Bukowski
Carlo - che sarebbe un mio amico contadino geograficamente campigiano, nei pressi del pratese e del fiorentino, che gli féciano fa' l'attore a Roma perché i sua vendèttano la tèra 'n Campi Bisenzio (Champs sur le Bisance) e gli andièdero sottoposti 'n fabbri'a a Pra'o - lo chiamò un regista basilare pe' fare un film che si girava a Los Angeles, ollivudde precisa. Due mesi di lavorativo intensivo. Du' palle, perché quelli de' cinema non lo invitònno mai alle serate pe' via che lo considerònno rozzo. Ma lui tanto rozzo non era, perché s'era 'struito fin da bambino sotto le querce di confine de' podere in mezzadria a leggere poeti i cui libri, dice lui medesimo, comprava all'edi'ola de' centro paese. Leggeva a voce alta come santagostino, in particolare rivolto al suo cavallo che una volta gli tirò un cazzotto pe' rabbia. Carlo, per questa sua qualità di dicitore poetico, si guadagnò presto l'attenzione della contessina figlia dei proprietari del podere, via via una magnifica accoglienza nei salotti culturali delle virago in Firenze, infine la fama di primo imbroccatore sempre in Firenze, dove ammaliava le ameri'anine decantando loro poesia nel loro stesso idioma. Le faceva ridere parecchio le ameri'anine, sicché della cricca degli attori toscani novativi era più o meno l'unico a trombare. Un giorno che èrino su i' sètte a ollivudde - quanto gli è noioso i' sètte! - si era finalmente all'ultimo giorno di lavorazione. Mentre aspettava i' trucco il campigiano vide una bella ameri'anona mora, le sapeva riconoscere, e gli si mise a dire certe poesie erotiche di Verlaine. Lei le si divertì. Glièra un'attraice di importanza notevole ma Carlo dice che non lo sapeva de' jètte sètte. Fissònno: " lurido vengo a pigliatti stasera 'n arbergo, fatti trova' pulito! " Così tradotto in campigiano simultaneo da Carlo. In Inglese suonerebbe immagino così: “ You, dirty man, I'll come to pick you up tonight from the hotel, I hope to find you clean! “ Carlo a fine giratura del film, saltò anche i' brindisi rituale e andò filato nel grande albergo di ollivudde a fare i' bagno nella vasca piena di schiuma come fanno gli attori apposta pe' non fassi vede' gnudi. Poi si improfumò e si vesti. Si mise anche i' foulard, mi pare di seta rosso, che si fece imprestare da Ben. Scendiede e si recò a i' barre nella hall, in improbabile attesa. Lo si poteva osservare un po' nervoso co' i' solito gin tonic in mano, che le ragazze belle della truppe lo pigliarono ancora più in giro de' solito pevvia dell'acqua di colonia che s'era dato bondantemente. Senonché a un certo punto l'altoparlante disse, da sé, senza pigliare ordini da nessuno come fanno gli orgogliosi quando gliènno orgogliosi d'origine: “ Mr Carlo is waited outside, mr Carlo is waited outside! “ Tutti zitti! Carlo finì di bevere il drink, con calma, guardò soprattutto le ragazze più specchiose, senza dire nulla, loro non dissero nulla nemmeno loro. Saspens, lui rigirò la testa verso i' bancone, appoggiò il bicchiere a braccio distensivo, che lui dice che in uno che beve denota più classe del braccio piegativo, infine si incamminò lèntico verso i sortitivo, facendo ben suonare gli stivaletti di coccodrillo sul pavimento della broadway della hall libera come il viale dei film western prima del duello finale. Fuori c'era una limousine scoperta con dentro la sua amica attraice notevole mora, Bukowsky e fidanzata a sua volta attraice bionda. Da fòri Carlo gni disse: " vu c'avete stile! " Salì a bordo con eleganza, senza voltarsi indietro, ma quando partirono urlò: " bucaiole! " E Buk anche si mise a urlare a tutte le ragazze de' tragitto che basseggiavano su i' bulevarde: " bucaiole! " S'intendèttano subito. Buk gni disse a Carlo: " You have your style, you too " " Tu c'hai i' tu stile anche te! ".
