, preciso il Colosseo, stessa vista del noto appartamento del ministro Scajola, probabilmente stesso palazzo. Strano, no?! Mia moglie, che non ha mai letto i giornali in vita sua, e quindi non è disinformata, mi deride...
Pupi Avati, che si è affrettato a dire che Lorenzo Balducci è uno bravo che lavora per meriti suoi... e che comunque lo conosceva poco, avendolo diretto solo in un film dove aveva solo una particina. A differenza della figlia Mariantonia Avati... che invece l'ha diretto da protagonista nel film " Anime ", finanziato dal ministero e prodotto dallo zio Antonio Avati insieme a Rosanna Thau, madre di Lorenzo Balducci; il regista Pupi Avati, pescato anche nella lista Anemone, sostiene di non aver ricevuto favori, e noi gli crediamo perché il suo cinema ci piace pure;
Gaetano Blandini, potentissimo ex direttore generale del ministero dei Beni culturali addetto al settore Cinema, che gestiva i circa 50 milioni che lo Stato destina al cinema di qualità; ora direttore generale di SIAE, la ricca società degli autori, nella quale si è rifugiato pare per sfuggire se possibile all'inchiesta Balducci-Anemone, della cui SIAE anche ce ne sarebbe da dire in merito alla circolazione di danaro....
Giancarlo Leone, megadirigente Rai oggi vice direttore generale ed ex direttore della potentissima Rai Fiction;
Angelo Barbagallo, storico coproduttore dei film di Moretti e suo ex socio, produttore di fiction prodotte dai Rai del cui cast ha fatto parte Lorenzo Balducci, che Barbagallo sostiene non sia stato raccomandato da Giancarlo Leone, come risulta da un'intercettazione, ma soltanto segnalato per un provino (che andò bene guarda caso);
Lorenzo Renzi, attore tv abbastanza noto, ma in questo caso amico di Lorenzo Balducci e addetto alla fornitura giovani compagnie ad Angelo Balducci;
Giulio Violati, proprietario a metà con Vanessa Pascucci in Anemone di Italian Dreams Factory (Idf), noto agli addetti ai lavori per essere il marito dell'attrice Maria Grazia Cucinotta, a sua volta produttrice cinematografica per esempio di " Viola di Mare ", sfortunato film al botteghino, ma finanziato dal ministero, come si è scordato di dire il generale Vincenzo Mollica nella lunga intervista alla Cucinotta stessa su questa maraviglia di produzione, andata in onda al Tg1 e presumo in altri programmi di approfondimento della rete ammiraglia;
Anna Falchi, la bella attrice ex fidanzata di un noto furbetto, che produce insieme al fratello, film di giovani registi interpretati guarda caso da Lorenzo Balducci e distribuiti da Lucky Red di Occhipinti, quasi interamente finanziati guarda caso dal ministero;
Patrizio La bella, attore giovane nel giro di amicizie di Lorenzo Balducci, spia per conto di Anemone circa un articolo che Fabrizio Gatti, del quale era conoscente, stava scrivendo per l'Espresso proprio sulla cricca.
Da notare che il presidente associazione produttori cinematografici italiani, Riccardo Tozzi, proprietario di Cattleya Film, altro storico marchio del cinema d'autore, aveva annunciato di voler difendere il sistema di finanziamenti pubblici e lo stesso Gaetano Blandini dal massacro mediatico, sostenendo che senza finanziamenti non si sarebbero fatti né il Divo né Gomorra. Poi non so come è andato avanti, e neanche mi interessa troppo.
Da non notare la presenza doppiovelata del Vaticano, sempre sul pezzo quando si tratta di orientare le coscienze degli italiani, che sostiene il lavoro artistico di Pupi Avati e di altri moderati del cinema, e con le quali gerarchie Angelo Balducci, uno dei capi della cricca secondo la magistratura, ha avuto intensi rapporti in quanto Gentiluomo di Sua Santità e consultore del dicastero vaticano delle Missioni.
Che dire? Tante facce di questo elenco andrebbero viste almeno in foto, nell'ottica grottesca della commedia all'italiana, per farsi almeno quattro risate. Per esempio le facce di Gaetano Bandini e Salvo Nastasi, i distributori di soldi pubblici a teatro e cinema negli ultimi anni, in quanto capi degli uffici preposti a decidere dei finanziamenti (suggerisco anche la foto del sottoposto di Angelo Balducci, Fabio de Santis. Si trova tutto in google immagini).