Non la sto a fare lunga. Irono a cena all'ippodromo, che si vede gli pareva brutto al poeta non interpretare la sua notoria parte davanti a un europeo per lui importante dato che glièra protagonista de' film del regista basilare. Dice Carlo che a un certo punto Buk gli pareva Moravia, di cui anche frequentava abitualmente il salotto romano, du' palle, co' su' amici attori più intellettivi, prima d'andare 'n discoteca a 'mbroccare. Dice Carlo che Buk si lamentava pevvia che i su' compaesani ameri'ani non gli davan troppa 'onsiderazione. Che sì, guadagnava, vendeva, ma solo nella vecchia Europa lo 'onsideravano come artista di riputazione. Dopo parecchi ragionativi intellettuali Carlo gni disse, a i' poeta che lo aveva fatto ridere e che diceva a tutte le donne dell'ippodromo Bucaiole, gnene disse Carlo, senza nessun riverimento, gliene 'mportava 'na sega, tanto dopo sarebbe andato di sicuro a dagliene di Verlaine e Frost a casa dell'attraice notevole mora; gnene disse a Buk che non poteva chiedere anche i' riconoscimento nazionale cogli stendardi: aveva fica, limousine, soldi, successo, cazzo voleva di più? Finì così, co' un proverbio contadino, che Buk lo ripetette anche quello tutta la sera insieme all'appellativo Bucaiole: " I understand, Buk, You want the bottle full and your wife drunk! " " Ho 'nteso, Buk, tu vòi la botte piena e la moglie bri'a! "
Madonna quanto rise Bukowski quella sera.
Non la sto a fare lunga. Irono a cena all'ippodromo, che si vede gli pareva brutto al poeta non interpretare la sua notoria parte davanti a un europeo per lui importante dato che glièra protagonista de' film del regista basilare. Dice Carlo che a un certo punto Buk gli pareva Moravia, di cui anche frequentava abitualmente il salotto romano, du' palle, co' su' amici attori più intellettivi, prima d'andare 'n discoteca a 'mbroccare. Dice Carlo che Buk si lamentava pevvia che i su' compaesani ameri'ani non gli davan troppa 'onsiderazione. Che sì, guadagnava, vendeva, ma solo nella vecchia Europa lo 'onsideravano come artista di riputazione. Dopo parecchi ragionativi intellettuali Carlo gni disse, a i' poeta che lo aveva fatto ridere e che diceva a tutte le donne dell'ippodromo Bucaiole, gnene disse Carlo, senza nessun riverimento, gliene 'mportava 'na sega, tanto dopo sarebbe andato di sicuro a dagliene di Verlaine e Frost a casa dell'attraice notevole mora; gnene disse a Buk che non poteva chiedere anche i' riconoscimento nazionale cogli stendardi: aveva fica, limousine, soldi, successo, cazzo voleva di più? Finì così, co' un proverbio contadino, che Buk lo ripetette anche quello tutta la sera insieme all'appellativo Bucaiole: " I understand, Buk, You want the bottle full and your wife drunk! " " Ho 'nteso, Buk, tu vòi la botte piena e la moglie bri'a! "
Madonna quanto rise Bukowski quella sera.
Dedicato a Loengrin, Alberto e Johnny
Buk fa parte di quegli scrittori (Miller,Cèline...) che non si sottraevano certo alle "intemperanze linguistiche" che a lei non piacciono molto,ma che spesso rendon meglio un'idea di un sofisticato saggio.
RispondiEliminaLa provocazione,che contiene sempre una verità portata all'eccesso dall'ironia,dal grottesco o dalla volgarità,è un ottimo mezzo per conoscere gli uomini,occupazione che,insieme ai cavalli,per diversi anni ha costituito una professione per me.
Le compagnie che ho sempre preferito (specie letterarie-artistiche)son sempre state quelle dei provocatori,dei portatori di eccesso e non di decesso.Uno di questi,un grande jazzman americano, mi disse un giorno a Parigi "se vuoi conoscere veramente un uomo devi provocarlo".
A proposito di Parigi e cavalli,quella specie di bès Gaucci,non ha allevato solo zoccole oggi agli onori della cronaca,ma un certo Tony Bin che si permise,dopo quarantanni di magre ,di sbancare Longchamps,30 a 1,e di farmi quindi passare,da giovane studente, giorni da nababbo in città.
Woody Allen nell'enumerare cose per cui val la pena vivere,oltre a Mozart,Potato head blues..avrebbe dovuto aggiungervi anche il derby di Epsom.C'è un parallelismo tra le categorie umane di Don Mariano e i cavalli,(non è qui il caso di illustrarle),ma un quaquaraqua equino non potrebbe mai correre il Derby inglese,mentre invece agli umani della stessa categoria riesce financo il Nobel.
E sempre per restare all'ippica e tornare a noi,"se avessimo tutti le stesse opinioni non ci sarebbero le corse dei cavalli"
(Bernard Shaw),
per il resto,come lei saprà,nella vita non possiamo mai spiegarci tutto.
Comunque sia,la ringrazio della dedica.