Con le informazioni mi fermo qui, anche perché fare nomi e cognomi alla Travaglio è sgradevolissimo per la mia coscienza: ora capisco perché il Robespierre nostrano guadagna tanto, tanto da non saperlo nemmeno lui, come dichiarò serenamente al programma Hanno 0. A questo punto non posso fare a meno di notare - a sostegno della mia dolorosa tesi contro i finanziamenti pubblici alla cultura - che se tutto questo viene fuori, quanto invece rimane sommerso circa le ruffianerie contenute nei soldi pubblici in circolazione in ambito culturale? In ogni caso si deve per forza sospettare qualunque tipo di malaffare sapendo che anche il miglior cinema italiano, se si esclude Sky e solo un po' De Laurentis che fa solo prodotti commercialissimi, è interamente prodotto coi soldi del Ministero e delle varie agenzie di cinema regionali, che complessivamente mettono in campo meno di 60-70 milioni l'anno (che non sono pochi!), il resto viene da Rai e Mediaset. Capitali a rischio zero, prima si fanno i contratti di vendita dei diritti poi si gira, prima soldi poi film, prima vedere soldi poi vedere cammello... Capito perché se si vuol fare cinema in Italia è meglio avere amici nella politica o, in subordine, avere sostegno " morale " dal mondo Cattolico Vaticano? Ma c'è una cosa che non capisco: ai sostenitori politici e " morali " cosa si deve dare in cambio?
PS: Riguardo al cinema un'altra cosa non posso fare a meno di trattare: le storie. Sono strane, a volte troppo strane, quasi impossibili da decifrare, come se fossero scritte in codice, come se fossero condizionate, se non commissionate, se non direttamente scritte da quelle entità nascoste di cui parla da qualche tempo San Wolter già protettore della cultura (ma la modica entità non è reato...), come se certe storie contenessero messaggi... Inutile approfondire, perché prove non se troverebbero, si entrerebbe nell'esoterismo dietrologico, tornerebbero fuori la P2, Gelli, l'Opus Dei, lo IOR, i servizi segreti deviati giù giù fino ai complotti delle giovani marmotte... Però certe coincidenze inquietano. Poche sere fa, per esempio, vedevo con mio moglie un gradevole film con Paolo Bonolis, Elena Santarelli, Stefania Rocca e Sergio Rubini, " Commedia sexi " di Paolo D'Alatri, regista spesso giustamente celebrato come fra i più bravi del nostro cinema giovane. Il film è del 2006. E' la storia di un potente politico che si barcamena tra famiglia e amante, storia perfetta, direi, per mandare messaggi (si dice, no, il film contiene messaggi? Soprattutto la sinistra e i cattolici si interessano ai contenuti, ai messaggi, appunto). A un certo punto il politico regala all'amante un attico nel centro di Roma. Siamo nel bel salone, si intravvede una grande terrazza. Mia moglie esclama: " vuoi scommettere che si vede il Colosseo? ". Oh, non ci crederete, sequenza successiva in terrazza, preciso il Colosseo, stessa vista del noto appartamento del ministro Scajola, probabilmente stesso palazzo. Strano, no?! Mia moglie, che non ha mai letto i giornali in vita sua, e quindi non è disinformata, mi deride...
Come se disce? Qui nun se bbutta gnente...
RispondiEliminaMassimo
approfondirei sui fratelli Avati
RispondiElimina@Massimo
RispondiEliminacome il maiale...
@anonimo
lo faccia, naturalmente senza diffamare...
Non ho mai capito perchè il ministero finanzi il cinema ed altro,leggi teatro.Forse per diseducare masse a cui non importa nulla, molto più probabilmente per intascar e smistar grana.La solita storia,intervenir su tutto,almeno dove circola grana,regole ovunque (ma ovviamente solo per i peones),fra un po' ti diranno pure a che ora devi pisciare.
RispondiEliminaL'ho visto quel film,anche divertente direi, vista Colosseo a parte.
Chi fa arte oggi,o ha culo,o non gli resta la loggia.
La terza via,lacrime e sangue,comme on dit.
Buonasera signore Larry. Vi ricordate chi sono? Voi penso che non ci potete credere perchè io mo sto qua: quell'indeficiente, che voi conoscete bene, ha buttato un pezzetto di carta dove sta scritto: "Larry invita il contadino della sua terra a visitare...non si capisce bene...inaffidabili.". Sono quasi 'na settimana che non lo vedo, ma mo che viene, povero a lui.
RispondiEliminaMi fa molto piacere che vi ho trovato e che mi avete invitato; la storia dei cinemi e teatri già me l'avevate raccontata. Mo mi faccio, se mi permettete, un piccolo giro per capire bene dove mi trovo. Penzo che ci sentiremo, se non vi dò molto disturbo; voi lo sapete che io non capisco molto, ma che mi piacerebbe assai essere intelligente.
@Eccellentissimo Contadino della sua terra
RispondiEliminasiete il benvenuto ed eravate atteso. anche a me, lo sapete, mi piacerebbe assai essere intelligente per meglio figurare in società.
e allora io che sono intelligente e non figuro lo stesso?
RispondiEliminaCaro Larry, d'Alatri è Alessandro! :) Interessante lapsus... a cosa è dovuto? Dietrologie, esoteriche o no, molto gradite.
RispondiEliminaRita semplice lapsus. Fortunatamente non sono un giornalista (rosico...), quindi non sono capace di tenere sotto controllo i nomi in un articolo così complicato. Lo sa che mi lusinga esserle gradito. A presto.
RispondiElimina